ll cosiddetto calcio moderno impone ai grandi club, tranne poche eccezioni, di svolgere gran parte dei ritiri estivi girando per il mondo. Pochi allenamenti sul fondo e tattici con test contro compagini dilettantistiche locali come invece si faceva una volta al fresco delle montagne nostrane. Da qualche anno, dopo pochi giorni dalla ripresa del lavoro post vacanze, si parte per lunghi viaggi e nel giro di una settimana si affrontano le squadre europee più importanti in cambio di un buon gruzzolo e del grande affetto dei tanti tifosi presenti sul posto. Si corre però il rischio di andare incontro a sonore sconfitte che conteranno pure poco in piena estate, ma che mediaticamente fanno molto rumore, oltre all'incubo degli infortuni che a meno di un mese dall'inizio del campionato sarebbero letali.

L'Inter di Luciano Spalletti, ma soprattutto l'Inter di Suning, non si è sottratta alla tournée trappola prima in Cina e poi a Singapore, anzi l'ha voluta e disputata con il massimo impegno, tanto che alla fine la Beneamata ha alzato il trofeo che valeva l'International Championship Cup. Dopo il pareggio incoraggiante con lo Schalke 04, battute a distanza di pochi giorni Lione, Bayern Monaco e Chelsea. Cinque reti realizzate e una sola subita, anzi praticamente nessuna, visto il clamoroso svarione di Kondogbia che ha partorito l'autorete contro la squadra allenata da Antonio Conte. Tutto il contrario della scorsa estate e anche di quella prima, quando arrivavano solo sconfitte e prestazioni troppo modeste per una squadra che si chiami Inter. Questa volta il bicchiere è mezzo pieno perché le vittorie sembrano essere state la logica conseguenza delle prestazioni, ossia l'Inter ha battuto Lione, Bayern Monaco e Chelsea non per sporadici colpi di fortuna, ma perché nelle tre circostanze ha giocato meglio dell'avversario. E allora questo dato non può che far piacere all'allenatore che inizia a capire di avere un forte ascendente sui giocatori al momento a disposizione.

E' vero che una volta sbarcato a Malpensa, Spalletti si è lamentato dei troppi viaggi, delle partite al caldo, dei pochi allenamenti sul campo avvertendo la società che la prossima estate il tutto dovrà essere organizzato diversamente. Del resto lui è così, estremamente diretto e non si nasconde dietro dichiarazioni diplomatiche. Ma smaltita la stanchezza e lo stress per i primi veri esami della sua gestione, sono convinto che il tecnico di Certaldo stia benedendo la tournée appena disputata. In prossimità della stagione che non si può assolutamente sbagliare, tradotto: obiettivo minimo il quarto posto, quanto successo a nove mila chilometri di distanza regala un'ottima base su cui lavorare da oggi, giorno di ripresa degli allenamenti, sino alla sfida con la Fiorentina del 20 agosto, prima di campionato che si disputerà al Meazza.

Intanto abbiamo capito subito che Borja Valero e Skriniar non sono due mezze figure prese per disperazione dopo i grandi proclami, bensì due acquisti mirati e funzionali alle esigenze del tecnico. L'ex centrocampista della Fiorentina ha trentadue anni, è vero, ma anche una struttura fisica che può farlo durare molto a lungo a certi livelli. Con lo spagnolo il centrocampo dell'Inter acquista in tecnica e intelligenza tattica, la palla viene recuperata velocemente e smistata altrettanto velocemente. Borja Valero sarà un pilastro dell'Inter spallettiana. Attendiamo ancora per un giudizio definitivo su Skriniar (scusate se per me non esiste il suo nome di battesimo), ma vedere l'aitante difensore slovacco stoppare con grinta e sicurezza un certo Ribery che lo puntava in velocità e presidiare con calma la sua area in tutte le gare disputate finora, fa ben sperare. Ieri è diventato nerazzurro anche Matias Vecino, altro centrocampista ex viola che Spalletti stima molto. Nome poco mediatico, ma giocatore vero l'uruguaiano. Qualcuno ora dirà: allora perchè la Fiorentina con Borja Valero e Vecino ha fatto peggio dell'Inter nella scorsa stagione? Obiezione legittima, ma ritengo che le difficoltà ambientali spesso e volentieri incidano di più del valore dei singoli giocatori.

Al termine di Inter-Chelsea a Singapore, ha parlato Steven Zhang, il venticinquenne figlio di Zhang Jindong, il gran capo di Suning che detiene il pacchetto di maggioranza del club nerazzurro. Steven è ufficialmente un membro del consiglio d'amministrazione dell'Inter, ma in realtà sta agendo da vero presidente nonostante la giovane età. Nell'intervista rilasciata ai cronisti italiani che hanno seguito la squadra in Cina e a Singapore, ha espresso con credibilità e carisma concetti che dovrebbero solo far piacere al tifoso. Ha detto che chiunque giochi nell'Inter, al di la del nome che porti, debba avere cuore, pelle e sangue nerazzurro. Suning chiede dunque che si ricostruisca quel senso di appartenenza alla causa che, la storia del calcio insegna, è il primo ingrediente per un percorso di grandi vittorie.

Nello stesso tempo Steven Zhang ha detto chiaramente che il mercato dell'Inter non è finito, Ausilio e Sabatini stanno lavorando per rinforzare ancora la squadra come desidera Spalletti. Arriverà uno o più dei cosiddetti top player tanto invocati dai tifosi? Staremo a vedere. Suning per ora ha individuato il top nel manico. Dopo la decisione di Conte di rimanere al Chelsea, nel giro di mezz'ora ha portato a casa Luciano Spalletti. Una che lavora molto sulla testa dei giocatori e che fa giocare bene a calcio le sue squadre. Chi non è d'accordo, si accomoderà altrove. Chi sposerà la causa, sarà degno di giocare nell'Inter. A prescindere dai nomi.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 02 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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