Momento cruciale per l'Inter. E' arrivata la convocazione della Uefa a Nyon per il Financial Fair Play e sono forti i rischi di una sanzione. Poi c'è la questione stadio, affrontata ieri di persona da Thohir e Barbara Berlusconi. Per parlare di questi argomenti FcInterNews.it ha interpellato l'esperto giornalista di sport e finanza de Il Sole 24 Ore Marco Bellinazzo. Ecco le sue parole sui temi caldi in casa nerazzurri, con prospettive e scenari futuri.
L’Inter si presenterà a Nyon dalla Uefa per il Financial Fair Play. Cosa si deve aspettare la società nerazzurra?
“Credo che, come ho scritto nel mio blog, l’Inter rischia oggettivamente di subire una sanzione in virtù del fatto che nei tre anni sotto osservazione da parte dell’Uefa ha avuto un deficit superiore ai 200 milioni contro quello consetito di 45. Questo dovrebbe portare alla sanzione per un motivo oggettivo. C’è il fatto che il deficit non è calato preventivamente come era necessario accadesse. Questa può essere, se vogliamo, l’aggravante. L’attenuante d’altro canto è che in questi anni si è lavorato molto sul monte ingaggi, portato a 70 milioni, contro i 180 da cui si partiva anni fa. Può essere considerata un’attenuante dai giudici contabili. Si dovrebbe arrivare a una sanzione pecuniaria non eccessiva, in virtù anche di un impegno per accelerare il processo di riequilibrio dei conti. Da questo punto di vista incideranno le strategie di Thohir per l’internazionalizzazione del brand, ma anche la parte sportiva. Tornare in Champions sarebbe fondamentale per i conti del club. Per quanto si possa infatti ridurre i costi, se non si aumentano i ricavi rischia di diventare come un cane che si morde la coda. Diminuire i costi vuol dire necessariamente abbassare il livello tecnico della rosa. Poi c’è anche la questione stadio…”.
Ieri c’è stato un incontro tra Thohir e Barbara Berlusconi, qual è lo scenario più probabile? E con quale piano si potrebbe fare un passo avanti sul fronte dei ricavi?
“Lo scenario più probabile è che Inter e Milan restino a San Siro insieme per le prossime tre stagioni almeno, ma lavorando sullo stadio con un’importante ristrutturazione, che va al di là delle opere di modernizzazione che verranno fatte per la finale di Champions del 2016. L’ideale sarebbe fare dei lavori per ridurre la capienza sui 60 mila posti e aumentare le aree di skybox e ospitalità per le aziende importanti. Da questa tipologia di posti arrivano i grandi introiti anche per i top club europei. Si dovrà fare ancora di più su questo fronte. Poi serve una stadio cablato per offrire una connessione a internet veloce. Poi ammodernare la struttura della ristorazione e dei servizi dentro e fuori dallo stadio. Questi investimenti, divisi tra due club, possono garantire un aumento importante dei ricavi già nell’immediato, sui 10 milioni all’anno. Si tratta di una cifra considerevole visti gli investimenti minimi, sarebbe un ritorno veloce. E’ chiaro che dopo le tre stagioni servirà prendere una decisione perché i due club facciano, nel caso della convivenza o della decisione dell’addio di una delle due, una ristrutturazione più ampia che comprende l’area del trotto, in attesa che arrivi anche la metropolitana per migliorare i collegamenti. Per fare interventi più decisi…”.
Quale scenario si può prevedere in caso di permanenza solitaria dei nerazzurri? E’ possibile una sorta di acquisto dello stadio dal comune per aumentare l’incasso?
"Forse si potranno iniziare delle trattative con il comune ma non credo che vogliano rinunciare a una struttura come San Siro. Sono questioni che ventralmente saranno trattate a Palazzo Marino. In questo casi ci sono delle soluzioni intermedie, come per l’Udinese, con la concessione ventennale o trentennale, arrivando addirittura a 99 anni. Si tratta quasi di una cessione, ma il Comune rimane il proprietario formale. Potrebbe essere la soluzione se Inter e Milan restassero facendo investimenti importanti, sui 50-100 milioni per lo stadio. Real E Barça, per fare un esempio, pensano a ristrutturare i loro impianti e hanno in cantiere un investimento da 400 milioni".
Quali prospettive ci sono sul prossimo bilancio nerazzurro, in ottica finanziamento e FFP?
“Dalle indiscrezioni si parlava di un deficit sui 50 milioni. Si tratta comunque di proiezioni complicate da fare. Il piano per il 2014, approvato ieri, si dovrebbe chiudere con un rosso da 90 milioni. Arrivare a 50 significa avere meno costi o maggiori ricavi per un totale di 40 milioni. La riduzione del monte ingaggi è stata importante, intorno al 30%. Questa permetterebbe di abbattere il rosso di circa 20-30 milioni. Poi dipenderà molto dal cammino in Europa League dell’Inter. La competizione ha introiti inferiori alla Champions, ma con le semifinali si porterebbero a casa una quindicina di milioni. E la stessa cifra arriverebbe dagli incassi dal botteghino. Per l’Inter è importante questo passaggio di abbattimento dei costi e aumento dei ricavi anche per l’obbligo di ripianare il finanziamento ottenuto pochi mesi fa per riconvertire l’indebitamento. C’è un piano quinquennale che impone all’Inter di restituire quanto è stato garantito e gli interessi di circa 10 milioni all’anno. Ne segue che l’equilibrio dei conti diventa indispensabile anche per far fronte al finanziamento. Senza dimenticare che una parte dell’Inter è in pegno ai creditori, che poi è quella che produce i ricavi, come quelli da sponsorizzazioni. In questo tema servirà capire cosa farà Pirelli la prossima stagione, so che potrebbe non restare come main sponsor dell’Inter. I nerazzurri cercherebbero così un altro sponsor che potrebbe mettere sul piatto più soldi. Ma questo dipenderà anche dall’esito del campionato e dal raggiungimento o meno dell’obiettivo Champions. Per questo si tratta di un momento cruciale per il club”.
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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