È durata una settimana quella piacevole sensazione di essere ancora in gioco, di poter avere la chance di andare all’Olimpico e battere la Lazio andando in Champions. Invece i 70.000 di san Siro sono stati beffati da una prestazione nervosa dell’Inter e da un Sassuolo esageratamente motivato. Non tanto per la prestazione ma per lo strano atteggiamento di una squadra che non aveva nulla da chiedere e che ha perso tempo per tutto il match, anche quando era in parità. Squadra tesa all’eccesso ed errori tecnici che non si vedevano da tempo.

Una probabile spiegazione è che l’Inter, in questi anni, non ha mai giocato per qualcosa di importante e ha raggranellato solo qualche piazzamento da Europa League. La possibilità di agguantare la Champions ha fatto precipitare di nuovo la squadra in un undici uomini fragili e privi di personalità, come a gennaio e febbraio. Tante corse inutili, decine di cross destinati più alla periferia che al centro, sussulti ma anche pochissima testa e tanta, tantissima sfortuna sotto porta in tutta la partita. I gol clamorosamente falliti sono lo specchio di una stagione che l’Inter ha sciupato, in parte, per problemi evidenti di mentalità e per un'altra parte da un mercato che molti dimenticano sia stato più che deludente. Questo in risposta a chi è già davanti allo sportello esoneri per Spalletti.

Nel primo tempo l’Inter gioca un calcio lineare, persino elegante ma troppo posato. Il Sassuolo è in palla ma non disturba, mostrando comunque che, alla prima sbavatura è pronto a colpire. Fino alla tre quarti avversaria tutto bene ma poi le verticalizzazioni sono poche e i cross, come quasi sempre, fuori misura e con pochi giocatori pronti a raccogliere l’invito. Il pubblico s’infiamma in un paio di occasioni ma l’Inter non tira in porta, pur controllando la partita. Così dal primo vero pericolo per la porta nerazzurra scaturisce la punizione con cui Politano beffa la pessima barriera dell’Inter. Lo stadio si ammutolisce, poi reagisce con un applauso di incoraggiamento: è comunque la dichiarazione ufficiale di serata difficilissima.

L’Inter si scuote e da quel momento domina, facendo la partita che avrebbe dovuto fare dall’inizio, entra nell’area del Sassuolo con più convinzione, tira dalla distanza, impegna Consigli e sfora il gol in almeno tre occasioni. Il problema è che in occasione in cui la squadra di Iachini passa la meta campo la squadra timbra il certificato di fragilità, dominata dall’angoscia e la desuetudine a giocarsi qualcosa di importante nel momento che conta. In chiusura Icardi spolvera una riedizione di quello visto nel derby e si fa parare un gol fatto da tre metri. Non è serata. La prima frazione si chiude dunque con i neroverdi in vantaggio e conta poco che il pareggio sarebbe il risultato più giusto.

Nel secondo tempo colleziona palle gol, riuscendo a divorarsele per imprecisione, precipitazione e mancanza di lucidità. Il Sassuolo va vicino al raddoppio con un paio di contropiede. Al 57esimo entra Karamoh al posto di Candreva, il quale esce tra gli applausi dopo una prestazione incolore e zeppa di errori. A metà ripresa arriva il raddoppio di Berardi e la partita di fatto si chiude. L’Inter trova il gol che accorcia le distanze e continua a sbagliare nell’area del Sassuolo che cincischia rintanandosi davanti alla porta. È un assedio che però produce solo una delusione dopo l’altra per le troppe imprecisioni.

Finisce la partita e tanti saluti alla Champions che oggi la Lazio potrà trovare con una vittoria a Crotone. Qualunque cosa pensiate tenete a freno il rancore verso una squadra costruita in modo imperfetto in estate e corretta al meglio in corsa, senza soldi e ricorrendo esclusivamente a prestiti che probabilmente l’Inter non riuscirà a tenere. A differenza di altre stagioni però l’Inter ha un’ossatura e dei giocatori da cui si può ripartire. Il pubblico dell’Inter alla fine ha applaudito perché la squadra ha dato tutto e ha dovuto battersi anche contro la sua immaturità. Sono arrivati Lautaro Martinez e De Vrij ma per rendere l’Inter di nuovo all’altezza del suo prestigio Suning dovrà mettere Ausilio in condizione di fare un mercato importante. Spalletti è stato chiaro. Suning sarebbe ora che ascoltasse. Amala

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 13 maggio 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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