Volete capirci qualcosa della stagione attuale – e più in generale degli ultimi quattro anni – di FC Internazionale? Basta guardare Inter-Chievo 0-0 di domenica pomeriggio. In quei 95 minuti è concentrato tutto: errori di mercato, errori di valutazione tecnica, errori societari, errori tattici. Insomma, tutto ciò che ha portato l'Inter dall'essere regina del Mondo a un club di metà classifica in una Serie A di basso profilo.

“Ich werde in die Tannen gehen. Dahin wo ich sie zuletzt gesehen” (“Andrò tra gli abeti. Là dove l'ho vista per l'ultima volta”)
L'ultima, vera Inter l'abbiamo vista simbolicamente all'Olimpico di Roma, nella finale di Tim Cup contro il Palermo. Era la stagione 2010-11, sulla panchina c'era Leonardo dopo l'addio a Benitez e in campo tanti campioni, soprattutto Samuel Eto'o (doppietta). Vittoria del trofeo, l'ultimo del grande ciclo. E adesso la speranza di tutti, da Thohir a Mancini, è quella di tornare a vedere sprazzi di vera Inter proprio all'Olimpico, domenica prossima contro la Lazio. Per avere segnali positivi di rinascita in vista della stagione 2015-16, al di là dell'obiettivo Europa League.

“Und das Atmen fällt mir ach so schwer. Weh mir, oh weh” (“E il respiro mi diventa così faticoso. Ahimè, ahimè”)
C'è bisogno di rivedere il nerazzurro (anche sulle divise, prenda nota chi di dovere), perché davvero sarebbe inconcepibile un'altra stagione così inutile. C'è affanno tra i tifosi interisti, c'è fatica nel vedere una squadra navigare anno dopo anno a metà classifica. Non se ne può davvero più. E Mancini stesso è stato chiaro: “Se viene il braccino per il quinto o sesto posto siamo messi male”. Ecco, se lo mettano in testa tutti, giocatori in primis: l'Inter non è fatta per la mediocrità, sebbene lo stato attuale sia la diretta conseguenza degli errori commessi a tutti i livelli. E, quindi, del tutto meritato.

“Ohne dich kann ich nicht sein. Ohne dich” (“Senza te non posso stare. Senza te”)
No, senza la vera Inter davvero non si può più stare. Senza quella squadra fatta di campioni veri e non controfigure oppure onesti mestieranti. Senza di loro, senza i campioni, è dura per chiunque. Anche per uno come Mancini. Il tecnico marchigiano quest'anno sembra aver badato più alla testa che alla classifica, magari sacrificando più di un punto sull'altare della programmazione. Si sta tentando, in parole povere, di riconsegnare alla squadra prima di tutto la mentalità da grande, sebbene con giocatori non del tutto adatti al ruolo di protagonista. E allora che sia mercato forte, basta mezze figure. Che arrivi gente in grado di sopportare la pressione di San Siro e ricondurre il club ai posti che gli competono. Una stagione senza campioni equivale a una stagione senza Inter. “Ohne dich kann ich nicht sein”.

 

“Ohne dich” - Rammstein (“Reise, Reise” - 2004)

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 maggio 2015 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print