Quando ieri pomeriggio abbiamo sentito dalla tribuna stampa del Meazza i cori della Curva Nord in favore di Stefano Pioli, in tanti ci siamo chiesti quando fosse accaduto l'ultimo volta che un tecnico avesse avuto un tale sostegno popolare. Le stagioni recenti sono state buie, per la maggior parte. Di allenatori amati dalla piazza non ne sono passati a bizzeffe. Leonardo ha vinto una Coppa Italia e qualche piccolo coro è riuscito a prenderselo, forse più per sfottò ai “cugini” che non per un reale feeling con il pubblico. Volendo c'è stato di mezzo un Mancini-bis e metà campionato, quello passato, vissuto in testa alla classifica o giù di lì. Eppure, andando a memoria, gli ultras erano rimasti fedeli alla propria scelta di non sostenere il singolo, ma il complesso. Da anni non si ascoltano più i classici canti a favore dei giocatori e quanto accaduto a settembre con Icardi non ha aiutato in ottica di un eventuale passo indietro.

Il resto del pubblico, quando ieri sono partiti i cori per Pioli, ha applaudito. Si è reso partecipe dell'incitamento. Si dirà: quando vinci 7-1 è più facile pensare di andare avanti con lo stesso cavallo. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che dietro l'appoggio al tecnico ci sia una parte di avversione verso la concorrenza, nello specifico Antonio Conte, il cui passato bianconero potrebbe avere un peso presso i più intransigenti “bauscia”. Sarebbe il motivo sbagliato, basti ricordare che Trapattoni ha vinto lo scudetto dei record nel 1989 dopo aver costruito un curriculum vincente negli stessi lidi, ma l'umore del tifoso medio è un aspetto che spesso viene tenuto in considerazione.

Sia come sia, ha ragione lo stesso Pioli: in questo momento non si parla di cosa avverrà da fine maggio in poi perché il futuro dipende dal presente, l'unico aspetto su cui è giusto concentrarsi. Determinate valutazioni saranno già cominciate ora, nelle segrete stanze tra Corso Vittorio Emanuele (Milano) e “Palazzo Suning” (Nanchino). Il pubblico del Meazza, ieri composto da 60.000 unità e non da una sparuta fazione nerazzurra, ha lasciato un messaggio vocale agli Zhang: per noi l'allenatore merita di andare avanti. Nell'ascoltarlo in Cina si emozioneranno un pizzico meno rispetto al tecnico, a cui tale dimostrazione non poteva che fare effetto. E' un segnale da non sottovalutare, però, qualora la stagione dovesse finire positivamente. Di certo non si potrà dire, come accaduto per qualche predecessore al timone, che Pioli sarà andato via per mancanza di feeling con l'ambiente esterno.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 marzo 2017 alle 00:00
Autore: Mattia Todisco
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