Oggi è il giorno delle elezioni politiche: il futuro dell'Italia passa dalle crocette che oggi milioni e milioni di cittadini apporranno su una scheda elettorale in un' urna maleodorante. Una roba abbastanza importante, di quelle che fra qualche decennio potrebbe e dovrebbe finire sui libri di storia. Poco importa però delle elezioni politiche se lo stesso giorno c'è il derby di Milano.

Sarà un derby a suffragio universale. Se fino a dicembre solo la Milano nerazzurra aveva voce in capitolo nella corsa alla Champions League, adesso anche quella rossonera ha diritto di voto. E questa storia del suffragio a Luciano Spalletti non piace per niente: non perché non sia un democratico, ma perché è un poltronista, che nel mondo del calcio non per forza è una cosa negativa: quel quarto posto non lo vuole mollare, soprattutto dopo una campagna elettorale condotta stupendamente da settembre a dicembre, durante il primo mandato del girone d'andata. Adesso, però, è un'altra storia. Ma il secondo mandato, quello del girone di ritorno, è il più delle volte quello che verrà ricordato di un governo. Sarebbe un peccato buttar via tutto il lavoro fatto, riforma dopo riforma. 

Certi del fatto che l'affluenza alle urne (rosse, arancio, verdi o blu; primo, secondo o tezo anello che sia) sarà altissima, è bene fare un riepilogo del programma di uno dei due candidati: Luciano Spalletti.
No alle fake news, perché se ci si crede "Siamo messi malissimo". L'Inter è da sempre stata attaccata il più delle volte gratuitamente dai media: il caso più recente è del Sole 24 Ore, messo a tacere in sole 24 ore e anche meno. E' bene sapere che l'Inter è mira gradita degli addetti ai lavori, quindi bisogna fare attenzione a dar credito a quanto riportano. Figuriamoci se la fonte del misfatto è una nota vocale di Whatsapp.
- Faccia cattiva, come ricordato dal candidato Premier ieri in conferenza stampa. Perché per far vivere bene i propri elettori bisogna essere consapevoli dei propri mezzi e non aver timore della propria ombra. L'indice di gradimento era al massimo quando Vecino e compa... ministri sbancavano l'Olimpico e battevano la Roma con sfacciataggine e cattiveria, appunto. Non quando Vecino e ministri sbagliavano appoggi di un paio di metri dopo 7 secondi dal fischio d'inizio della gara contro il Benevento
Protezionismo e aumento dei dazi, perché chi gioca per l'Inter deve esserne onorato. Il dazio da "pagare" per indossare la maglia è alto, la valuta che circola ad Appiano è quella del sudore e dell'abnegazione. Intollerabili certi atteggiamenti visti in campo negli ultimi 2 mesi. Chi gioca per l'Inter fa parte di una famiglia dal sangue blu (e nero).
Si all'Europa (quella che conta), citando uno slogan già usato da "Gli Autogol", perché senza Europa i problemi della valuta interista sarebbero devastanti, e il lavoro del Ministro degli Esteri Walter Sabatini sarebbe quantomeno difficile, per usare un eufemismo, da portare a termine. Oltre all'inflazione, sarebbe un danno grosso anche per il Prodotto Inter... no Lordo, il famoso PIL, insomma.

Il programma presenta pochi punti e per nulla complicati. "Siamo messi malissimo" è un partito/movimento che vuole fare il bene dei suoi elettori, gli interisti. Il suo candidato, Luciano Spalletti, ha sposato la causa dal primo giorno in cui è arrivato a Milano, quando usò la prima persona plurale "Noi" per parlare dell'Inter e dei suoi tifosi. 
Gli interisti non sono un elettorato semplice, ma sono un elettorato innamorato. Sono chiamati baùscia, traducibile in spaccone: hanno un po' la puzza sotto il naso, sono avari di applausi e molto critici. Ma poi basta condividere una foto su Instagram e annettere due pallini nerazzurri per farli felici e farli reinnamorare. E sono fantastici proprio per questo. Spalletti questo l'ha capito, e votare per lui domani, a San Siro, vorrà dire sposare ogni punto di quel programma, perché qualcosa qui deve cambiare.

Troppi anni passati a guardare gli altri spartirsi le poltrone in Parlamento Europeo che per storia, blasone e il più delle volte per valori tecnici dovrebbero appartenere all'Inter. Sarebbe un disastro e un peccato non centrare l'obiettivo anche quest'anno. E domani è un crocevia importante, perché vincere alle comunali vorrebbe dire fare fuori dalla corsa una coalizione, quella rossonera, che settimana dopo settimana sta riscuotendo sempre più consensi, al punto che gli exit poll la vedono in vantaggio. Anche per questo le comunali contano, perché dall'esito delle comunali dipende il sapore del caffè al bar, la cravatta rossa o blu da evitare domani per andare a lavoro, l'umore sereno che ritarda di qualche secondo il colpo di clacson quando scatta il verde. Per questo e per tutto quanto detto prima, oggi VOTA LUCIANO SPALLETTI.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 marzo 2018 alle 00:00
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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