Parliamoci chiaro: l'Inter sta andando fortissimo e Pioli merita tutti gli elogi di questo mondo, ma rimane davvero complicato capire dove e come Roma e Napoli possano depauperare 8 e 6 punti in quest'ultima parte della stagione. Al netto degli scontri diretti, è vero che entrambe hanno ancora da affrontare la Juventus (però a casa propria), ma per il resto il calendario offre pochissimi appigli. Anche perché – come insegna la storia della Serie A – le rincorse sono faticose e prima o dopo si pagano.

Nessuna resa e nessun tentativo di mettere le mani avanti. Anche perché è evidente come i nerazzurri stiano pagando a carissimo prezzo quell'inizio pasticciato di stagione. E' solo semplice e sano realismo. E il fatto di caricare di così tanto significato Inter-Roma di domenica sa più di marketing che di aderenza alla realtà. In fondo, se ci pensate bene, la rincorsa dell'Inter è ormai l'ultimo argomento con il quale si possa mantenere vivo un certo interesse per il campionato italiano. Lo scudetto pare andato, le retrocessioni idem e la zona Europa League non ha mai scaldato i cuori. Cosa resta a chi deve vendere il pacchetto completo se non la cavalcata degli interisti verso quello che sarebbe un incredibile terzo posto?

Facile prevedere come dalle parti di Corso Vittorio Emanuele faranno gli scongiuri per queste parole ed è altrettanto chiaro che proveranno fino alla fine a raggiungere l'obiettivo dichiarato: giusto così. Ma, ragionevolmente, a oggi parliamo di un Everest da scalare.

Quello che invece lascerà in eredità questa stagione nerazzurra, però, sarà senz'altro una solidità ritrovata. Suning, con Jindong Zhang a capo, ha conferito al club nuova credibilità e grande speranza. Sentimenti forti, decisi. Profumi della Grande Inter che potrà essere. Umori assenti da anni da Appiano Gentile che si tramutano automaticamente in autostima, consapevolezza, esaltazione e fiducia. Si è capito che chi comanda ha le idee chiare e non bluffa affatto. Lo hanno capito gli addetti ai lavori, lo hanno capito i tifosi e lo hanno capito soprattutto gli avversari. Adesso non si scherza più tanto sul "Forza Inda". E più di qualcuno già teme che si scherzerà sempre meno.

Un'assicurazione sul futuro prossimo che mette al riparo anche dalle possibili delusioni di classifica a maggio. Siamo così sicuri sia meglio un terzo posto stiracchiato (magari con eliminazione nei preliminari ad agosto...) che una programmazione seria? No, decisamente no. Vincere è importante, ma non è l'unica cosa che conta. Non sempre. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 febbraio 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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