Che aggettivo dare a una vittoria in casa ottenuta contro una squadra tignosa come il Genoa? Promettente? Incoraggiante? Normale? I fatti dicono che l’importanza di questo successo viene dalla risalita in classifica, un ottavo posto che pone la squadra di Pioli a 4 punti dall’Europa League. Logico dunque accogliere la vittoria con soddisfazione moderata, anche perché a giudicare dalle premesse le cose avrebbero potuto andare davvero male e la contestazione avrebbe travolto tutto e tutti lasciando solo macerie.  Invece l’Inter ha giocato a calcio e gestito il risultato grazie ad una prestazione importante di Brozovic, aiutato da un volitivo Joao Mario e, nel secondo tempo, persino da Felipe Melo, che ha disputato 45 minuti promozionali.

L’inizio della partita è caratterizzato da un'imponente nebbia, dalle scelte rivoluzionarie di Pioli con l’assetto tattico  aggiornato con la difesa a tre e dall’ostilità del pubblico. Il silenzio della Curva Nord e la palese insofferenza, quasi teatrale, di un pubblico deciso a protestare fin da principio verso questi giocatori, scelti tardivamente come i responsabili di una stagione ancora più orrenda delle altre, rendono tutto maledettamente complicato. La gara è subito surreale, con questo clima da fiaba nera e il ringhio degli spettatori petulanti, la squadra non sa che partita fare, deve prima capire dove si trova, come giocare a tre e sperare che qualcuno li sostenga. Invece dalla nebbia arrivano disappunti per ogni appoggio sbagliato e il già fragile spirito dei protagonisti va ulteriormente in confusione. Su tutti Palacio, incapace di pensare e agire velocemente in fase di contropiede.

La difesa persiste nella sua inefficienza e regala a Lazovic un momento di gloria. Handanovic compie due belle parate, gli sbandamenti diventano troppi e il Genoa sente l’odore della paura. Invece, all'improvviso, un atto di coraggio corale spinge l’Inter nella meta campo avversaria. Prima Nagatomo poi Icardi mettono paura al Genoa e alla fine arriva il gol da un calcio d’angolo che permette a Brozovic di piazzare il piattone su una respinta della difesa rossoblu. L’Inter vive cinque minuti di inatteso entusiasmo e corre senza i ceppi fino al termine della prima parte. Il temutissimo secondo tempo, quello durante il quale la squadra cessa l’attività e lascia agli avversari l’iniziativa, in realtà parte bene. La sostituzione di Eder per far posto a Felipe Melo funziona, grazie ad una maggiore copertura e una convinzione che raramente la squadra mette.

Pioli in panchina si sbraccia e dimena, il vantaggio di un gol non rilassa nessuno e deve arrivare la doppietta di Brozovic per chiudere il conto e rilassare l’infreddolito e risentito pubblico nerazzurro. La difesa ha sofferto soprattutto sulla corsia occupata da Nagatomo che, oltre ai suoi  limiti, non è mai stato adeguatamente protetto. La vittoria alla fine è meritata ma permettetemi di dire che, pur condividendo il disappunto dei tifosi e la rabbia per le umiliazioni a cui i giocatori hanno sottoposto la maglia, non è mai stato furbo creare un clima di aperta animosità prima e durante una partita in casa.
Ho scritto parecchi editoriali contro i giocatori e criticando la società per parecchie situazioni che ancora oggi non accennano a mutare, ma non ho mai compreso il significato di una contestazione all’interno di una partita.

Ci sono molti modi per protestare e lo sciopero del tifo della curva con uno striscione eloquente era più che sufficiente ma urlare ad ogni errore, indignarsi per tutte le imprecisioni è solo un modo di fare un favore agli avversari. Siamo tutti d’accordo sulla clamorosa superficialità di parecchi giocatori ma Il campionato è ancora lungo e non ha senso imbastire un clima da redde rationem con ancora 20 partite da giocare. 

Ausilio intanto ha confermato Pioli anche per la prossima stagione, con tutto il rispetto per lui, lo aveva fatto anche con Mancini e De Boer e pochi giorni dopo sono stati entrambi esonerati. La prossima settimana si gioca a mezzogiorno a casa del Sassuolo, poi si chiude il 21 con la Lazio. In pratica la stessa partita che la scorsa stagione fece crollare il castello di carte e aprì alle tensioni. Sarebbe utile che nei prossimi giorni si parlasse meno di calciomercato e più delle partite che potrebbero riavvicinare l’Inter a posizioni più consone.

Amala

Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 dicembre 2016 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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