Poche storie, queste ultime otto gare di campionato saranno solamente una passerella senza riflettori verso la stagione 2015/16 che si spera possa regalare più gioie di quella attualmente in corso. Anche Mancini ha ammesso sommessamente che l'Europa ormai è una chimera, che questa non dipende più solo dai risultati dell'Inter e dunque, in questo interregno fra un campionato e l'altro, è inevitabile che l'obiettivo si sposti sul mercato, area che storicamente ha sempre arriso ai nerazzurri.

I nomi chiamati in causa, come al solito, sono tantissimi (chi li ha contati dice che siano più di 100), ma è evidente che gli obiettivi reali sono pochi e la dirigenza milanese sta già lavorando per regalare a Mancini una squadra competitiva l'anno prossimo. Pochi giocatori, ma che sappiano incrementare il livello della rosa: questo il senso delle parole di ieri del Mancio. Per farlo, però, serve prima cedere e anche bene. Non basterebbe una sola (ipotetica) grossa cessione di uno fra Handanovic e Kovacic per potersi finanziare il mercato. Perché sì, se non fosse chiaro, anche quest'anno il budget a disposizione di Ausilio è pari a quello dell'anno scorso: zero.

Allora tutti tremano e per offerte ritenute congrue alcuni pezzi pregiati potrebbero partire, soprattutto quelli nei ruoli in cui la concorrenza è già elevata. Una volta arrivati quei soldi si potrà partire con il tentativo concreto per arrivare ai sogni di Mancini: un terzino che dia profondità al ruolo, due centrocampisti, di cui un playmaker, e una seconda punta. Non saranno tutti top player, per forza di cose, alcuni di un certo livello ma altri verranno fuori dalle occasioni che il mercato propone. Una volta raggiunti gli obiettivi primari imposti da Mancini poi si procederà con il puntellare la rosa, memori della stagione scorsa in cui era evidente che ci fossero delle carenze in alcuni reparti. 

Il tutto, possibilmente, prima del ritiro di Brunico, per consentire alla squadra di prepararsi adeguatamente alla prossima fondamentale stagione. Mancini adesso deve cambiare la musica suonata in questa stagione e trasformare, prima con il mercato, poi con il gioco, una canzone triste in una più orecchiabile. In pratica, deve applicare le parole del brano  improvvisato non più tardi di una settimana fa durante il programma di Cattelan su questa squadra e riportarla ai fasti di un tempo, non troppo lontano.
 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 aprile 2015 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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