Il prossimo allenatore dell'Inter sarà Luciano Spalletti. Nessun dubbio ormai sulla sua nomina: oggi il tecnico prenderà la via di Nanchino assieme a Piero Ausilio, Giovanni Gardini, Zhang Steven. Troverà in Cina Zhang Jindong e una sua vecchia conoscenza come Walter Sabatini. Con tutti loro programmerà il futuro dei nerazzurri, subito dopo aver firmato il contratto biennale che lo legherà al club.

Se l'idea era quella di portare a Milano un tecnico in grado di mettere tutti in riga, la scelta è caduta su un personaggio la cui personalità non è in discussione. Lo dimostra la gestione, contestatissima nella Capitale ma dai risultati di squadra non criticabili, di Francesco Totti nel suo ultimo anno alla Roma. Il pubblico giallorosso ne ha contestato lo scarso utilizzo, ma per l'allenatore parla il traguardo raggiunto. La squadra è arrivata seconda, ha lottato fino alla fine contro la Juventus, l'ha battuta nello scontro diretto al ritorno. Ha fatto male in determinati appuntamenti importanti (il Porto ad agosto, il Napoli all'Olimpico), in compenso ha sempre reagito e non ha mai avuto crolli verticali duraturi.

Considerato quel che offriva la piazza, Spalletti è la scelta più logica. Al di là dei tiramolla avvenuti negli ultimi mesi e di tentativi non andati a buon fine, l'allenatore di Certaldo era la pista naturale. L'unica percorribile senza dover passare dalle volontà dei club o da improbabili fratture interne ad altre realtà (vedi il Chelsea). Su di lui, probabilmente, aleggerà come per ognuno dei tecnici interisti agli albori della propria esperienza il fantasma dei predecessori vincenti, perché di Mourinho c'è sempre nostalgia, e dei contendenti futuri come Simeone, il cui contratto con l'Atletico Madrid è in scadenza tra un anno e che in caso di cenni positivi all'Inter avrebbe probabilmente preso il posto del timoniere toscano.

L'importante, ora, sarà sostenere le scelte di Spalletti con criterio e provando a fare di tutto per consegnargli una macchina che funziona. Lui dovrà guidarla. Ruolo non indifferente, una volta che si scenderà in pista. Dovrà anche difendersi dalle critiche a prescindere che, così come i fantasmi di cui sopra, nella Milano interista non mancano mai. In compenso il tecnico sembra aver fatto sufficiente esperienza nell'ultimo passaggio a Roma.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 giugno 2017 alle 00:00
Autore: Mattia Todisco
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