Il rapporto tra Walter Sabatini e Suning è andato via via logorandosi nel (breve) tempo in cui hanno collaborato, tra promesse non mantenute e vincoli da rispettare con portafoglio ridotto quasi allo zero assoluto. E se da una parte il lavoro dell'ex ds giallorosso è stato limitato dai vincoli del FFP e dalle decisioni del colosso cinese di non esagerare con gli investimenti dopo le promesse fatte durante l'estate scorsa, dall'altra l'impegno quotidiano per garantire allo Jiangsu Suning e all'Inter una rosa di qualità è stato raddoppiato, costringendo il dirigente a sdoppiarsi tra fusi orari e idiomi sconosciuti, viaggi intercontinentali e attenta distribuzione delle energie per evitare un crollo fisico. Ripercorriamo allora la giornata tipo di Walter Sabatini ai tempi del mercato 2017/2018, grazie a quanto raccolto da FcInterNews.

Le ventiquattrore del quasi sessantenne direttore di Suning Sports iniziavano molto presto, più o meno quando i fornai iniziano a preparare il pane da mettere in vetrina per i clienti: sveglia alle 3.30 di notte e collegamento diretto con la Cina. Chiamate a ripetizione con il management orientale per studiare le strategie migliori così da regalare a Fabio Capello, allora tecnico del club di Nanchino, innesti utili e conformi al progetto cinese. Non per forza grandi nomi, ma giocatori funzionali. Un po' come quanto avvenuto all'Inter, anche se la ambizioni delle due squadre erano, e rimangono, diversissime.

Trascorse le ore che vanno dalla notte all'ingresso in ufficio in Corso Vittorio Emanuele II, verso le 9, Sabatini iniziava lo sdoppiamento che lo avrebbe accompagnato sino al tardo pomeriggio, intorno alle 18, per portare avanti parallelamente le trattative di Inter e Jiangsu. Alle chiamate cinesi si sommavano quelle italiane ed europee, di agenti e dirigenti di altri club con i quali intratteneva corrispondenze per valutare i margini di manovra. Dopo l'ora di pranzo, poi, c'era spazio per un momento di riposo, solitamente tra le 13 e le 15, prima di ripartire e immergersi nella seconda parte della giornata. Di tanto in tanto, in videoconferenza, sponda Jiangsu, e seduto ad un tavolo, lato Inter, partecipava a riunioni per fare il punto della situazione con le due dirigenze. Nella prima si avvaleva di un traduttore, che lo seguiva anche nei viaggi in Cina, per render conto alla proprietà dei movimenti di mercato, mentre nella seconda si aggiornava con Alessandro Antonello, Piero Ausilio, che condivideva gli oneri del lavoro per la Beneamatae alle volte anche Javier Zanetti sul mercato nerazzurro.

Salutati i colleghi in Cina, la serata e la nottata milanese continuavano tra cene e incontri, tra sede e hotel del capoluogo lombardo, con operatori di mercato, mantenendo un canale diretto con Ausilio, anch'egli fortemente impegnato su molti fronti e costretto alle ore piccole alla ricerca di soluzioni. Il lavoro scemava man mano che le ore passavano, permettendo a Walter lo stacanovista di recuperare le energie tra la mezzanotte e mezza e la prima chiamata cinese del giorno dopo. Questo accadeva durante i periodi del calciomercato, ovvero da giugno ad agosto 2017 e per tutto il gennaio del 2018. Nei restanti mesi il compito principale di Sabatini era quello di monitorare le occasioni che il mercato successivo avrebbe offerto, viaggiando per il mondo a visionare giovani talenti da lanciare o giocatori vissuti da portare in Cina per dare maggiore solidità all'organico di Don Fabio.

Il suo ruolo però non era ben definito: non era  il ds dell'Inter e nemmeno quello dello Jiangsu. Se entro i confini nazionali la sua figura era ritenuta di supporto al lavoro della dirigenza interista, dall'altra parte del mondo non veniva interpretata altrettanto chiaramente, creando non pochi attriti con le persone incaricate di gestire la rosa e il club tutto. Il tutto stava diventando umanamente insostenibile. Se poi aggiungiamo che a livello professionale gli obiettivi son stati drasticamente ridimensionati (Suning doveva acquistare un altro paio di club in Europa per creare una vera e propria rete dalla quale attingere) e la disponibilità del patron ridotta ai minimi termini, ecco che si può, almeno in parte, spiegare l'addio alla galassia sportiva del colosso degli elettrodomestici. Tanto grande, quanto lontano.

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Sezione: Esclusive / Data: Mar 15 maggio 2018 alle 17:00
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilippoMCapra
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