Lo scempio a cui abbiamo assistito nel secondo tempo di Be'er Sheva era troppo anche per chi ama l'Inter a prescindere. Al netto del reale danno maturato dall'ennesima sconfitta stagionale in una Europa League che sembra interessare solo, se per caso, si arriva in finale. Quel "tradimento" di passione e sacrifici di tifosi sempre pronti a dare qualcosa in più, andava immediatamente cancellato con una partita degna, da Inter. I tifosi hanno ancora una volta dimostrato di rappresentare il valore aggiunto del club recandosi al “Tempio” in quarantamila, di lunedì sera, con il termometro che segnava pochi gradi, come i punti in classifica. Ma l'Inter non si lascia mai sola, in Curva lo avevano anche scritto su uno striscione prima della sfida vinta con la Juventus. E come contro i bianconeri, in tribuna era presente il Gran Capo Zhang Jindong accompagnato dal piccolo Capo, Steven Zhang, venticinquenne figlio del signor Suning. Sguardi severi, ma rassicuranti. Rassicuranti per i tifosi, questa volta i giocatori avrebbero da subito preso alla gola la Fiorentina, avversario di turno.

È chiaro che tre gol nei primi venti minuti senza dare la minima possibilità di replica all'avversario non è stato merito solo della presenza della proprietà, il vero artefice è stato Stefano Pioli e il suo mondo di intendere il calcio, ma è indubbio che sapere di essere osservati da vicino dai vertici della società ha dato modo alla truppa di dare qualcosa in più. L'Inter ha battuto una squadra importante come la Fiorentina, ha segnato quattro reti, Icardi ha realizzato una doppietta. Elementi che confermano come Pioli possa essere l'uomo giusto per una difficilissima rimonta. Ma purtroppo la squadra deve capire e imparare che le partite durano novanta e passa minuti, che le partite vanno interpretate nelle loro varie fasi, che serve il grande salto dal punto di vista mentale per non riaprire scenari già chiusi, come nel secondo tempo di lunedì e per di più in superiorità numerica.

All'Inter manca un grande regista a centrocampo, un giocatore di personalità e carisma che sappia alzare e abbassare i ritmi a seconda delle necessità. Buonissimi interpreti come Banega e Joao Mario diventerebbero perfetti in presenza di una mente alla “Pirlo”, così invece la squadra dà il meglio di se solo giocando ad alti ritmi, sfruttando le qualità individuali dei singoli e la capacità realizzativa di Icardi. Ma quando c'è da ragionare e giocare da squadra, la mancanza del “faro” porta ad errori e confusione che rischiano di compromettere le partite. Toccherà a Pioli studiare e trovare i giusti accorgimenti per limitare i danni e cercare di presentare una squadra capace di vincere senza eccessivi problemi le gare contro avversari oggettivamente più deboli. Intanto, rispetto alla gestione De Boer, assistiamo a movimenti diversi in attacco, gli esterni, a turno, si avvicinano a Icardi che non viene servito solo con cross prevedibili dalle difese avversarie.Grazie a questi cambiamenti l'Inter ora segna molto: otto gol in tre partite con Pioli in panchina. Quattro reti erano state realizzate con Southampton e Crotone nella parentesi Vecchi. Purtroppo se ne subiscono ancora tanti di gol, troppi, per i soliti errori difensivi, ma soprattutto quando ci si dimentica che a calcio si gioca da squadra e non seguendo gli istinti e gli umori personali.

Dopo aver battuto la Fiorentina, venerdì si recita su un campo tradizionalmente ostico per la Beneamata. Al San Paolo l'Inter sarà attesa da un Napoli in difficoltà, reduce da un pareggio interno con il Sassuolo, ma i partenopei di Sarri sanno più di altri come si gioca da squadra e difficilmente sbaglieranno partita perché la posta in palio è alta. Ma se anche l'Inter riuscirà a dare continuità alle cose buone che finalmente riesce a mettere in mostra, allora si potrà andare sotto al Vesuvio con giustificato ottimismo. Sarà una gran partita, da affrontare con coraggio e voglia di fare. Guai ad abbassarsi, loro sanno mettere l'avversario all'angolo per molto tempo, non è vero che stiano giocando peggio dell'anno scorso, è vero come la mancanza di un grande bomber impedisca al Napoli di essere competitivo come la scorsa stagione. L'Inter dovrà essere brava a togliere certezze alla banda Sarri, ottimo allenatore che però non brilla per capacità di cambiare in corsa modulo e uomini. Vincere a Napoli, cosa che in campionato non accade da ben diciannove anni, sarà quasi obbligatorio per i nostri, se veramente si spera ancora di reinserirsi nella lotta per la zona Champions.

Stefano Pioli sa come si fa, ricordiamo l'impresa con la sua Lazio contro il Napoli di Benitez in una gara che risultò decisiva per il terzo posto conquistato dai capitolini nella stagione 2014-2015. Insomma, partita da non sbagliare venerdì. Sarebbe bello se anche al San Paolo che, per motivi di ordine pubblico, sarà vietato ai tifosi interisti, fossero presenti Zhang senior e Zhang junior. Con i loro sguardi severi, ma rassicuranti. Non sarà così, la Cina chiama, ma è stato bello immaginarlo. L'augurio è che i giocatori corrano e diano tutto a prescindere.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 30 novembre 2016 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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