L’Inter di Luciano Spalletti ha ottenuto il terzo successo in altrettante partite di campionato. E fra i principali meriti della squadra nerazzurra, c’è anche quello di averlo ottenuto contro un’avversaria che si è rivelata essere una signora avversaria: giusto riservare in apertura i meriti alla Spal di Leonardo Semplici, che dopo il lunch match di domenica a San Siro si è guadagnata i galloni di squadra di assoluto rispetto. Chi si aspettava la classica provinciale barricadera tutta difesa e qualche contropiede sporadico è stato smentito, perché gli estensi se la sono giocata di par loro, difendendo sì ma con molto ordine e anche cercando di costruire gioco creando qualche difficoltà, sopperendo al tasso tecnico minore con una bella dose di ‘garra’. Alla fine, gli applausi dei quasi 60mila che hanno popolato San Siro in un giorno di pioggia sono stati anche per loro, e sono stati ampiamente meritati.

Esce a testa alta la Spal, anche se a mani vuote dopo un pareggio e una vittoria. E qui entrano in gioco i meriti dell’Inter, arrivata al terzo giro di questa Serie A a punteggio pieno in compagnia delle due principali contendenti per lo Scudetto, ovvero Juventus e Napoli: era successo l’ultima volta con l’Inter di Roberto Mancini due stagioni fa, ma rispetto a quella squadra che dopo una prima parte di campionato in vetta alla classifica scivolò fatalmente fino ad un quarto posto che non ha la valenza che ha adesso si sente, almeno per ora, un clima diverso. Facile dire che l’impronta di Spalletti si fa sentire, però questa Inter al momento in vetta alla classifica si poggia su una struttura differente: meno muscolare e più tendente ad un gioco ragionato, che regge ai colpi degli avversari senza crollare alle prime difficoltà. E soprattutto, con due certezze ormai conclamate.

L’asse tra Mauro Icardi e Ivan Perisic è ormai un fatto proverbiale, un timbro messo a fuoco sull’identità nerazzurra con tanto di celebrazioni ‘social’ da parte del club. L’argentino e il croato sono sempre più le colonne portanti dell’Inter, principali realizzatori della squadra (un pregio prima ancora che un difetto, perché comunque i bomber di scorta a questa squadra mancano meno di altri elementi sui quali non si è riuscito a ragionare a dovere in fase di campagna acquisti) e ormai riconosciuti top player di livello internazionale. Per il capitano ormai si è detto più o meno tutto: anche in una giornata di penombra come apparentemente è stata quella di domenica, è riuscito a timbrare nuovamente il cartellino su un calcio di rigore concesso dopo lunga consultazione tra arbitro e Var, e si è fatto valere in fase di non possesso, lavoro elogiato nel dopo partita dal vice di Spalletti Marco Domenichini, intervenuto nel consueto giro mediatico del post-gara essendo rimasto l’allenatore pressoché afono.

Chi continua a convincere è anche Ivan Perisic, e questa storia probabilmente ha ancora più valenza rispetto a quella di Maurito. Anche il croato era apparso un po’ col freno a mano tirato contro la compagine emiliana, anche se è stato da elogiare nel lavoro di aiuto al nuovo compagno di squadra Henrique Dalbert, schierato per la prima volta dall’inizio e autore di una prova nel complesso pulita anche se con qualche sbavatura qui e là, specie quando si è ritrovato puntato da Manuel Lazzari. Ma quella che sembrava una giornata da pochi acuti è stata ribaltata all’improvviso da una genialata, un colpo roboante come un tuono: un tiro al volo dalla potenza mostruosa, tale da far temere addirittura per l’incolumità del portiere biancoazzurro Alfred Gomis qualora questi fosse stato centrato da quel missile terra-aria. Un gol pazzesco, in una giornata di perle dal punto di vista realizzativo come quella di Ciro Immobile contro il Milan, che si distingue per capacità di coordinazione  e per potenza.

Un gol che suggella ulteriormente il legame tra Ivan Perisic e l’Inter, blindato nei giorni scorsi dal rinnovo del contratto fino al 2022, una lieta novella arrivata dopo un’estate decisamente particolare. Quel Perisic che alla fine dello scorso campionato segnava contro l’Udinese e poi salutava il pubblico del Meazza in compagnia dei figli Manuela e Leonardo sembrava un giocatore arrivato ormai al passo d’addio in Italia dopo due stagioni: c’era un Manchester United che chiamava, un José Mourinho che lo anelava forte di un accordo verbale raggiunto, si racconta, già a marzo, soprattutto le famigerate tenaglie del Fair Play Finanziario da allentare con la cessione forzata di un big.

Poi, però, le cose evolvono in maniera diversa: l’Inter supera brillantemente l’ostacolo con altre operazioni in uscita e decide di resistere alle offerte ritenute inadatte provenienti dall’Inghilterra. Il resto lo mettono Luciano Spalletti, bravissimo a integrare subito il giocatore nel suo sistema allontanandolo immediatamente dalle possibili ripercussioni psicologiche legate alla telenovela estiva (anche perché ormai il ragazzo aveva l'acquolina di Premier e di Champions League in bocca, inutile negarlo) e poi abilissimo a metterci la faccia ponendo il suo veto alla partenza, e anche il diretto interessato, comportandosi sempre da professionista inappuntabile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la partenza scongiurata, il nuovo contratto, e quelle dichiarazioni nelle quali si è detto volenteroso di migliorare ancora con il nuovo allenatore, professione d’umiltà da evidenziare per un giocatore che va per i 29 anni ed è quindi nel pieno della maturità agonistica.

Perisic che si lega all’Inter e Perisic che dell’Inter ormai ne incarna lo spirito. E in questo senso, vengono in aiuto anche i social: non solo i tweet dei tifosi del Manchester United disperati nel vedere le prodezze di Ivan con la maglia nerazzurra pensando che tali delizie le avrebbero potuto gustare loro ad Old Trafford, ma anche il suo profilo Instagram, lì dove un tifoso juventino che ha provato a fare da tentatore invitandolo nella sua squadra con la prospettiva di poter vincere si è beccato quello che in gergo tecnico viene definito un ‘blast’ in piena regola. Un MAI scritto così, tutto maiuscolo come a enfatizzare il concetto: il legame tra l’Inter e Perisic è più saldo che mai, e mai Ivan penserebbe di tradirlo per passare ad una delle rivali più acerrime.

Certo, il mondo del calcio è imprevedibile, e tutto quello che viene detto oggi può essere benissimo rimangiato domani, nessuno qui è nato ieri. Ma se da altre parti si usano parole come ‘chissà’, ‘vedremo in futuro’ e compagnia, quella di Perisic è una parola breve ma chiara: questo è il momento probabilmente più felice per lui, e MAI si sognerebbe di spezzare questo idillio. Ivan vuole goderselo tutto, senza curarsi troppo di quanto possa durare: una certezza, una di quelle che all’Inter servono come il pane.  
 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 settembre 2017 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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