"Gagliardini mai trattato, è un profilo non funzionale alla nostra politica". Con la solita maestria verbale Beppe Marotta, CEO & General Manager della Juventus, ha chiuso mediaticamente un duello di mercato di per sé già inesistente con l'Inter per il 22enne talento italiano dell'Atalanta (sottolineiamo 'italiano' e 'Inter' perché ormai le due parole formano un ossimoro sempre più apprezzato e ricercato dai filologi della lingua nostrana). Pur ribadendo che si tratta di un "giocatore di levatura sicura", il mago o la volpe dei colpi del calciomercato bianconero (storico lo 'strappo' di Higuain al Napoli grazie all'esiguo pagamento della clausola da 90 milioni) ha spiegato che in quel ruolo la rosa di mister Allegri è già coperta con "giocatori importanti anagraficamente come Sturaro, Mandragora e Lemina". Con il secondo che verrà dato in omaggio fino a giugno al Pescara, la mediana dei 32 volte scudettati (34 per chi non si accontenta) è stata rinforzata con l'arrivo di Rincon, altro elemento di importanza anagrafica fondamentale (un anno in meno del vetusto Candreva) e soprattutto, chiariamo noi visto che nessuno l'ha ancora fatto, italiano più lui di Gagliardini.

L'Inter arriva all'uva ma con ogni probabilità Pioli potrà averla in tavola solo a partire dalla prossima settimana. Con l'acquisto di Gagliardini, che per i noti motivi legati al Fair Play Finanziario verrà riscattato solo in estate, Suning dimostra di aver rotto definitivamente con la tradizione che vede l'Inter competere solo per 'bidoni' stranieri, mentre dimostra di voler continuare a rompere le scatole a Gasperini. Tuttavia i veri colpi si annunciano da giugno: scartati Lucas Leiva e Luiz Gustavo dopo che Ausilio si è accorto di aver ripreso sbadatamente la lista degli acquisti di Mazzarri, gli altri nomi sono tutti da leccarsi i baffi. Uno su tutti: Marco Verratti, anche lui italiano e anagraficamente importante, cercato (si dice) già in passato dalla Juve, funzionale forse ancora oggi alla politica del club bianconero (su quest'ultimo punto andrebbe riascoltato Marotta). Nel marzo 2013 il regista del PSG confidava: "La Juve sarebbe un passo indietro: non rientra nemmeno tra i primi quattro club del mondo". Scommettiamo che anche lui come Witsel ha già chiesto scusa alla Signora?

Nel frattempo 'work in progress' per Ausilio anche in uscita: Melo torna in Brasile al Palmeiras con uno score di 249 cartellini gialli in 431 presenze tra campionati europei e Seleçao, Jovetic è vicinissimo al Siviglia e si presenterà con più o meno gli stessi numeri legati alle volte in cui si è seduto in panchina. Giocatori che all'Inter non mancheranno, a differenza di Gabigol che invece è già amatissimo dal pubblico nerazzurro. A Marbella finalmente è sceso in campo dal primo minuto e ha segnato il suo primo gol sotto la gestione De Boer-Vecchi-Pioli. Esultanza scatenata dopo che la palla è entrata in porta, tant'è che Icardi ha dovuto convincerlo che in gioco non c'era il Mondiale per Club e che in campo affrontavano la Real Balompedica Linense e non il Madrid. Come si dice e si scrive in questi casi, chissà che alla ripresa del campionato non possa essere proprio lui il vero acquisto dell'Inter. Dopo mille interviste il suo agente Wagner Ribeiro potrebbe prendersi finalmente una serata libera.

Alla fine la squadra di Pioli si è aggiudicata grazie alla differenza reti il non prestigiosissimo torneo in terra ispanica. Il risultato non contava, ma sul web c'era già chi facendo male i calcoli titolava su un'Inter sconfitta da due squadre di serie C (sempre il solito problema con la matematica...). Tutt'altra importanza avrà la sfida di domenica a Udine, dove non ci sarà ancora Gagliardini ma potrà esserci spazio a partita in corso per Gabigol, sempre a caccia della sua prima grande chance in un match ufficiale con la maglia del suo nuovo club. Il brasiliano, a differenza della volpe, continua a correre e a saltellare per arrivare alla sua uva, ovvero la consacrazione in nerazzurro. Pioli potrebbe iniziare a crederci, ma adesso tocca all'ex craque del Santos smentire chi la scorsa estate decise di non puntarci, forse ritenendolo non funzionale alla propria politica.

"Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: "Sono acerbi". Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze."

(Esopo, La volpe e l'uva)

Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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