Giovane promessa in Uruguay, arcigno difensore dalla folta capigliatura. Martin Rivas, in esclusiva per FcInterNews.it, nonostante le sole 3 presenze in campo con la maglia nerazzurra (1 in campionato, 1 in Coppa Italia, 1 in Coppa UEFA), spende parole al miele per la Beneamata. D’altronde ha conquistato un titolo internazionale e giocato con fuoriclasse di livello assoluto.

Di cosa si occupa attualmente?
"Sono attualmente rappresentante e importatore della marca (sportiva) Givova. Il mio socio è l’ex portiere della Nazionale e del Racing Santander Mauricio Nanni. Abbiamo anche la licenza per i palloni da calcio. Li forniamo alla Fundación Celeste che è direttamente in contatto con la Nazionale del mio Paese".

Che ricordi porta con sé della sua esperienza all’Inter?
"Se oggi guardo al passato posso affermare che non fossi ancora pronto quando mi trasferii a Milano. Venivo dall’Under 20 ed ero troppo giovane per impormi in un team fortissimo. Mi guardavo intorno e c’erano Ronaldo, Zamorano, Recoba, Blanc, Cordoba, West, Zanetti, Simeone, Bergomi, Vieri, Paulo Sousa, Baggio e tantissimi altri. Grandissimi calciatori. Io non ero preparato, anche se ora è troppo facile dirlo. Ma nonostante non abbia giocato molto è stata una bella esperienza, molto formativa. Ho appreso tanto dai vari campioni, in una società tra le più importanti del mondo. Qualcosa che non si cancellerà mai dalla mia testa".

Cosa ci può dire su di loro?
"Ronaldo era impressionante. Blanc uno dei migliori difensori che abbia visto in vita mia. Non era rapido, ma aveva tempismo, tecnica e intelligenza. Baggio? Pff, una delizia per gli occhi. Classe pura. Anche lui tra i più forti che abbia mai visto. Una fortuna potersi allenare con Roberto. Per lui provavo una grandissima ammirazione. Come per Pirlo. Che all’epoca era giovane. E devo dire che è stato proprio bello vedere la sua crescita e contemplare i suoi successi".

Sarete legati da mille aneddoti…
"Certo. La rosa era molto coesa. Andavamo davvero d’accordo. I giovani come me, Silvestre e Dabo si trovavano bene con i più esperti. Fuori dal campo organizzavamo le classiche cene con le famiglie. Grigliate e asado…".

Segue anche oggi l’Inter?
"Sì, ovviamente. I ricordi mi legano ai nerazzurri e apprezzo il campionato italiano. Scambio messaggi con Cordoba, Zanetti, Zamorano e quando incontro il Chino parliamo di Serie A e della Beneamata".

Di Lippi e Simoni che ci può dire?
"Due allenatore diversi, ma ugualmente top. Il primo più duro, il secondo più tranquillo, con cui ci si poteva confrontare. Entrambi mi hanno insegnato molto. Ho usato quanto appreso poi nel proseguo della mia carriera. Nonostante non abbia giocato molto posso solo parlare bene di loro. Il bravo mister non è quello che ti schiera in campo o meno".

E di Massimo Moratti?
"Un presidente fuoriclasse. Un Signore. Una gran persona, con la quale si provava piacere a dialogare".

Sa che in Italia si continua a parlare di quel Juve-Inter del ’98 e del fallo di Iuliano su Ronaldo?
"Io ero arrivato da poco in Italia. Cosa posso dire? Che per me era rigore. Netto. Lo era per tutti. È vero che i bianconeri fossero un equipazo. Ma quel penalty non assegnato impedì all’Inter di vincere lo scudetto, o di lottare per il titolo, perché era una partita decisiva".

Si è consolato con la Coppa Uefa…
"Io giocai solo contro lo Shalke 04. Per questo magari non mi sento tanto campione come chi scese sempre in campo. Ma chiaramente parliamo di momenti molti belli e di un trofeo meritatamente conquistato da un gruppo molto unito".

Dell’Inter attuale che pensa?
"Innanzitutto voglio dire che il calcio italiano è quello che mi piace maggiormente. Per la tattica. Apprezzo anche un ipotetico 0-0 tra Bologna-Genoa. Nello specifico dei nerazzurri metto in risalto l’acquisto del mio connazionale Vecino, che sta disputando un ottimo torneo. Mentre Icardi è un goleador nato. Continuando così possono lottare per lo scudetto".

L’Uruguay sforna sempre talenti. Chi consiglierebbe ai nerazzurri?
"È vero. Il nostro movimento produce costantemente campioncini che poi sono pronti a crescere e a consacrarsi in Europa. Da tenere d’occhi ce ne sono parecchi. L’Under 20 è una squadra fortissima. Posso nominare Agustín Canobbio. O Carlos Benavidez (altro giocatore sul taccuino di Sabatini, ndr). Ha un futuro assicurato. Il centrocampista del Defensor Sporting sbarcherà certamente nel Vecchio Continente".

Chiudiamo con José María Giménez, altro elemento della Celeste che piace alla Beneamata
"Se l’Inter dovesse comprarlo sarebbe a posto in difesa per i prossimi 10 anni. Ha tutto. Tecnica, velocità, capacità aeree, personalità. Lo ha già dimostrato con la Nazionale e con l’Atletico Madrid".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 28 novembre 2017 alle 15:24
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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