Per l'ottava volta nella propria storia, l'Inter Primavera è salita sul carro di Carnevale sul quale esibisce con orgoglio la prestigiosa Viareggio Cup. Torneo a inviti che avrà pure perso un po' del suo charme internazionale vista la collocazione in calendario decisamente penalizzante, ma che riesce a conservare il fascino di un evento giunto quest'anno alla sua 70esima edizione. Un surrogato sontuoso, insomma, per una squadra che è stata eliminata dalla Youth League, il gotha del calcio continentale Under 19, per mano del Manchester City nella maniera più beffarda possibile dopo una lotteria dei rigori interminabile in cui Lombardoni e Zaniolo hanno avuto due match point a disposizione.

Onore, dunque, all'altra parte scura della luna nerazzurrina, quella spesso finita in secondo piano nascosta dietro la troppa luce emanata dai big alla Facundo Colidio: nel giro di due settimane, nell'appuntamento che ha unito ben 40 squadre di 5 diversi continenti, Stefano Vecchi è stato ben lieto di dar fondo a tutte le risorse a sua disposizione in rosa per sopperire all'assenza dei titolari che hanno dovuto rispondere alle convocazioni delle rispettive nazionali. Così, giorno dopo giorno, nel ruolo di sfavorita di lusso, l'Inter si è imposta con enorme facilità da prima della classe in un girone che, eccetto il Parma, non ha presentato insidie particolari. Per poi spuntarla ai rigori con la Pro Vercelli e all'ultimo respiro con il Genoa. Fino ad arrivare, sempre in posizione di svantaggio, alla resa dei conti con la Fiorentina, assetata di vendetta dopo la finale scudetto persa 290 giorni prima ma alla fine domata dopo i tempi supplementari con lo stesso, identico risultato di Reggio Emilia: 2-1. Da Vanheusden e Pinamonti a Belkheir e Vergani, il passaggio di consegne simbolico è arrivato ieri allo Stadio dei Pini.

La rete decisiva del sorpasso è stata messa a referto dal classe 2001 di Segrate, il volto fresco di un'Inter che (forse) avrà un futuro radioso e, ancora meglio, è già l'espressione di un gruppo che non ha mai avuto una profondità così accentuata come quest'anno: nel corso della manifestazione, in sette gare disputate, la fabbrica del gol è stata mandata avanti da ben 13 operai diversi. "La vittoria del gruppo”, il giorno dopo il trionfo, è una frase che perde tutti i connotati retorici per diventare prova numerica della solidità di un movimento che in questi anni ha prodotto o scovato - in giro per l'Italia, l'Europa e il mondo - ragazzi che si sono dimostrati all'altezza della situazione appena sono stati chiamati in causa.

Nel circolo virtuoso venutosi a formare specialmente per le ultime covate, il Settore giovanile della Beneamata è passato all'incasso tre volte l'anno scorso, con il Triplete tricolore di Primavera, Berretti e Under 17. Una filiera di successi che ha nell'Under 19 la sua sublimazione più compiuta: con il successo bis al Viareggio, nei suoi quasi quattro anni di mandato da tecnico della Primavera, sono ben cinque i titoli vinti da Stefano Vecchi. Più trofei che stagioni comunque vada a finire quest'anno per il bergamasco, fine gestore di ragazzi talentuosi in cerca d'autore. Che la vittoria a questi livelli l'hanno già trovata, e che in futuro dovranno cercare la sempre impervia strada per far evolvere le loro carriere nel mondo dei professionisti.

Intanto i tifosi hanno potuto vedere la 'scintilla' di questa meglio gioventù nerazzurra. La stessa della quale parlava Pierluigi Casiraghi, talent scout che ha contribuito alla storia di successo del Settore giovanile nerazzurro nel terzo millennio. Un'autorità in questo mondo in preparazione a quello dei grandi, nel quale gli occhi sono solo due piccole fessure dietro alle quali si nasconde tantissima competenza: "In un giocatore devo vedere qualcosa che me ne faccia innamorare calcisticamente. Resisto alla tentazione di rivederli una seconda volta in azione, rischierei di notarne i difetti", aggiungeva Casiraghi parlando di amore a prima vista per un giocatore sopra la media. Funziona così anche per i tifosi, il calcio è una passione travolgente: oggi i tanti che rimangono piacevolmente colpiti da questi ragazzi, domani chiederanno conto alla dirigenza del perché nessuno di loro troverà spazio in prima squadra. E' il calcio, signori. Ora tutti sul carro (di Carnevale) dei vincitori, tra qualche mese tutti giù per poter dire 'io l'avevo detto che l'Inter non valorizza i suoi giovani'. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 marzo 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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