E' un Aurelio De Laurentiis a tutto campo quello che si è concesso ai microfoni di Radio 24. Un'intervista nella quale  il presidente del Napoli ha trattato due temi che gli stanno più a cuore, il nuovo format della Serie A e la vendita dei diritti tv all'estero del campionato nostrano. 
Partendo dal primo argomento, DeLa ha spiegato così la sua ricetta per un campionato più competitivo: "Nel 1986 le squadre in Serie A erano 16, se fossero ancora 16 sarebbero tutti più felici e competitivi. Ritoccherei il numero di squadre con una sola retrocessione. È un problema che ho affrontato spesso con Tavecchio che mi risponde: 'Siete voi della Serie A che vi dovete imporre!', perché deve mantenere il suo posto e la sua poltrona quindi ci sente e non ci sente. E tu che ci stai a fare? Vediamo anche con la Uefa come rimodulare il calcio per accontentare tutti quanti. Infront dice che il campionato a 20 porta i soldi? Non è vero, dice delle bugie che vanno bene alle piccole società di calcio, non a quelle che vorrebbero un calcio competitivo: per farlo servono grossi calciatori. In estate si è fatto un mercato con tantissimi soldi, prima con delle operazioni da 50-60-70 milioni sembrava chissà cosa avessi fatto, ora è diventata una follia. Adesso bisogna vendere bene il calcio italiano che è molto indietro".

Il problema che rende il campionato italiano arretrato rispetto degli altri tornei top europei, secondo il numero uno del club azzurro, è uno: "Gli spagnoli hanno risanato il calcio con un amministratore delegato: loro prendono 700 milioni per l'estero, non si capisce perché noi ci dobbiamo accontentare di 300/400 milioni. Se De Siervo (amministratore delegato di Infront Italy, ndr) non è capace di guidare una Ferrari dimostrando che ha una Fiat, ha sbagliato casa: accontenta solo i piccoli club. Perché dopo Bogarelli, un illuminato, devo avere un De Siervo che viene dalla Rai e non faceva delle grosse vendite. Serve qualcuno vicino a lui per fare delle trattative, non si possono fare trattative al di sotto del calcio spagnolo che ha Atletico, Real e Barcellona perché noi abbiamo Juve, Napoli, Inter, Milan, Roma, Lazio è Fiorentina. Quando sento parlare di Suning, dico che non può intervenire in queste trattative: è il presidente dell'Inter, che fa? Va al ribasso? Non va bene".

Sezione: Focus / Data: Ven 22 settembre 2017 alle 13:18 / Fonte: ga
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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