Leo Picchi, figlio del grande Armando, è stato ospite a Memorabilia, programma di Inter Channel che tratta i ricordi del passato della storia nerazzurra. Picchi è stato un indimenticabile capitano della squadra, e il figlio Leo ne ha parlato in questi termini: "È emozionante perché sono passati quasi 50 anni eppure si ricorda ancora con trasporto, emozione. Vuol dire che certamente ha lasciato un segno, che poi è la cosa più importante nella vita di un uomo. È stata un'intuizione felicissima di Herrera, quella di spostarlo da terzino a libero e lì ha potuto esprimere meglio quelle che erano le sue doti come il senso dell'anticipo e la visione di gioco. "Mio padre ed Herrera avevano una visione molto seria e professionale del ruolo di calciatore, ma probabilmente una visione differente della vita. Mio padre era una persona sempre disposta ad aiutare gli altri, una sorta di sindacalista che discuteva i contratti anche dei compagni di squadra".

Tra i tanti aneddoti raccontati in trasmissione, quello dei festeggiamenti di Capodanno:"A letto presto e acqua minerale, sentenziò Herrera il 31 dicembre. I giocatori accesero la televisione e in collegamento c'era il Casinò di Campione d'Italia e le telecamere inquadrarono il mister. Scattò la vendetta goliardica: i giocatori svitarono le lampadine del corridoio che portava alla stanza di Herrera e lasciarono davanti alla porta i vuoi delle bottiglie, quando tornò in camera al buio il mister si sentì un fracasso tremendo. Il Mago però non fece menzione dell'accaduto il giorno dopo".

Dopodiché inizia la carriera da allenatore:"A Livorno fece una rimonta straordinaria e sÖorò la promozione in Serie A. A quel punto fu proposto alla Juventus e si trasferì in bianconero dove insieme ad Allodi costruì una squadra che poi nei suoi elementi principali fu ereditata da Trapattoni. Lanciò in prima squadra Bettega, Furino, Capello... probabilmente avrebbe potuto vincere molto anche come allenatore".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Ven 20 gennaio 2017 alle 01:30
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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