L'ex giocatore di Inter e Juventus Aldo Serena ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di FcInterNews.it, svelando alcuni retroscena sul suo trascorso in nerazzurro ed affrontando i temi attuali del campionato di Serie A.

Partiamo dal suo passato: il più bel ricordo con la maglia dell'Inter?
"Era il 19 novembre 1978 quando debuttai in Serie A contro la Lazio. Avevo 18 anni, quel giorno calcai il manto erboso di San Siro ed andai a segno. Difficile scordarlo".

Si sente ancora con i suoi ex compagni di Appiano?
"Sì, sono rimasto in buoni rapporti. Ho vestito la maglia nerazzurra in tre momenti diversi, ma comunque sia quando c'è l'opportunità fa sempre piacere incontrare qualcuno di loro".

C'è qualche rammarico per il suo trascorso all'Inter da giocatore?
"Dopo tanti sforzi e molte energie finalmente vincemmo lo Scudetto dei record nel 1989, il che ci permise di qualificarci per la Coppa dei Campioni. Avevamo un organico che avrebbe potuto benissimo arrivare in finale, invece uscimmo contro il Malmö. Questa è l'amarezza più grande".

Facciamo ora un tuffo nel presente: come vede la squadra di Spalletti?
"Fino ai primi di dicembre l'ho vista molto bene, i giocatori erano motivati per l'arrivo del nuovo tecnico e tutto il nuovo ambiente, tifosi compresi, era molto galvanizzato. A un certo punto è calato il sipario, la squadra è diventata molle e le dinamiche offensive si sono annacquate".

Cosa c'è dietro questo crollo improvviso?
"Credo che le altre squadre abbiano capito il sistema di gioco dell'Inter, che non è vario e soprattutto non presenta alternative. Palla agli esterni, cross al centro per Icardi: sempre la stessa musica, alla fine gli avversari hanno assimilato".

L'avvento di Rafinha potrà dare nuove soluzioni tattiche ai nerazzurri?
"Senza dubbio il brasiliano è un giocatore capace di muoversi sulla trequarti e in grado di garantire il passaggio filtrante. Potrebbe far comodo anche a centrocampo, là dove secondo me serve la capacità di mettere il pallone giusto nei momenti giusti e con i tempi giusti. E l'ex Barça sa farlo".

Lo Scudetto è ormai una lotta a due tra Napoli e Juventus?
"Direi proprio di sì, la Lazio ha perso terreno in una fase topica del campionato e lì in vetta il duello è entrato nel vivo".

Chi vede favorito?
"La Juve è attrezzata per andare in finale di Champions, il Napoli ha una rosa ridotta rispetto ai bianconeri. Se i partenopei vorranno andare fino in fondo anche in Europa League, troveranno delle difficoltà".

Cosa manca all'Inter per poter puntare al titolo?
"Fino a dicembre la squadra ha tenuto, pensavo che la formazione di Spalletti riuscisse a restare agganciata al gruppetto di testa ancora per molto ma così non è stato. Alla base c'è una discrepanza qualitativa rispetto a Napoli e Juventus. Bisognerà provvedere nella prossima estate, per rinforzare soprattutto il centrocampo".

Borja e Vecino non hanno convinto?
"Entrambi sono arrivati dalla Fiorentina che aveva concluso la scorsa stagione all'ottavo posto della classifica. Lo spagnolo, avendo 32 anni, il meglio di sé l'ha già dato. Diciamo che le buone prestazioni fino ad inizio dicembre avevano illuso un po' tutti i tifosi nerazzurri, però la qualità della squadra in alcuni reparti manca. Anche Spalletti ha chiesto qualcosa di più ai suoi dirigenti, sia in estate che a gennaio".

Lautaro Martinez le piace?
"Ho visto degli spezzoni, non lo conosco particolarmente ma mi sembra un ragazzo molto interessante. Vede bene la porta, gioca con entrambi i piedi ed è abile di testa: queste le sue principali caratteristiche, che lo connotano come un buon prospetto del calcio argentino. Ha tutte le qualità per poter far bene, è un giocatore interessante perché si rivela utile anche in fase di non possesso. Ma non dimentichiamo che ha soltanto vent'anni: va accompagnato nella sua crescita calcistica".

Può essere un vantaggio per i nerazzurri non avere le coppe?
"Certamente. Dovranno approfittare del fatto che le romane saranno impegnate in Europa. La Lazio ha le potenzialità per cercare di vincere l'Europa League, la Roma probabilmente conquisterà i quarti di Champions e quindi andrà avanti, visto che con lo Shakhtar sarà una gara fattibile".

Inter, Lazio e Roma: in tre per due posti. Come andrà a finire?
"I nerazzurri hanno tutte le capacità per intrufolarsi in mezzo alle romane, che in campionato potrebbero perdere vari punti per via dei motivi già spiegati".

Per concludere, affrontiamo il tema Nazionale: un nome per la panchina azzurra?
"Ho giocato insieme ad Ancelotti e Mancini, sono due profili di alto livello. Entrambi hanno avuto esperienze internazionali ed hanno vinto all'estero, sono capaci di lavorare sul piano tattico ma anche mentale. Per allenare la Nazionale credo sia più preponderante l'aspetto caratteriale di quello tattico. Stiamo parlando di due allenatori completi, uno tra loro due andrebbe benissimo".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 08 febbraio 2018 alle 11:10
Autore: Andrea Pontone / Twitter: @_AndreaPontone
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