Conviene tornare a parlare di quanto successo martedì? Forse sì, anche brevemente. Perché quanto accaduto martedì sera sia in ogni modo monito per tutti. E va bene dire che l’Inter alla fine ha trovato probabilmente la formazione che, complice anche il lavoro di fino nella creazione dell’attesa dell’evento operato dai social media al seguito del Pordenone e spinta da un pubblico incredibile ed entusiasta, ben felice di tornare a casa pressoché ad alba inoltrata, alla fine ha scoperto di avere più motivazioni in assoluto, loro formazione di Serie C che ha deciso di giocarsi al meglio tutte le chips nelle proprie mani, sicuramente meglio di diverse formazioni di categoria maggiore che però hanno pensato soprattutto a non prenderle e a preservarsi, badando più agli obiettivi nei rispettivi campionati. L’Inter ci ha messo sicuramente del suo, prendendo l’impegno un po’ troppo alla leggera, al di là dei tanti elementi con poca benzina nelle gambe schierati e quant’altro.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una partita che sembrava senza alcuna storia diventata cammin facendo una sorta di psicodramma, con l’Inter che deve arrivare ai rigori trovandosi addirittura a pochi centimetri dal baratro di una clamorosa e raccapricciante eliminazione che avrebbe segnato la storia per questo e per tanti anni a venire, con buona pace di chi sa che queste cose succedono più spesso di quanto si creda anche in altre Coppe nazionali, FA Cup in primis. Sia benedetta la freddezza di Mauro Icardi, Matias Vecino e soprattutto Yuto Nagatomo se oggi possiamo parlare di un’Inter che ha guadagnato l’accesso ai quarti di finale e può proiettarsi al prossimo turno di campionato, un turno di campionato che arriva in un’atmosfera sicuramente particolare.

Particolare a partire dall’orario insolito, quello del sabato alle ore 15, che comunque favorirà il solito incredibile afflusso di pubblico sugli spalti di San Siro. Pubblico che mai come questa volta sarà protagonista, visto che sarà il giorno della tanto attesa festa di Natale organizzata dall’Inter (ampiamente in anticipo viste le contingenze del calendario) coi propri tifosi e già ampiamente lanciata con vari tweet e una canzone ad hoc diventata già una sorta di piccolo tormentone e che sarà cantata da tutti i presenti prima della partita. Starà poi a Icardi e compagni evitare che a cantare alla fine sia l’Udinese per proseguire nella sua corsa al vertice della classifica. Chi insegue i nerazzurri (e non solo) si affida al buon momento della formazione di Massimo Oddo e magari anche all’aria del Friuli e ai suoi possibili benefici per poter operare un nuovo sorpasso e magari in qualche ripensamento psicologico all’interno del gruppo nerazzurro.

Tutti al varco, insomma, una situazione che però, lo abbiamo capito, sta facendo felice il tecnico nerazzurro Luciano Spalletti. Che tra social e interviste varie ha ormai preso decisamente giusto a difendere la causa interista rispedendo al mittente con puntuali frecciate dicerie e sogghigni, e che anche nella conferenza stampa della vigilia, ha rimarcato anche con una punta d’orgoglio il fatto di saper recitare anche bene la parte dell’antipatico. Ma soprattutto, tra una battuta sui desiderata di mercato e un’altra sulle possibili scelte di formazione, ha sottolineato  quanto possa essere insidioso l’incontro di domani contro le ‘zebrette’, e non solo per i colori sociali essendo una squadra e una società che lui conosce avendo vissuto annate importanti da tecnico da quelle parti, e al tempo stesso quanto sia importante non perdere punti per strada in un momento in cui nessuno, usando la sua metafora, intende alzarsi sui pedali lì davanti. Per cui, ogni passo falso potrebbe avere un peso non indifferente. 

Pensare a battere l’Udinese, insomma, per riprendere il discorso dove lo si era lasciato dopo il pareggio, indubbiamente ricco di valore, dell’Allianz Stadium contro la Juventus. E anche per iniziare un ciclo di partite natalizie che prevede per l’Inter un copione assolutamente non light come quello di un cinepanettone, semmai insidioso e avvincente come la trama di un film d’azione. Quest’anno, infatti, sulla falsariga di quanto avviene in Inghilterra sotto l’albero ci saranno tante partite, e per i nerazzurri il calendario si preannuncia alquanto ricco di ostacoli: la partita col Sassuolo del 23 è un antipasto al ricco pranzo delle feste che prevede il 30 dicembre l’ormai consueto appuntamento dicembrino con la Lazio, mai come quest’anno importante per cercare di stabilire punti fermi sul discorso qualificazione alla prossima Champions. Alla vigilia della Befana, a Firenze, ci si giocano i dolcetti e il carbone, e dopo la sosta arriverà a San Siro la Roma di Eusebio Di Francesco, presumibilmente col dente avvelenato per quanto successo nel match d’andata. Insomma, ci sarà poco tempo e poco spazio per rilassarsi e brindare.

Tutto questo, però, senza dimenticare il regalo confezionato dal tabellone birichino della Tim Cup, che due giorni dopo Natale consegnerà agli archivi una nuova stracittadina milanese. Il Milan giocherà in casa, si presenterà con una nuova guida tecnica, avrà sicuramente voglia di far andare il panettone di traverso ai ‘cugini’ conquistando un traguardo non indifferente viste le difficoltà in campo e fuori delle ultime settimane.  Si dovrà stare leggeri, insomma, a pranzo il 25: perché l’Inter è attesa da un momento della verità, quello dove sarà importante dare dei segnali, delle autentiche ‘scosse’ alla stagione, come quelle evocate da Steven Zhang nel suo poetico racconto del derby. Perché lo tsunami o travolge o ti travolge.
 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 dicembre 2017 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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