E già, adesso che si sono persi due punti - roba che se Perisic non dico fa il Perisic ma uno che gli somiglia vinci anche sabato pomeriggio – di nuovo una parte della tifoseria ricomincia a chiedere la testa di Stefano Pioli. Non io, metto subito in chiaro il concetto; stimo l’attuale tecnico, che non guadagnerà duecentomilamiliardi come alcuni suoi colleghi famosi ed altri che non si capisce bene perché, avranno degli ottimi procuratori, ma che ha dato una rotta ad una nave, facciamo zattera, che a novembre era nella parte destra della classifica, senza arte né parte, in balia del Cagliari, del Bologna, del Palermo, del Chievo e chi più ne ha più ne metta. Negare anche questo è intellettualmente disonesto e non corrisponde minimamente alla realtà. È stata una rincorsa a tratti anche esaltante, diciamocelo, con picchi di grande calcio (solo una settimana fa con l’Atalanta ad esempio) e vittorie ottenute con il cinismo che da sempre contraddistingue le cosiddette grandi squadre; per dirla tutta, ancora non capisco come mai se alcuni vincono col minimo scarto, magari pure con un’autorete sfigata, vengono considerati la sintesi perfetta della capacità nello sfruttare le poche occasioni; se lo facciamo noi è semplicemente culo. Si, avete letto bene: culo. Comunque, lasciandoci alle spalle il fatidico dilemma, proviamo a capire cosa capiterà in un prossimo futuro. Perché attenzione, io non amo particolarmente Raiola pur considerandolo geniale come procuratore, ma se Mino parla di fronte ai taccuini e dice certe cose, ad esempio che Suning ha intenzione di portare l’Inter nell’Olimpo del calcio mondiale nel breve volgere di un paio d’anni, non è che lo dice tanto per fare il simpatico ed ottenere i favori del colosso asiatico e della famiglia Zhang. Ho imparato, nel corso del tempo, a non sottovalutare mai le parole di Raiola; raramente parla a sproposito e ancora più raramente sbaglia quando afferma determinati concetti. Quindi, negli ambienti elitari del pallone mondiale, si tornano a considerare i nerazzurri come una Società di altissimo livello, non più come la nobile decaduta dell’ultimo quinquennio. E di questo, siamo onesti, dobbiamo ringraziare Thohir: che ci ha rovinato l’attuale annata con scelte senza senso ad agosto, ma che ci ha regalato una nuova proprietà seria – i nostri cinesi mi sembrano tutto fuorché dei quaquaraquà – che si è innamorata dei colori del cielo e della notte, che si sta giustamente prendendo i tempi necessari a capire come muoversi e come agire, che si è calata nella realtà del pallone italiota scombinando le carte (vicenda Gagliardini docet) e dando un colpetto qua ed uno là allo status quo che stava francamente annoiando il sistema calcio nostrano. Certo, il tutto e subito non si può avere; ci vuole pazienza, da questo punto di vista i tifosi nerazzurri ne hanno e pure tanta, e fiducia. La famiglia Zhang è a Milano da meno di un anno e la situazione, parliamoci chiaro, è tutt’altra rispetto a quella di dodici mesi orsono. L’allontanamento di De Boer, spiace per l’uomo mentre dal punto di vista prettamente tecnico tiriamoci sopra una bella linea, è arrivato quando proprio non se ne poteva fare a meno. L’avvento di Stefano Pioli, con la menata del casting – come se le altre non lo facessero e tacciamo per bontà d’animo che è meglio – annessa, ha portato in primo luogo serenità, particolare da non sottovalutare. Alcuni tifosi pensano che i calciatori nerazzurri abbiano sposato la causa del tecnico parmense per una mera e risibile questione di comodo, della serie con lui facciamo quello che ci pare. Ecco, non ci potrebbe essere niente di più sbagliato e lontano dalla realtà. Pioli, che non è un profeta né tantomeno un guru della panca, ha semplicemente dato certezze a chi certezze non ne aveva più. Sabato, ad esempio, ho sentito molti stupirsi per la prova non eccezionale di Kondogbia; beh, per la serie diamo una rinfrescata alla memoria, la prestazione di Geoffrey è sicuramente stata inferiore rispetto a quella di sette giorni prima ma, con altrettanta certezza, superiore a quelle a cui eravamo costretti ad assistere impotenti qualche mese fa. Magari un grazie all’allenatore che sta facendo tornare il ragazzo ai livelli che si conoscevano. Kondo è un esempio, tutta l’Inter ha migliorato sensibilmente. Metto da parte la partita dell’altro ieri a Torino, dove comunque abbiamo rischiato di vincere pur sonnecchiando un pochino troppo e vabbè, è andata così, ma tutti sono cresciuti in maniera esponenziale. Certo, il lavoro come detto sopra è appena agli inizi e ci si dimentica che Stefano Pioli ha raggiunto determinati risultati con una rosa che non ha scelto ma ha trovato. E, perlomeno dal mio punto di vista, la rosa attuale non è ancora all’altezza di Napoli e Roma, più avanti di noi e più coese giocando insieme da qualche anno senza aver passato le traversie che hanno caratterizzato le nostre ultime stagioni. Insomma, lo possiamo dire? Tralasciando qualche errore che fa parte del gioco, sbagliano i presunti mostri della panchina non vedo perché non potrebbe farlo il prode Stefano, penso sinceramente ad un Pioli-bis. O, mettiamola diversamente, sono convinto che l’attuale nocchiero si sia meritato la riconferma a suon di risultati. Aggiungo, per amore di cronaca, che desidererei vedere il mister con una squadra scelta insieme alla proprietà; in sostanza, dovessi fare un paragone culinario, gradirei che il cuoco potesse avere l’opportunità di fare la spesa e non che si dovesse arrangiare con quel che trova nel frigorifero. Ma no, ma impazza ormai da qualche settimana il toto-allenatore; in effetti non ci sono cose più interessanti da approfondire. Nooo, ci mancherebbe. Poco importa di acquisti di altre società veri o presunti, di cose che col calcio hanno ben poco a che vedere, di amenità più o meno serie che stanno capitando nell’universo del calcio italiota. La questione fondamentale è; Pioli resta o va via? Un dilemma davvero irrisolvibile, una sorta di domanda sulla quale si porranno le basi dell’umanità che verrà dopo di noi. Antonio Conte (il mio preferito, con buona pace di tutti quanti), Diego Pablo Simeone, José Mourinho, Jurgen Klopp…una indigestione di nomi, un marasma di cognomi. E se alla fine rimanesse davvero Stefano Pioli da Parma? Buon inizio settimana a Voi. Amatela, sempre!
Sezione: Editoriale / Data: Lun 20 marzo 2017 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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