Un solo punto nelle ultime due gare. Terzo posto andato, salvo suicidi collettivi. A rischio anche una qualificazione in Europa League senza passare per i preliminari che rovinerebbero oltremodo i piani estivi di Suning. Un solo punto contro avversari che dovevano essere battuti, se ai proclami di rimonta Champions si fosse voluto veramente passare anche ai i fatti. Una squadra che dopo aver realizzato dodici reti con Cagliari e Atalanta, autorizzando così i propri tifosi a sognare il raggiungimento del terzo posto, non poteva, non doveva pareggiare a Torino sponda granata e soprattutto perdere di fronte ai 50 mila del Meazza con la Sampdoria, capace addirittura di imporsi in rimonta, mettendo a nudo il tafazzismo che ancora alberga nella mente di alcuni interpreti in maglia nerazzurra.

A parte l'autolesionismo mostrato da Marcelo Brozovic in occasione del calcio di rigore che ha regalato tre inaspettati punti ai blucerchiati senza motivazioni, In 180 minuti sono tornati a galla difetti e lacune che il lavoro di Stefano Pioli sembrava aver definitivamente cacciato nell'angolo dei (brutti) ricordi. Il tecnico rivendica giustamente i risultati raggiunti prima delle ultime due uscite, dopo la goleada alla fortissima Atalanta di quest'anno tutti celebravano il record di punti ottenuto nei mesi di gestione post De Boer. Ma poi, specialmente in casa Inter, basta un alito di vento per far crollare certezze e ripiombare nella depressione calcistica. “Il campionato è ancora lungo”, ha detto ieri Pioli, in sede di conferenza stampa, per spronare i suoi ad una immediata reazione.

Di solito quando si dice che il campionato è ancora lungo, si è consci che l'obiettivo stia sfumando. Io direi invece che, proprio perchè ormai manca pochissimo alla fine del torneo, chi ha veramente le qualità tecniche e mentali per giocare nell'Inter del futuro le debba riversare in campo senza l'alibi del tempo. Domani la Beneamata reciterà a Crotone, squadra che ancora sogna la salvezza e il piccolo stadio “Scida” è annunciato esaurito da giorni. Si preannuncia battaglia, classica partita trappola e sappiamo che un'Inter con il freno a mano tirato rischierebbe di cadere nel tranello.

Mancherà Roberto Gagliardini, auguri in ritardo per il suo ventitreesimo compleanno, e ci siamo accorti durante lo sciagurato secondo tempo con la Samp quanto sia importante l'ex atalantino per gli equilibri e le geometrie della squadra. Con lui, anche se non al meglio, il centrocampo ha un senso e una logica. Senza di lui si va avanti per giocate, per colpi umorali. Che possono fruttare in positivo se l'umore del singolo è buono o, al contrario, esaltare il contropiede avversario. Di qualunque avversario, anche di quello nettamente inferiore sulla carta. E allora massima allerta per una trasferta che andrebbe invece chiusa prima che qualcuno, in terra calabrese, si metta strane idee in testa. Mancano otto partite alla fine del campionato, non sono molte, ma dovranno essere giudicate importanti (ci sarà anche un derby tanto per gradire) e vissute con la massima concentrazione soprattutto dalla dirigenza per capire quale Inter dovrà essere presentata ai nastri di partenza della prossima stagione.

Bisognerà capire se la frenata con Torino e Sampdoria possa rientrare in un fisiologico calo quando eri costretto a vincere sempre per inseguire un traguardo quasi impossibile, o se bisogna rendersi conto che forse alcuni giocatori ritenuti ora punti fermi siano invece sopravvalutati e anche se sia necessario insistere su un determinato modulo. L'esame riguarderà quindi anche Stefano Pioli che risponde alle ipotesi Conte/Simeone con un perentorio. “Io sono da Inter”. Devo dire che mi è piaciuto questo passaggio “bellicoso” da parte di un tecnico molto bravo, ma a volte troppo equilibrato nelle sue esternazioni in un mondo dove invece anche a parole si crea l'immagine vincente. Giusto o sbagliato che sia. Ma ricordiamo come ai tempi d'oro targati Josè Mourinho anche una nomale conferenza stampa fosse attesa quasi come la gara in programma il giorno dopo. Il celeberrimo “Zero tituli”, mandò in crisi psicologica gli avversari di quell'Inter, che invece si esaltò ancora di più insieme ai suoi tifosi.

L'Inter della prossima stagione si preannuncia forte, molto forte. Nonostante qualcuno in questi giorni abbia cercato di ridimensionare i prossimi investimenti di Suning, continuo ad avere informazioni sulla reale intenzione del colosso cinese per quanto riguarda il prossimo mercato. Servirà, è vero, una cessione importante per abbattere l'ultimo paletto imposto dal Financial Fair Play, ma poi inizieranno i fuochi d'artificio. Esempio: 40 milioni per Berardi sono troppi? Forse. Ma quando Berardi era anche nel mirino della Juventus, avremmo fatto carte false per vincere il duello e non può bastare una stagione sfortunata per bocciare uno dei migliori giovani talenti italiani in circolazione. E che ci sia una proprietà in grado di sborsare una cifra simile, anche se magari porterà a casa il giocatore con molto meno, mi pare ottima garanzia. Non manca molto per sapere la verità. Anzi, le verità. Otto partite. Pioli e squadra, fate il vostro gioco.

Maurizio Pizzoferrato

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 aprile 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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