La vittoria ottenuta a Modena col Carpi ha due volti ed è bene mostrarli senza sfidare il paradosso. L’Inter è in testa a punteggio pieno mentre altre grandi squadre palesano difficoltà. Jovetic è un campione ed è anche un giocatore cresciuto nel temperamento, non solo per i gol ma per la voglia che ha messo in campo e le giocate mai banali in una gara senza ritmo. E’ importante sottolineare che la squadra scesa in campo è nuova per quattro undicesimi, non ha ancora gli automatismi necessari per poter tenere palla congelandola o aumentandogli la velocità a piacere, inoltre molti giocatori in campo e in panchina sono ancora al centro di trattative di mercato. Se pensiamo a Juan Jesus, Nagatomo, Guarin, D’Ambrosio e persino Hernanes, è impossibile non considerare con quale testa si siano preparati a questa partita. E qui finiscono le considerazioni positive misto giustificazioni  per una squadra che punta dichiaratamente al terzo posto per andare in champions, una posizione che la tradizione italiana nella competizione continentale, non garantisce assolutamente l’accesso ai gironi. Dunque il vero obbiettivo dovrebbe essere almeno il secondo posto.  E se si punta tanto in alto l’indulgenza ha meno spazio.

In questa squadra ci sono troppi giocatori che staccano la spina e mandano avanti una sorta di avatar che gioca al loro posto e fa il minimo sindacale. Nella prima mezz'ora l’Inter ha tenuto il pallino del gioco e rischiato niente. Poi realizzato il gol è tornata la squadra indolente, ciondolante e priva di personalità. Ha abbassato il ritmo e si è esposta a due azioni pericolose di un Carpi che non aveva teoricamente mezzi tecnici, tattici e fisici per impensierire anche una sola volta Handanovic. Invece si è rigenerata una bolla, quella perversa mentalità che atavicamente colpisce i giocatori che indossano il nerazzurro e improvvisamente la lentezza ha annunciato l’arrivo della prevedibilità. Si può vincere una partita, forse due e altre ogni tanto senza la mentalità vincente. Ma non puoi vincere uno scudetto o comunque non puoi creare continuità se la testa è velleitaria. Non ho dubbi che questi 6 punti siano importanti anche per dare più tempo a Mancini per organizzare meglio il gioco ma questi nove giorni il tecnico vedrà molti giocatori importanti partire per le rispettive nazionali e potrà lavorare solo con una parte della rosa. E quando torneranno ci sarà il derby, una gara in cui si gioca con tante motivazioni e non ci sarà bisogno di caricare la squadra. 

Mancini è stato visto sacramentare dalla panchina, inveire, deprimersi, incitare ed esplodere per le giocate stanche del centrocampo. In effetti Kondogbia è apparso fisicamente esaurito, senza energie nervose per reggere i novanta minuti. Non ho alcun dubbio che giocherà molto meglio tra un mese o due, avendolo visto diverse volte nel Monaco con un piglio e una presenza di grande spessore. Ma Medel è sempre Medel e se messo in quella zona del campo diventa un rallentatore del gioco, Guarin resta fedele alla sua fama e si produce in giocate interessanti per poi perdere palloni banali. Resta insomma un anarchico che gioca una sua partita capace di proporre un enorme contrasto tra i lampi di lucidità e quelli di buio assoluto nella lettura dei movimenti. Logico perciò avere una squadra che cercava di produrre un gioco senza riuscire ad aumentare la velocità se non per merito di giocate individuali. Mi ha irritato Santon perché gioca come le sue discese. Promette ma non mantiene, proprio come quando prende la palla, riesce ad arrivare in fondo e invece di tirare o crossare la da indietro o perde troppo tempo. 

E’ vero che questa squadra è figlia di una rivoluzione incompleta. Ed è anche  vero che questa resterà incompleta perché non si possono spostare e aggiungere tutte le pedine, nella misura in cui l’ha in testa Mancini, in soli tre mesi. Specie se devi fare una colossale campagna acquisti con il fair play finanziario pronto a colpirti come una mannaia. L’arrivo di Perisic e il ritorno di Icardi daranno maggiori opzioni ma il centrocampo senza un vero creatore di gioco e gli esterni senza giocatori convincenti saranno il vero problema di questa prima parte di stagione. Il secondo atto della sessione di calciomercato potrebbe risolvere il problema in parte.

L’Inter ha dunque vinto, niente panico, solo che diverse cose non vanno e rischiano di non andare a lungo. Ne parleremo la prossima settimana quando si potrà fare il bilancio definitivo di un calciomercato davvero appassionante.

Amala

Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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