Per una notte, per una sola notte, l'Inter potrebbe ritrovarsi a -2 dalla zona Champions, chiaramente in attesa del resto delle partite della domenica. Questa sera, a San Siro, la squadra di Pioli affronterà il Pescara per l'anticipo della 22esima giornata. Una gara apparentemente dal risultato già scritto che potrebbe valere la settima vittoria consecutiva per Pioli, la nona complessiva se includiamo anche Europa League e Coppa Italia. Tralasciando un attimo i debiti scongiuri e la scontata necessità di prestare comunque attenzione a un avversario che verrà a San Siro per giocare la gara della vita (nella Scala del calcio solitamente nessuno si scansa), quello che salta ancora all'occhio è la statistica. Se l'Inter avesse mantenuto questa concretezza e continuità di risultati dall'inizio della stagione, ora starebbe lottando non solo per la Champions, ma anche per il primo posto. Basti pensare alla sconfitta contro il Chievo della prima giornata, il pareggio interno con il Palermo, quello con il Bologna, la sconfitta interna contro il Cagliari, solo per citare le più eclatanti. Se in queste gare fossero arrivati i tre punti, tutt'altro che impossibile, la rosa avrebbe ora dieci punti in più, potenzialmente uno meno della Juve che deve recuperare una partita.

Con questo elementare calcolo non voglio dimostrare la più ovvia delle banalità, ovvero che vincendo tutte le partite l'Inter sarebbe prima, ma sottolineare un dato che in pochi evidenziano. E cioé che a mio modo di vedere l'organico dell'Inter non è inferiore a quello delle prime tre della classifica. Miranda, Medel (o Murillo) e D'Ambrosio in difesa, Gagliardini, Banega, Brozovic e Joao Mario a centrocampo, la lunga schiera di attaccanti tra cui Icardi, Candreva, Perisic, Eder, solo per citarne alcuni. Una squadra che può permettersi il lusso di vendere Jovetic o tenere in panchina a turno Joao Mario e Banega, perché dovrebbe avere qualcosa da invidiare alle prime della classe? Sicuramente manca ancora qualcosa sugli esterni di difesa, e qui l'Inter sta lavorando (dopo aver completato le uscite), ma per il resto questa squadra è già molto competitiva così, e i recenti risultati stanno a dimostrarlo. "L'organico dell'Inter non è inferiore a quello della Juve" ha detto ieri Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, e mi sento di sposare il suo pensiero.

Con una gestione degli allenatori più attenta a inizio stagione e con un tecnico che avesse avuto la possibilità di preparare la squadra già nel precampionato estivo, forse ora l'Inter non dovrebbe faticare in questa frustrante rincorsa in cui deve vincere sempre e sperare in qualche passo falso avanti. Ma al di là di come potrebbe finire questa stagione, l'idea è che la base sia già ottima. Qualche assestamento in difesa a giugno (anche se non va dimenticato che nelle ultime sei di campionato l'Inter ha subito solo 2 reti) e qualche innesto di spessore per innalzare ulteriormente il tasso tecnico, e sono certo che ai nastri di partenza del prossimo campionato il sogno di Suning di riportare l'Inter a competere ai massimi livelli non sia poi così distante.

È bastato instillare un po' di fiducia in questo gruppo, allenare una mentalità vincente, inanellare qualche vittoria che poi rappresenta il vero toccasana per il morale, e le vere qualità sono venute fuori. Mantenere questo ritmo fino a maggio sarà complicato, certo, e inevitabilmente ci sarà qualche calo di tensione, magari in questo momento la squadra sta già girando al massimo dei giri (sebbene per Pioli si possa ancora migliorare), ma quello che può consolare è che finalmente stiamo godendo delle reali possibilità di questo gruppo, troppo inadeguato per essere vera a inizio stagione.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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