Adesso è ufficiale. Geoffrey Kondogbia è a tutti gli effetti un giocatore del Valencia. Perno insostituibile del centrocampo del suo team, il giocatore francese ha incantato, oltre ai tifosi della squadra iberica, il suo allenatore Marcelino, diventando per lui così un insostituibile. Motivo per il quale gli spagnoli hanno staccato senza esitazioni un assegno da 25 milioni di euro per assicurarsene il riscatto. Evans Kondogbia, fratello e agente del giocatore, in esclusiva per FcInterNews.it, svela passato, presente e futuro dell’ex Monaco, non prima però di esporre le motivazioni che lo hanno portato a intraprendere la carriera da procuratore.
Partiamo dalla sua vita. Da attaccante del Seregno (e della Nazionale della Repubblica Centrafricana) alla scrivania. Come mai questa scelta? “Ho avuto tanti infortuni. Ho giocato per 10 anni a calcio e per 6/7 ho avuto problemi fisici. Senza mai aver il tempo per guarire a dovere. Da lì la decisione di curare gli affari di Geoffrey. Mi sono consultato con mio padre e abbiamo capito come non ci sia persona migliore della famiglia per gestire tali questioni. È una faccenda di fiducia. Il lavoro mi piace e lo stipendio è migliore rispetto a quanto percepivo prima”.
Ha altri giocatori oltre a Geoffrey?
"Faccio l’intermediario tra giocatori e società. Soprattutto per il mercato belga. Offro consulenze per informare su che tipi siano i calciatori al di fuori del campo e aiuto gli atleti nelle loro scelte. Poi se qualcuno vuole che gli curi la sua procura lo possa fare. Senza però diventare pazzo o correre dietro a qualcuno se ciò non succede".
Passiamo a Geoffrey. Il Valencia lo ha riscattato. Era quello che volevate…
"Siamo felici. In Spagna sta benissimo. Come la sua famiglia. Tutti gli aspetti sono positivi. Da quello legati al calcio fino al clima. Mio fratello è un tipo tranquillo. Gli piace trascorrere il tempo a casa e ama che i suoi bambini possano svagarsi in spiaggia o al parco. Tutto questo lo porta a essere molto contento lì dov’è".
È vero che Spalletti lo avrebbe rivoluto all’Inter?
"Quando un giocatore fa bene, tutti ne parlano bene. Quando fa male, tutti ne parlano male. Se le cose a Valencia non fossero andate in modo positivo si sarebbe detto: ‘Non lo vogliamo più, avevamo ragione ad averlo mandato via’. Diciamo che non è un problema della società, né dell’allenatore. Geoffrey parla benissimo di Spalletti, sostiene sia bravissimo. Ma purtroppo è arrivato tardi. Lui non ne poteva più dell’ambiente dell’Inter e di quello italiano. Fosse stato per il mister non sarebbe partito, anche per via della rosa non così ampia dei nerazzurri. Ma gli era stato comunicato come non sarebbe stato titolare. Geoffrey voleva essere protagonista per il Mondiale, per questo ha lasciato Milano".
Peccato che Deschamps non lo abbia inserito nei 23…
"Geoffrey ha fatto il suo. La scelta del tecnico va però rispettata. Gli altri giocatori sono forti. Titolari nelle loro squadre, con alle spalle la Champions. Niente da dire su questo. Poteva essere convocato oppure no. Ma la scelta ci può stare".
Se il Valencia non avesse avuto la disponibilità economica sarebbe rimasto all’Inter?
"Ha disputato una gran bella stagione. Mi hanno chiamato squadre inglesi, spagnole e addirittura una italiana, ma non le dirò quale. La sua priorità è sempre stata il Valencia. Se non fosse rimasto lì, avrebbe avuto tante altre soluzioni per il suo futuro".
Quindi adesso resta di sicuro dov’è? Non verrà ceduto per ottenere una plusvalenza (l’Inter detiene ancora il 25% della futura rivendita del giocatore, ndr)?
"Per noi la soluzione migliore è rimanere al Valencia. Per almeno uno o due anni".
Ha lavorato bene, altro da aggiungere?
"A me è dispiaciuto che una grande persona come Spalletti abbia detto pubblicamente per due volte che Geoffrey avrebbe dovuto cambiare agente. Però quel procuratore scarso gli ha portato una squadra pronta a spendere 25 milioni per un bidone, più uno dei migliori terzini del momento come Cancelo".
Forse è proprio il valore del cartellino di Geoffrey che ha pesato sul suo rendimento nerazzurro…
"Sì. Ma quando è arrivato all’Inter disputava la Champions League, era titolare nella Francia e molte squadre volevano tesserarlo. C’era il Milan, che tra l’altro offriva di più. E altre compagini in Inghilterra dove avrebbe guadagnato più denaro. Quindi allora era normale che valesse 35 milioni. Poi è stato consequenziale che il suo prezzo sia calato all’Inter. Non veniva più chiamato in Nazionale e non giocava in Champions. I nerazzurri volevano sempre 35 milioni? Bene, ridategli Champions e Nazionale e avremmo trovato un team disposto a pagare questa cifra. Il calcio è così. Guardi Perisic e Icardi: pagati 18 e 10 milioni ora valgono di più. In ogni caso peccato, perché l’Inter resta una grande società".
Beh, adesso il suo valore è aumentato di nuovo…
"Solo il Valencia può stabilire il suo prezzo adesso".
Perché comunque aveva scelto i nerazzurri?
"Per Mancini. E per il suo progetto. Ma il calcio non è una scienza esatta. Voglio ripetere però che Geoffrey non ha assolutamente nulla contro l’Inter. È la vita. O come una storia d’amore, nella quale, per tanti motivi, alla fine qualcosa non ha funzionato. Come per tanti calciatori. Ma l’Inter è e rimarrà comunque una grande società. Con o senza Geoffrey. Su questo non abbiamo dubbi".
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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