Forse Adriano si aspettava un altro tipo di festa, ma dopotutto anche l'ex Imperatore si sarà divertito mercoledì sera a San Siro. Prendendo spunto dai bolidi del brasiliano, Banega, per par condicio dopo la Roma, trafigge pure la Lazio spianando la strada al 3-0 nerazzurro. Tre come le vittorie di fila in campionato degli uomini di Pioli, ma i tifosi stiano attenti ai facili entusiasmi: anche De Boer aveva battuto Pescara, Juve ed Empoli, poi sappiamo tutti com'è finita a lui e ai suoi propositi di imparare l'italiano.

Risultato che non era mai riuscito a ottenere Mazzarri (ma a quei tempi l'Inter non gli comprava di certo Luiz Gustavo), mentre Mancini nello scorso campionato riuscì a inanellarne addirittura cinque (Atalanta, Carpi, Milan, Chievo Verona ed Hellas), poi ci fu il crollo iniziato proprio con la sconfitta subita prima di Natale contro i biancocelesti, allora allenati dal tecnico che oggi siede sulla panchina nerazzurra e che mercoledì a fine partita aveva in viso uno strano ghigno.

Ruolo da antagonista lo scorso 21 dicembre per Candreva, oggi fra i protagonisti della rinascita della squadra di Pioli. A differenza della passata stagione stavolta la doppietta l'ha fatta Icardi, la quarta per l'argentino nelle ultime cinque gare disputate in casa, la sesta in questo campionato; e sarebbe stata tripleta se non ci fosse stata di mezzo la traversa. Tre (o forse qualcuno in più) come i comunicati e gli striscioni con cui la Nord ufficializzava la scelta di delegittimarlo del ruolo di capitano. Lui continua a segnare tenendosi stretta la fascia e lo fa con una certa predilezione sotto quella curva.

Anche Mauro il trascinatore è cresciuto e lo dimostrano i suoi numeri da vero bomber, ma il dato che più emerge è quello legato alla difesa: tre sono anche le partite consecutive in cui l'Inter oltre a vincere non ha subito nemmeno un gol, protetta sempre dai suoi tre scudieri, Handanovic, Miranda e il rinato Murillo, che pare abbia superato la sindrome di Juan Jesus. Alla ripresa Pioli vorrà prolungare la striscia nella sfida del Friuli con l'Udinese, quasi un remake della gara giocata il 6 gennaio 2013 alle 12.30: allora l'Inter di Stramaccioni affondò 3-0, perciò guai a esagerare anche stavolta con i panettoni.

Tre...nta sono i punti che attualmente l'Inter ha in classifica. Una risalita che ha ridato chance per una qualificazione in Champions League che manca da troppo tempo. Il mese di gennaio (il tecnico l'ha giustamente sottolineato nel dopopartita) sarà colmato da impegni importanti e decisivi: dopo i friuliani, i nerazzurri scenderanno in campo contro Palermo, Chievo e Pescara. Gare sulla carta tutte da vincere per giocarsela fino in fondo per la piazza numero tre e sfidare la Juventus allo Stadium con rinnovate ambizioni, accontentandosi per quest'anno di poter esser l'anti-anti-Juve.

Trenta come anche i milioni spesi per Gabigol, uno degli inghippi che Ausilio deve risolvere nel mercato invernale. Il brasiliano a ogni tocco di palla viene trascinato dal suo pubblico (si vede che non ha ancora scritto un'autobiografia), ma ovviamente né il sostegno dei tifosi né i passaggi di rabona basteranno a garantirgli minuti e permanenza. Il prestito in una squadra di Serie A che non sia troppo piccola (ma nemmeno troppo grande) può essere la soluzione che accontenterebbe anche il suo agente, divenuto più loquace come molti suoi colleghi con l'avvicinarsi del periodo natalizio.

Come ha ricordato Wagner Ribeiro, lo stesso Adriano dopo il prestito al Parma è tornato all'Inter da 'Imperatore', da ciò diremmo noi la sua attrazione per i piaceri conviviali. La speranza sarebbe che anche Gabriel Barbosa possa mettere da parte il suo cognome da 'pirata dei caraibi' e diventare finalmente Gabigol. Nell'attesa, Pioli se riuscirà a trovare la continuità che è mancata ai suoi predecessori potrà forgiare un'Inter ancora più tremenda, ma solo per le sue avversarie: attenta, solida e intelligente anche quando c'è da soffrire e spietata nel colpire usando al meglio le sue armi. Un'Inter come quella vista mercoledì sera contro la Lazio non deve aver paura di nessuno, nemmeno del suo passato.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 dicembre 2016 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
vedi letture
Print