Non è un’estate facile. Tra il caldo, il mercato in perenne fase di decollo dell’Inter, e i commentatori pazzi sui social, c’è da stare freschi solo ad uscirne vivi. I primi due mesi sono praticamente andati, gli innesti sono sempre gli stessi, nonostante Vecino sia in dirittura d’arrivo e le trattative che portano a Keita, Schick, Dalbert e Karamoh siano in fase avanzata. Ma serve la sicurezza. E forse, a molti, nemmeno quella. Se non si parla di grandi nomi, il lavoro non conta nulla. Amen se alcuni di questi potrebbero essere i fuoriclasse di domani (in quel caso Sabatini&Co verranno ringraziati o ce ne si dimenticherà?), perché la vita la si vive al momento. Life is now diceva qualcuno. Il domani è troppo lontano (ne siamo certi?) per poter iniziare a goderne sin da ora. Ciò però non giustifica la perdita di fiducia nella società.

Le parole che dovevano essere spese sono state largamente pronunciate a più riprese da chi di dovere: Sabatini ha cercato di fare il punto sul mercato, senza rivelarne i segreti. Il patron Zhang ha delineato quelli che sono gli obiettivi da conseguire nel domani e nel dopodomani. E’ inutile sentenziare oggi su qualcosa che non può essere giudicato perché ancora in via di sviluppo e concretizzazione. Perché continuare a farsi il sangue amaro e inveire contro la società? Non so, magari molti preferirebbero sapere ogni dettaglio di ogni trattativa, di nomi che forse è meglio che non escano per non rischiare di far saltare tutto. Si chiama strategia. Ognuno ha la sua. Quella dell’Inter cinese è questa. Non concentriamoci sul fatturato dell’azienda Suning: anche volendo, non si potrebbero investire tutti quei soldi che sperate vengano investiti per la campagna acquisti. Non quest’anno. Non ora.

Non badate alle liste delle aziende più ricche del mondo, non devono far testo se non per accertare ancora di più la solidità economica in termini di garanzia di un gruppo che è nato dal niente e in 30 anni è diventato un vero e proprio impero. I colpacci verranno messi a segno. Se non sarà Nainggolan, sarà Vidal. E se non sarà nemmeno Vidal, sarà qualcun altro di pari valore tecnico ed economico. I soldi ci sono, la volontà di spenderli c’è. Non di sprecarli. E non entriamo nemmeno più nel discorso del FFP perché le chiacchiere stanno a zero: l’anno prossimo l’obiettivo minimo dev’essere il pareggio di bilancio, altrimenti ciao Europa.

E allora in quel domani si piangerà, come si è fatto in questi 6 anni passati senza Champions League. Tutti andiamo cercando la storia con il grande finale, nessuno escluso. Il primo gran finale molti lo aspettano il 31 di agosto, al termine della sessione estiva. Altri, come me, lo attendono al concludersi della prossima stagione. E vi dirò di più: entrambe le ‘fazioni’ saranno soddisfatte. Scommettiamo?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 26 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @FilMaCap
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