È tempo di 'iniziare'. Sì, perché dopo il doppio impegno contro lo Stjarnan, ufficiale solo sulla carta, e la prova opaca contro il Torino alla prima di A, l'Inter ora deve partire, in tutti i sensi. Contro il Sassuolo, per motivi diversi, tutti saranno chiamati a rispondere. Mister, si parte lui. Walter Mazzarri non può fallire il primo appuntamento casalingo in campionato, sarebbe scomodo ricominciare, praticamente, con la stessa 'etichetta' che è stata affissata per gran parte della scorsa stagione sui cancelli di 'San Siro', con un 'Welcome' che dava fiducia agli avversari ancor prima di scendere in campo. Che ora torni, il 'Meazza', ad essere la vera 'casa dell'Inter' per non essere più quella terra facilmente conquistata dai più nelle ultime stagioni.

E per riuscirci domani serviranno i tre punti, senza 'se' e senza 'ma'. Perché questo è l'obiettivo auspicato a chiare lettere anche da Erick Thohir nelle varie dichiarazioni di questi ultimi giorni. Parlando di tecnica e tattica, invece, c'è molta curiosità intorno alle scelte del tecnico, che dovrà individuare l'uomo che formerà, insieme a Mauro Icardi, il reparto d'attacco contro i Di Francesco boys. Per portare a casa il 'bottino pieno' molto dipenderà proprio da questa valutazione e dall'assetto tattico che coach WM utilizzerà, considerando che il rientro in gruppo di Rodrigo Palacio è nota recente e Pablo Daniel Osvaldo non ha lavorato con assoluta regolarità nell'ultimo periodo, dopo lo stop che lo ha costretto al forfait con la Nazionale azzurra. E quindi? Ecco la tattica, ancora lei. Ma questa volta unita al coraggio.

Sì, il coraggio. La possibilità di rischiare e osare, proprio alla prima vera opportunità di attirare le classiche 'critiche della vigilia', per poi prendersi applausi e strette di mano al termine del match. In caso di vittoria, ovviamente. Ma il rischio è la virtù dei forti e per guidare l'Inter un allenatore deve avere dentro di sé anche la giusta dose di 'pazzia'. Walter, domani puoi rischiare. È proprio questo il mio desiderio. E dall'inizio vorrei proprio lui in campo, dopo il 'tornado' delle ultime settimane. Fredy Guarin sta bene, ha voglia di 'prendersi' la squadra, forse, per la prima volta dal momento del suo arrivo a Milano, si è allenato e non vede l'ora di rispondere con le giocate alle critiche piovutegli addosso di recente. Juventus? Real Madrid? Valencia? Barcellona? Voglia di addio? Che Mazzarri utilizzi il Guaro, per lanciare un segnale importantissimo già alla prima occasione utile. Match interno, pubblico 'nemico' da trasformare in 'amico' in questi 90': troppo ghiotta l'opportunità per non essere colta. Per più di un motivo.

In primis la forma fisica del Trenza. A parer mio meglio utilizzarlo a gara in corso, magari a 30' dal termine, sperando in un risultato già incanalato verso i 'giusti binari', per poi riservargli un rientro in campo soft dopo un periodo in cui la caviglia lo ha tormentato. Idea da copia-incolla per Osvaldo. Numerosi sono stati i discorsi che hanno accompagnato il post chiusura-mercato con tanti tifosi che hanno lamentato la precarietà, a livello numerico, del reparto offensivo. E quindi ritengo non necessario e fondamentale l'utilizzo dal primo minuto dell'ex Genoa, al pari della rockstar di Buenos Aires. La conseguenza potrebbe essere - formula che, personalmente, non ho mai giudicato a priori una rinuncia ad offendere - uno schieramento avanzato con il doppio trequartista a innescare Maurito unica punta, con Kovacic alle sue spalle e Hernanes in mediana. E dall'unico centravanti di ruolo in campo non conseguirebbe, giocoforza, un atteggiamento meno offensivo della squadra. Perché, come la storia di questo sport insegna, è proprio questo che conta: l'atteggiamento. Il modo in cui si sviluppa la manovra, il numero degli interpreti che la accompagnano, più importante rispetto a quello degli attaccanti 'veri' presenti in campo nello stesso momento.

E quindi, preservare, riaccogliere e inserire gradualmente, senza rischi. Ma, soprattutto, rilanciare. Singoli e squadra. C'è tutto in questo primo match di campionato al 'Meazza'. Tutto, per osare e per vincere. Perché il risultato è l'unica cosa che conta. E con la vittoria e un Guarin titolare, da subito ritrovato, Mazzarri porterebbe a casa molto più dei tre punti in palio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 settembre 2014 alle 00:01
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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