Una vittoria irreale, ottenuta in una trasferta difficile, contro un avversario motivato, nella domenica in cui si è ufficializzata l’uscita dall’Europa dell’Inter. Andreolli, un autogol ed Eder a rimontare una partita dall’epilogo inutile ma almeno confortante per un nerazzurro che non ha subito un altro oltraggio. Il ritmo blando di fine stagione e le capacità tecniche della squadra che, hanno rinnovato la certezza amara che la stagione è stata gestita come peggio non si poteva da tutti.

Fa rabbia rendersi conto di quanto capitale sia stato sprecato e quanto tempo sia stato perso. In sole due settimane, ad esempio, è accaduto quello che capita ad una società che va male, in un intero anno. Riepilogo: due settimane fa l'Inter disputa una partita moralmente imbarazzante contro il Genoa. Gioca senza interesse, prende un gol in modo ambiguo e sbaglia un rigore tirato in modo scocciato. Icardi ammette candidamente che una parte della squadra lo segue e un'altra no. Due sere dopo la società decide di esonerare Pioli, ma non si sa chi prende veramente questa decisione. La mattina dopo viene annunciato improvvisamente Walter Sabatini come nuovo coordinatore, prendendo in contropiede un po' tutti, soprattutto per la possibile sovrapposizione con il ruolo di Piero Ausilio. Tre giorni di silenzio, durante il quale i giornali scrivono di tutto e la società non interviene, non chiarisce.

Poi, prima di Inter Sassuolo, parla Piero Ausilio e ci racconta che era al corrente della scelta societaria da tempo ma il silenzio sulle traiettorie tra lui e Sabatini permane. L'Inter entra in campo e puntualmente perde con la squadra di Di Francesco, mentre il pubblico protesta e la curva esce dopo metà del primo tempo. Prima della partita e subito dopo Gagliardini, Handanovic ed Eder denunciano un vuoto societario, una mancanza di chiarezza e un lassismo della squadra, al netto di un assoluta assenza di stimoli e professionalità da parte di diversi giocatori dello spogliatoio.

Nel frattempo prosegue il casting per il nuovo allenatore, esponendosi pubblicamente agli eventuali e puntuali rifiuti, considerando che sono già impegnati. Qualche giorno dopo arriva anche una dichiarazione di Ausilio colta in una lezione universitaria, durante la quale conferma quanto immaginato sui motivi per cui l'Inter ha letteralmente bruciato tutta la stagione. Disorganizzazione societaria, pessime scelte unite ad altre non spiegabili e qualità umana all'interno dello spogliatoio ai minimi storici. Il diretto interessato spiega prima della gara con la Lazio: “Ero in un contesto particolare, davanti ad interlocutori diversi come studenti di giurisprudenza. Poi sono uscite e non è stato bello, ma mi sono chiarito con la società. Con la quale sono serviti 10 minuti per chiarirmi”. Dunque Ausilio resterà, nonostante i pronostici e le valutazioni che lo davano come sicuro ex dirigente dopo le dichiarazioni.

La sua permanenza è un aspetto marginale di una vicenda che in realtà, come segnala lo stesso dirigente, riguarda i vertici. Naturalmente lui è uno dei responsabili delle scelte fatte ma a me interessa la dinamica, non timbrare il cartellino dei forcaioli, i quali sperano sempre che con l'allontanamento di un dirigente o un allenatore i problemi si risolvano come naturale conseguenza. Ricordo bene anche quando Branca lasciò l'Inter e c’era questa convinzione che le cose sarebbero andate decisamente meglio. Molti hanno fatto altrettanto con le parole finalmente autentiche di Ausilio, il quale ha sbagliato tanto e in questi anni si è preso responsabilità che non dovevano spettare lui e a cui doveva opporsi. Ma non è mai colpa di un solo uomo, si tratta di una cultura societaria fallimentare, di meccanismi e scelte sbagliate come effetto di un impostazione senza metodo.  Tre cambi di proprietà e un uomo che si è accollato compiti che non era e non è in grado di assolvere, in nome di una fedeltà all' Inter che si può leggere come meglio credete.

Il concetto è però che quest'anno a sbagliare tutto è stata soprattutto Suning, la quale vanta grande credito da parte dei tifosi per il vero motivo che è qui in fondo da un solo anno e ha tanti soldi. La dimensione del sogno in cui ci ha proiettati lo stesso Zhang junior, facendo riferimento ai progetti straordinari del futuro e alla campagna acquisti faraonica, prossima a iniziare, ha fatto in modo di diminuire sensibilmente la percezione di quanta responsabilità ci sia nell’attuale proprietà. La speranza, quella vera, è che abbiano fatto tesoro dei loro errori e che Sabatini abbia davvero mano libera, senza vivere l'attuale momento di impasse. L'Inter infatti sta per cedere Perisic, pur sventolando la possibilità di arrivare a Di Maria, perdendo per strada dei giocatori che sembravano già nella sua orbita come Rodriguez, prossimo al Milan e Schick il quale sembra più vicino alla Juventus. Sarebbe ora che l’Inter si muovesse seriamente, senza divisioni e in fretta perché il tempo passa e anche le rivali si stanno muovendo. Amala

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 maggio 2017 alle 00:02
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
vedi letture
Print