Lo ammetto, quando è arrivato Pioli all'Inter avevo qualche dubbio sulla scelta dell'allenatore, sulle possibilità che l'ex Lazio potesse permettere all'Inter di recuperare il terreno perduto da De Boer. Ma allo stesso tempo curioso di vederlo all'opera, lasciandogli il beneficio del dubbio. E ammetto con la stessa sincerità che Pioli non solo mi ha stupito nella sua striscia di 7 vittorie consecutive, 9 vittorie in campionato esattamente nelle ultime 11 partite, ma mi ha anche convinto. Convinto che il cosiddetto "normalizzatore" possa essere l'uomo giusto per il rilancio di questa Inter. Ha preso una squadra a metà classifica in crisi d'identità, non solo di gioco ma anche di autostima, e l'ha trasformata in una squadra capace di risalire fino al quarto posto (attualmente abbandonato) tornando in corsa anche per le posizioni Champions.

E' per questo che non condivido le critiche che gli sono piovute addosso dopo le sconfitte contro Juventus e Roma. Non tutti certo, ma buona parte di stampa, tifosi, di cosiddetti "addetti ai lavori" dopo aver esaltato la sua "normalità" l'hanno poi condannata, etichettandolo subito come un allenatore capace di vincere con le squadre alla portata, per poi perdere invece con quelle che lottano per il vertice, ovvero Juventus e Roma. Mi chiedo allora cosa avrebbe dovuto fare un allenatore per convincere tutti delle sue capacità, e ripeto, scrivo queste parole partendo io stesso qualche mese fa da una posizione critica. Un allenatore capace di lavorare innanzitutto sulla testa dei calciatori, che era l'aspetto più complicato perché era evidente che era una lacuna psicologica e non tecnica, perché la tecnica non si impara in pochi mesi, capace di far recuperare all'Inter otto posizioni e tornare in corsa per gli obiettivi, perché deve essere giudicato perché ha perso partite che sulla carta potevano anche starci?

Avrebbe forse dovuto vincere anche contro Juventus e Roma per garantirsi la riconferma, non della società ma degli "addetti ai lavori"? Forse sarebbe stato chiedere un po' troppo a qualunque allenatore. Il lavoro di un tecnico si giudica dal modo in cui lavora, dal metodo che usa, dal come tiene il mano il gruppo e lo motiva, e non solo dai risultati. Sotto il primo punto di vista, secondo me, Pioli ha fatto un lavoro eccellente: come dicevo prima ha fatto sentire tutti importanti, ha recuperato Kondogbia, D'Ambrosio, Eder, Brozovic (che era stato messo ai margini da De Boer), sta inserendo Gabigol. Già questo basterebbe per giudicare il lavoro. In più ci mettiamo anche i risultati, che non è poco nello scarno tempo avuto a disposizione. Siamo tutti concordi che con Pioli dall'inizio forse questa squadra starebbe ora concorrendo per qualcosa di più importante. Allora perché giudicarlo dopo aver perso con le prime due della classe, ricominciare col bailamme di allenatori, da Conte a Simeone? Perché non provare a vederlo all'opera dal precampionato, partendo dall'ottimo lavoro che ha saputo fare in quattro mesi?

La mia speranza è quindi che la società stia seriamente prendendo in considerazione quello che di positivo Pioli ha portato all'Inter, senza per farsi lasciarsi sedurre dalle suggestioni di un grande nome in panchina o dai due scontri diretti di cui sopra. Che non prenda solo il raggiungimento del terzo posto come unico metro di giudizio per la sua eventuale riconferma ma consideri anche l'handicap con cui è dovuto partire a causa della precedente gestione. A mio avviso Pioli merita una chance da luglio, e magari avendo a sua disposizione quei campioni che da più parti si sentono promettere negli auspicati fuochi d'artificio estivi.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 marzo 2017 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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