Il 2016 che abbiamo appena salutato ci ha lasciato in eredità gioie e amarezze, novità e routine, benvenuti e addii. Se ci guardiamo indietro, sono svariati gli insegnamenti che dal vecchio anno ci porteremo nel nuovo. Parecchie lezioni che ci torneranno utili nel 2017 e delle quali faremmo bene a farne tesoro. E allora qui c'è un breve elenco di quello che abbiamo imparato negli ultimi 12 mesi. Parlando di calcio, il numero undici appare consono. Ecco gli 11 comandamenti:

I) QUELLO CHE ACCADE IN CAMPO RESTA IN CAMPO
Lite Sarri-Mancini del 19 gennaio durante Napoli-Inter 0-2 di Tim Cup e volano insulti omofobi da parte del tecnico napoletano. In tanti si affrettano a derubricare l'evento come "normale dinamica di campo".

II) VINCERE AI RIGORI È MEGLIO
"Più bello così!" fu il titolo di un giornale dopo Inter-Juventus 3-0 di Tim Cup e vittoria bianconera dopo i penalty. Quando si dice l'imparzialità...

III) NON CHIEDERE MAI LA PROVA-TV PER SIMULAZIONE
Belotti si tuffa clamorosamente in Inter-Torino del 3 aprile, facendo espellere Nagatomo e poi segnando lui il rigore che spiana la strada al successo granata. Nessuna prova-tv per l'attaccante nonostante l'evidente gesto antisportivo.

IV) NON AVRAI ALTRI PROPRIETARI ALL'INFUORI DEGLI ITALIANI
Il 28 giugno, Suning Holdings Group acquisisce il 68,55% del pacchetto azionario dell'Inter, diventandone di fatto il proprietario. Come fu per Thohir, risatine e sberleffi. E immancabile chi si affretta a preconizzare un futuro disastroso per il club, come se il calcio fosse materia solo per imprenditori italiani.

V) ONORA CHIUNQUE, MA NON KIA JOORABCHIAN
L'estate di mercato post-Euro 2016 si anima e la critica si scaglia contro Joorabchian, eminenza grigia di svariati affari ormai da anni, consigliere di Suning e indicato da molti come il Male del calcio. Per altri, invece, solo tanti elogi.

VI) NON DESIDERARE L'ATTACCANTE D'ALTRI
L'Inter mette gli occhi su Domenico Berardi: il talento piace, Ausilio ci prova. Arriva il 'no' del Sassuolo che sembra più che altro un veto della Juventus. Giochi di potere non troppo chiari che indispettiscono Zhang e tutti gli interisti.

VII) VERGOGNATI PER UNA SCONFITTA
E' il 15 settembre quando i nerazzurri finiscono ko in casa al debutto in Europa League. La sconfitta è di quelle pesanti e poco digeribili: il modesto Hapoel Beer-Sheva passa 2-0 a San Siro. Qualche giornale, addirittura, chiede a gran voce in prima pagina: "Inter, ma non ti vergogni?".

VIII) NON DESIDERARE PARLARE ITALIANO
Frank De Boer cerca di calarsi nella realtà del nostro Paese. Ci prova con ostinazione e caparbietà, riuscendo ad avere padronanza del nostro complicato idioma in poche settimane. Eppure qualcuno ha pure il coraggio di chiedergli di tornare a comunicare in olandese o, al limite, in inglese.

IX) NON PROGRAMMARE CASTING
A inizio novembre, per scegliere il nuovo tecnico dopo l'addio a De Boer, l'Inter organizza vari colloqui. Un'abitudine poco italiana, specie per la modalità: si svolge tutto alla luce del sole. Gli addetti ai lavori, non senza sarcasmo, ribattezzano la dinamica col nome di 'casting'.

X) NON CALCOLARE GLI ITALIANI CHE NON SEGNANO
L'Inter 2016-17 torna a schierare un corposo numero di italiani, ma questo non sembra più interessare. Dopo anni di critiche al limite del razzismo, ci si aspettano complimenti per il club nerazzurro. Invece no. Queste speciali classifiche, ormai, sembrano voler prendere in considerazione solo quegli azzurri che giocano ma che fanno pure gol. Il passaporto non basta più.

XI) SCANSATI DAVANTI ALLA JUVENTUS
Comprensibile il tentativo di limitare i danni dinanzi a un avversario oggettivamente più forte, ma scansarsi anche no. Atteggiamento grave e antisportivo addirittura legittimato da qualcuno dopo Juve-Samp 4-1. Se così deve essere, allora si metta in palio un premio per il 2° posto fin da agosto. Il Leicester non ha insegnato nulla.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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