Anche Mario Sconcerti elogia la storica vittoria del Leicester in Inghilterra, con focus particolare su Claudio Ranieri. Sul Corriere della Sera, Sconcerti non esita a parlare di 'favola'. "Ranieri arrivava sempre un momento prima o un momento dopo, pur facendo bene qualunque squadra toccasse. Aveva imparato così tanto a rinviare le proprie ragioni che forse non ci credeva più nemmeno lui. È stato per geografia di lavoro e ordine di gioco uno dei migliori allenatori europei, ma era come non lo sapesse nessuno. C’era sempre del silenzio tra lui e l’ultimo risultato, come una signorilità che ti distingue e limita. Leicester è stata una liberazione. Era alle parole finali, ha deciso di capovolgerle. Niente tattica, niente lezioni di grammatica del calcio. In Inghilterra i giocatori sulla teoria si annoiano e temono gli italiani per il loro accanimento. Così Ranieri li ha fatti giocare. Poi quasi una bestemmia, ridurre gli allenamenti. I suoi già correvano troppo, doveva aumentare il riposo, non lo sforzo. Infine l’ultima curva: abbandonarsi, lui per primo. Scommettere forte e crederci, la fiducia nella bellezza dell’ultimo sogno, quello che cambia la vita. Questo è successo, Ranieri è diventato un entusiasta, ha perso il peso del buon senso. Ha guidato i suoi ma si è anche fatto portare per mano. Tra un’accelerazione e uno scoglio, si è finalmente abbandonato oltre l’ostacolo: il nemico era lui stesso. Ora non è più schiavo dell’equilibrio a tutti i costi. Detta lui le regole".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 03 maggio 2016 alle 16:31 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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