"Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che facciamo mentre sta passando”. Stefano Pioli potrebbe tranquillamente fare sua questa massima pronunciata nel secolo scorso da Albert Einstein per far capire ai giocatori, ai tifosi e all'ambiente interisti che per costruire un grande destino occorre prima diventare padroni delle azioni che si possono controllare nel tempo presente. Faccenda alquanto complessa in un momento storico nel quale, secondo taluni, è più importante il mercato principesco che Suning condurrà in estate, rispetto allo sforzo necessario che Icardi e compagni dovranno compiere per ritornare nel calcio europeo che conta, laddove mancano dall'ormai lontano, considerata l'abitudine a determinati palcoscenici della Beneamata, 2012.
Per questi motivi, il tecnico emiliano, dopo il confortante ruolino di marcia fatto di sei vittorie consecutive ottenute in campionato, è diventato il maestro del vivere alla giornata, ovvero il sostenitore di quella filosofia esistenziale del 'carpe diem', del cogli l'attimo senza pensare al domani, che si preoccupa di godere del momento prima che questo fugga via ineffabile.
In questo modo, seguendo questo principio, la testa deve essere occupata solo da preoccupazioni che si coniugano all'indicativo presente, niente altro: niente voli pindarici sull'Inter che sarà, sui colpi alla Aguero, alla Sanchez, alla James o alla Griezmann. Alle squadre satellite tipo Gil Vicente o Royal Excel Mouscron in un universo costruito sul modello Manchester City. Le distrazioni extracampo vanno lasciate sulle pagine dei giornali, così come le voci create ad arte che circolavano appena qualche settimana fa sulla possibilità di vedere il Cholo Simeone sulla panchina nerazzurra.
"Adesso l'allenatore dell'Inter sono io", ha tuonato a Radio Rai Stefano Pioli, il quale ha posto l'accento sul 'qui e l'ora' dell'essere alla guida tecnica di una squadra che è l'apice della sua personale carriera in panchina.
Ma se il futuro è incerto, il passato deboeriano va lasciato in un angolo chiuso della memoria, dove non può in alcun modo intaccare le velleità di centrare il terzo posto, quelle che rimarranno intatte solo se dal mazzo verrà pescata la carta degli 'scontri diretti'. Quel che è certo è che dopo un avvio di stagione da incubo, scorcio di tempo sul quale Pioli non ha potuto mettere mano, solo facendo briscola con Roma e Napoli, l'Inter può guadagnarsi la possibilità di toccare quota 80 punti, che con ogni probabilità vorrebbe dire il primo, vero salto verso un mondo nuovo.
Il carburante, alias l'ambizione di Suning, fa sperare ad un avvenire che promette bene a prescindere dagli eventi del campo, ma non deve essere vissuta in anticipo come paracadute in caso di fallimento. L'aura magica che la figura di Zhang Jindong emana, semmai, deve responsabilizzare lo staff tecnico, che deve capire già di essere al centro di un progetto importante, a partire da oggi. Scordandosi, per un attimo, il futuro.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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