Caro Santa Claus,
lo so, non sono stato un bravo tifoso quest’anno. Mi sono arrabbiato, mi sono mangiato il fegato, ho smoccolato spesso e malvolentieri. Non ho voluto troppo bene al mio ex allenatore, non capisco il senso del Fair Play Finanziario e non seguo i vertici UEFA nella crociata intrapresa per rendere tutte le società di calcio uguali; così non ci saranno più ricchi e poveri, sarà uno splendido mondo quello del calcio dove perfino il Vattelapesca, coi conti in ordine, potrà regalarsi un Cristiano Ronaldo a stagione. O, in alternativa, un Leo Messi.
Non sono stato un bravo tifoso perché spesso, il lunedì mattina, speravo di svegliarmi accendendo il televisore e al telegiornale delle otto accorgermi che nel posticipo domenicale avevamo vinto 3 o 4 a zero con doppietta di Eto’o e gol di Milito.
Perché ho vagheggiato credendo di vedere Walter Samuel e Lucio con ai lati Maicon e Chivu; perché ho fatto macumbe con l’unico intento di clonare il Cuchu, Deki e Saverio; a volte, confesso, rimpiangendo perfino Thiago Motta e Pandev con la sua pettinatura.
Invece, caro Santa Claus, ogni lunedì mattina mi accorgevo che no, ahimè, ciò a cui avevo assistito la sera precedente era la realtà, con tanto di colpe ben suddivise. Alcune alla pioggia, altre ai monsoni, altre ancora al surriscaldamento del pianeta. Per non parlare della svalutazione del dollaro o della crisi tra le due Coree.
Vabbè, che vuoi, sono peccati veniali. Forse.
Però ti prometto che per l’anno venturo sosterrò i due ragazzotti che compongono attualmente la coppia centrale di difesa, passando sopra qualche magagna del novello Capitano o qualche gita fuori porta di JJ a partita in corso… sì, insomma, sai quando il giovanottone brasiliano se ne va in giro per il campo a cercare quadrifogli… non importa, te lo garantisco, gli vorrò bene lo stesso.
E prometto di voler bene anche a Nagatomo, che spero impari presto a mettere palloni invitanti al centro dell’area, possibilmente ad altezza Icardi, al redivivo Kuzmanovic, al Medel spompato delle ultime apparizioni, a (molta) parziale scusante il cileno sta tirando la carretta praticamente da agosto 2013 senza un attimo di sosta. Giurin giuretta, anche al Trenza e ai suoi retropassaggi illuminanti. Ma che vuoi, Rodrigo ha portato per un biennio sulle spalle il peso di un attacco asfittico, qualche piccola battuta a vuoto concediamogliela.
Non chiedo poi tanto, caro Santa Claus. Magari, ma magari neh, che Mateo, Osvaldo, Samir, Hernanes e Maurito prendano per mano il resto della rosa, loro che hanno il dono di saper giocare a calcio, e la trascinino in posizioni più consone al blasone di questo club e di questi colori.
O, magari, che se l’Inter vince a Verona col Chievo, invece di concentrarsi sulle lacune o sulle pecche della squadra, si pensi solo e soltanto al fatto che si è vinto. Poco importa come. Perché sai, Santa Claus, se l’Inter perde piovono critiche, se pareggia piovono critiche, se vince… vabbè, piovono critiche allo stesso modo. E io sono stanco di leggere o ascoltare critiche, soprattutto se fatte per il puro gusto di farle, senza una logica.
Ahhh, quanto mi manca Mou e la sua prostituzione intellettuale…
Il mio regalo di Natale? Me lo hai già fatto in anticipo, sotto l’albero mi ritrovo Roberto Mancini e tanto mi basta. Sì, ecco… una cosa mi piacerebbe, Mancio a parte; tornare a vedere il Meazza riempirsi. Perché, alla fine della fiera, nel calcio il pubblico non è un corollario. È uno dei protagonisti principali.
Amatela. Sempre.
E auguri di buone feste a tutti Voi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 dicembre 2014 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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