Compresa questa, siamo già alla seconda sessione di mercato in cui la società ha fatto e sta facendo il possibile per cederlo. Strano, chi l'avrebbe mai detto esattamente 16 mesi fa, quando si presentò al pubblico nerazzurro dopo l'esperienza, difficile, con il Manchester City. Sorrisone grande così, tanto entusiasmo. Voglia matta di far bene, abnegazione totale e soprattutto decisivo. Sin da subito. Sembra passata una vita, da allora tutto è cambiato per Stevan Jovetic. Arrivato ormai agli ultimi giorni con questa maglia.

Almeno questo lo scenario possibile, molto probabile. Perché sul mercato spesso e volentieri è più difficile cedere che acquistare, e la dimostrazione arriva proprio da JoJo, che pochi mesi fa restò ad Appiano Gentile contro ogni pronostico, con tante difficoltà (soprattutto economiche, oltre che di gradimento dello stesso nei confronti di alcuni club, vedi lo Spartak Mosca) che ne hanno impedito il passaggio, tra le altre, alla Fiorentina. Oggi la Viola è più lontana, perché il Siviglia sembra in pole (ma resta ancora da trovare l'intesa sulla formula). Potrebbe essere la soluzione giusta, l'ideale per rilanciarsi e affermarsi. L'obiettivo mancato a Milano.

Dispiace. Ero particolarmente soddisfatto ed estremamente intrigato dal suo arrivo, e riponevo grandissima fiducia nei suoi mezzi. A parer mio di assoluto livello. Avrei scommesso ben più di un euro sulla sua affermazione all'Inter, soprattutto per via della presenza in panchina di Roberto Mancini, uno che di talenti se ne intende. Eccome. Peccato poi che qualche problema abbia incrinato il rapporto tra i due.

Ma non voglio entrare nel merito, ormai questa parentesi fa parte del passato e mi sono già espresso in merito a tempo debito. Mi limito a dire e a rafforzare il concetto di questo editoriale. Vederlo quasi sempre in panchina, soprattutto in questa stagione, è stato a parer mio un grande spreco. Probabilmente, anzi, sicuramente non sarà mai un campione, ma un po' di fiducia in più l'avrebbe meritata. Soprattutto con Frank de Boer.

L'età è ancora dalla sua (classe '89), quindi non posso far altro che auguragli 'buona fortuna' per la prossima avventura. Sperando non sia all'Inter (al netto delle difficoltà sopraccitate meglio non dar nulla per scontato), perché qui il suo tempo è finito. E ormai da parecchio. Peccato, perché resta un giocatore forte. Molto forte.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print