Non so se possa davvero esserci qualcosa di concreto. A sentire Ausilio siamo lontani anni luce dalla verità. Ma ogni virgola va presa con il legittimo dubbio soprattutto in un'epoca in cui da casa Inter filtra il minimo sindacale per farsi banalmente un'idea di cosa bolla in pentola.

L'arrivo di Stefano Pioli sulla panchina nerazzurra ha inevitabilmente attivato scenari di mercato che ripristinano l'asse Milano-Roma. Inter-Lazio, per la precisione. Nel recente passato i due club hanno trattato il trasferimento di Hernanes, operazione ben al di sotto delle aspettative considerato il ventello messo a bilancio dal club nerazzurro. Poi è stata la volta di Antonio Candreva, affare più costoso ma che, personalmente, ritengo stia pagando e continuerà a pagare dividendi nel breve-lungo periodo. Di certo c'è che andare a parlare con Claudio Lotito sia una tassa pesante da dover pagare per dar seguito alle proprie strategie di mercato. E se davvero l'Inter sia tornata a pensare a Lucas Biglia, a maggior ragione oggi che sulla panchina siede un suo sponsor, ci sarà da svenarsi ancora una volta. Sempre che la Lazio sia disposta a discuterne, questo va messo in preventivo.

Resta il fatto che la necessità di questo benedetto regista rischia di portare l'Inter su una strada finanziariamente pericolosa. Non metto minimamente in dubbio le qualità dell'argentino, che avrei preso ai tempi in cui per fuggire dall'Anderlecht e dal Belgio portava con sé certificati medici attestanti un certo malessere psicologico. In quei tempi con 8 milioni si potevano risolvere molti problemi. Ma, come spesso accaduto, a Milano si è scelta la soluzione rivelatasi errata con il trascorrere del tempo e il giudizio del campo. Sta di fatto che, esperimenti mal riusciti a parte, da quando Thiago Motta ha chiesto a Moratti in lacrime di andare a Parigi questo profilo in casa nerazzurra non si è più visto.

Personalmente non sono un maniaco del concetto di regista, mi sembra che venga esageratamente stressato, come se una squadra non potesse funzionare senza. In realtà penso che i piedi buoni e la velocità di pensiero a centrocampo possano sopperire a uno specialista del ruolo. Chiaramente non tutti possono improvvisarsi playmaker, serve un'adeguata preparazione, però un investimento su Biglia, prossimo ai 31 anni e con preoccupanti acciacchi alle spalle, oggi potrebbe essere un rischio. Calcolato, ma pur sempre un rischio. Né ritengo che Suning, alla luce della dichiarata volontà di puntare su giovani di qualità e affermati, sia propensa ad accettare una spesa di oltre 20 milioni, magari sacrificando un collega di reparto più giovane e futuribile. Un'operazione del genere mi sorprenderebbe, in altre parole.

Adesso magari mi si dirà che l'Inter ha bisogno di un giocatore del genere. Vero, farebbe comodo. Ma non è fondamentale quando altri meccanismi funzionano a dovere. Pioli, che ha goduto dei servigi dell'argentino durante la sua esperienza alla Lazio, sa bene cosa significhi nell'economia della manovra e certo non si opporrebbe se glielo regalassero anche oggi che guida l'Inter. Però potrebbe essere una forzatura dal punto di vista economico. Credo che sia meglio, in assenza di alternative, attendere la prossima estate e cercare un profilo più futuribile e di qualità, anche se più costoso. Dopotutto la proprietà, se il gioco vale la candela, ha dimostrato di non tirarsi indietro.

Per adesso si può andare avanti così, a centrocampo i piedi sono buoni e basta farli andare nella giusta direzione per regalarsi soddisfazioni. Compito di Pioli, che oggi avrà tutti a disposizione e si troverà a dover decidere chi lasciare fuori contro il Milan. Il favorito, al momento, pare Ever Banega, e questo la dice lunga. Permettersi di tenere a riposo un giocatore del genere è uno schiaffo alla miseria. E alla luce di questo, davvero sarebbe opportuno fare un altro regalo a Lotito?

Sezione: Editoriale / Data: Gio 17 novembre 2016 alle 00:08
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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