"Ma in questa notte d'estate un po' di freddo ci vuole": basta tenere accesa la radio per sentire, e anche di frequente, la strofa di questa canzone. Il freddo, nelle notti d'estate, arriva di colpo, ti coglie di sorpresa e quasi all'improvviso quando la mente corre veloce a programmare, pensare un futuro che a settembre sembra sempre dover vivere chissà quali svolte. Il freddo nelle notti d'estate è uno stato dell'animo. E anche lo stato dell'animo interista sembra essersi raffreddato. Il che, al cospetto dell'afa, può anche essere un bene. Anzi, lo è. Non per via dei risultati delle amichevoli ma una serie di sensazioni che partono dal mercato scintillante, lungimirante e azzeccatissimo prima; fermo, in attesa, rallentato ora. Si aspetta Vrsaljko, si spera in Vidal, non si pensa più a Dembelé, si prova a dimenticare Rafinha, si torna su Darmian, si ipotizza Barella. La fretta è cattiva consigliera soprattutto quando non puoi andare dritto al bersaglio ma devi per forza trovare la via di un prestito. Così è. Non finire il lavoro, tuttavia, andrebbe a ridimensionare operazioni che fin qui abbiamo definito più che positive, perché tali sono. Già lo scorso anno l'Inter ha scoperto, a proposito di freddo, quanto la coperta fosse corta nel momento di crisi tra dicembre e febbraio in cui alcuni giocatori-chiave erano chiaramente fuori fase e fuori forma ma comunque titolari irrinunciabili. Semplicemente perché non c'erano alternative. L'Inter attuale può considerarsi rinforzata ma non è completa (anche perché Cancelo non è stato sostituito e Nainggolan ha caratteristiche diverse da Rafinha).

E mai come quest'anno conterà, invece, averne di alternative e di ricambi all'11 di riferimento (comunque da definire) perché oltre al prestigioso impegno del mercoledì sera che tornerà a far veder le stelle ci sarebbe anche quella Coppa Italia troppo sbrigativamente snobbata lo scorso anno. E che invece rappresentò il punto di partenza, ad esempio, del ciclo aperto da Mancini. Tornare a sollevare al cielo un trofeo da quel lontano maggio 2011 dovrebbe essere posto tra gli obiettivi stagionali per dimenticare quelle due prestazioni agghiaccianti (altro che un po' di freddo), nel senso letterale del termine per chi aveva avuto la sfortuna di assistervi a San Siro, contro Pordenone e Milan (con zero gol segnati in 240 minuti che sono stati tra i peggiori dell'anno). In campionato l'asticella si alzerà in base a quanto si rinforzeranno le concorrenti (e rispetto a quanto l'Inter completerà il suo, fin qui, buon lavoro) ma rientrare tra le prime 4 con un maggior anticipo rispetto al colpo di testa di Vecino all'Olimpico dovrebbe essere il minimo. Così come il traguardo in Champions dipenderà da quanto la buona sorte sorriderà o meno all'Inter che si trova in quarta fascia e rischia come non mai il girone di ferro. Ma riveder le stelle per tre sole serate non piace a nessuno. Come dite? Servono rinforzi per pensare di passare il girone? Lo pensa anche Spalletti, probabilmente. Lo sa la società che cerca soluzioni. Ma che deve sterzare verso una stagione di svolta, dal punto di vista dei risultati innanzitutto. Ecco perché tornare a mettere una coppa in bacheca, anche la più bistrattata, dovrebbe essere obiettivo ben chiaro. Così come il rimanere agganciati alle prime 4 in Serie A (evitando che si trasformi in un'oligarchia o, peggio, in una tirannia di un solo club, come la Bundesliga o la la Liga o la Ligue 1) e tentare il grande colpo del pass per gli ottavi in Europa. Le svolte arrivano con i fatti, i piazzamenti, i numeri.

E il momento dell'Inter è arrivato. Una stagione positiva e con qualche primo risultato sarebbe il giusto segnale. Anche in vista della fine di quel fair play finanziario che ormai gli interisti percepiscono sempre più come una "condanna", un limite che sembra abbattersi e aver colpito solo la loro squadra. Ma che dal giugno prossimo dovrebbe cessare di rappresentare una minaccia e un ostacolo ai programmi. O, a seconda dei punti di vista, un alibi e una giustificazione. Anche per questo la prossima deve essere una stagione di svolta. Come una ventata di freddo in estate. Di quelle di cui si sente il bisogno e che ti colgono di sorpresa.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 23 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Giulia Bassi / Twitter: @giulay85
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