Domani buon allenamento sul prato del Meazza contro i dilettanti della Stjartan, già sconfitti nettamente in Islanda, per entrare ufficialmente nei gironi di Europa League. Prezzi popolari e ingresso gratis per gli abbonati in modo da creare un po' di ambiente alla prima stagionale dei ragazzi nella loro casa. Ma il popolo nerazzurro freme per l'esordio in campionato. Domenica sera si farà maledettamente sul serio all'Olimpico di Torino contro i granata di Giampiero Ventura. Torino-Inter: una delle classiche del nostro calcio, campo tradizionalmente ostico per chiunque dove, per vincere, bisogna giocare bene, ma soprattutto lottare. Tutti per uno, uno per tutti. Questo lo slogan che dovrà caratterizzare in questa stagione la banda di Mazzarri che già nella pre-season, come dicono quelli bravi, ha dimostrato di voler giocare da squadra, lasciando per strada personalismi nocivi alla causa.

Ci si avvia ad una annata chiave per i colori nerazzurri. Si tratterà della prima vera Inter di Erick Thohir e anche di Walter Mazzarri, dopo una stagione contraddittoria, con più ombre che luci e che non ha alzato il livello di popolarità del tecnico nei confronti dei tifosi. Ma ritengo sia stato giusto offrire un'altra chance a un allenatore comunque importante, con idee a volte monotematiche, ma in grado di ottenere il risultato finale. Lo dice la sua storia. Il mercato non è finito, l'ottimo Piero Ausilio sta lavorando per completare il lavoro, prima in uscita e poi in entrata, magari con la ciliegina sulla torta all'ultimo respiro. Il sogno si chiama Ezequiel Lavezzi, uomo di Mazzarri che saprebbe come impiegarlo in questa Inter come nessun altro. L'arrivo del Pocho in nerazzurro, non nascondiamoci, equivarrebbe a un'impresa che sembra difficile da realizzare in tempi dove è prioritario il risanamento del bilancio. Ma Thohir, proprio perché attento al business, sa anche che l'ingresso in Champions League sarebbe fondamentale per aumentare gli introiti e la popolarità dell'Inter in mondi sinora sconosciuti, calcisticamente parlando. Chi vivrà vedrà.

Non resta che attendere le 23 di martedì 2 settembre, quando il big-ben del calciomercato dirà stop. Intanto bisognerà partire bene con il materiale a disposizione che, come ho già scritto, pare più qualitativo di quanto sembri a una prima, superficiale, lettura. Entriamo nel dettaglio. Samir Handanovic è ufficialmente tra i tre o quattro migliori portieri al mondo. I centrali difensivi rispondono al nome di Juan Jesus, Nemanja Vidic e Andrea Ranocchia, con Campagnaro e Andreolli di rincalzo, in attesa che si sblocchi la pratica Rolando. Non mi pare che in Italia ci sia di molto meglio. Gli esterni non saranno fenomeni, però con Mazzarri rendono. Jonathan e D'Ambrosio da una parte, Dodò e Nagatomo dall'altra. Due per ruolo, anche intercambiabili e quindi con possibiltà di rotazioni interessanti per rendere al meglio sia in campionato che in Europa League. A centrocampo, partito il grande Esteban Cambiasso, manca forse il vero leader. Ma un reparto che può contare sulla forza fisica e sulla grinta di Pitbull Medel, sulla capacità di M'Vila, sulla tecnica e fantasia di Hernanes e Kovacic, intriga non poco. E ai margini sono comunque ancora in organico Guarin ed Alvarez. Così come l'attacco, con Mauro Icardi che ha nelle corde i 20 gol, la certezza Palacio, l'entusiamo e il talento di Osvaldo. E poi, chissà... Walter Mazzarri studi bene gli ingredienti e ci faccia gustare un buon piatto.

Sì, ho deciso di essere ottimista per quest'Inter in piena fase rivoluzionaria dopo anni di trionfi, ma in un altro periodo storico, più florido economicamente. E allora tutti per uno, uno per tutti. In campo, sugli spalti, in società. Se così sarà, ne vedremo delle belle. 

PS. Lele Oriali è il nuovo team manager della Nazionale italiana. In bocca al lupo ad un Campione del Mondo dell'82 e bandiera dell'Inter. Non c'è azzurro vincente senza un po' di nerazzurro.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 27 agosto 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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