Una domenica bella, bellissima come da tempo non accadeva al tifoso interista. Merito di chi meno ti aspetti, dei ragazzini che ieri pomeriggio hanno coronato il sogno di vincere lo Scudetto Primavera evento che la Beneamata attendeva da 5 anni. La vittoria in finale contro una buona Fiorentina, con la giusta dose di pathos e l'emblematico gioiello di Andrea Pinamonti, simbolo di questa squadra, rappresenta l'apice di questa stagione e segue il tricolore conquistato due giorni prima dalla Berretti. Suning può così festeggiare il primo trionfo, che arriva da quel settore giovanile su cui ha ampiamente fatto capire di voler investire seriamente. Viste le premesse, la voglia non può che aumentare. Un enorme plauso ai ragazzi di Stefano Vecchi, che ricorderanno a lungo questa splendida cavalcata alla faccia di chi si lamenta dell'esterofilia nerazzurra a livello giovanile (ieri in finale 6 su 10 erano italiani, a cui se ne aggiungono altri 7 in panchina: di che parliamo?). Ed enormi complimenti anche al loro allenatore, che all'ultimo giro di un'annata 'particolare' porta a casa il suo primo Scudetto dopo una Tim Cup e una Viareggio Cup. Premessa doverosa prima di argomenti decisamente più futili.

Oggi, 12 giugno, l'Inter si è limitata a ufficializzare l'ingaggio di Luciano Spalletti. Che non è poca cosa, ci mancherebbe, viste le disastrose tempistiche dello scorso agosto. Quanto meno la squadra ha un allenatore prima dell'inizio del ritiro e con una certa convinzione posso sostenere che sarà lo stesso anche al kick-off del campionato. Passo importante, che fa seguito all'ingaggio di Walter Sabatini, e che completa così la coppia che bene ha fatto alla Roma negli ultimi anni. E non è detto che da Roma non arrivi qualcun altro, e mi riferisco al parco giocatori. Aspettiamo fiduciosi. Un dato di fatto incontrovertibile è quanto sta accadendo sull'altra sponda del Naviglio. Dopo anni di attesa per il closing, che a un certo punto sembrava solo una messa in scena, in Casa Milan stanno recuperando il terreno a botte di acquisti, anche finanziariamente impegnativi: Musacchio, Kessié, Ricardo Rodriguez e presto anche Conti, in attesa del centravanti che rappresenterà il fiore all'occhiello della campagna acquisti di giugno (André Silva?). Giù il cappello, dopo estati magre il Milan è tornato a fare mercato senza parametri zero. Segno che qualcosa sia e stia cambiando.

E l'Inter che fa? Nulla, per ora. Almeno sotto la luce del sole. Ad oggi si continuano a tessere le trame, ci si siede intorno a un tavolo per capire di cosa la squadra abbia bisogno, dove vanno apportate le modifiche significative e quelle meno importanti ma necessarie. Si decide chi resterà e chi invece farebbe meglio a levarsi dai piedi prima possibile. In altre parole, si pianifica, si costruisce. In modo diametralmente opposto a quanto accade in via Aldo Rossi, dove il pellegrinaggio di agenti e intermediari non cessa neanche ci fosse una reliquia religiosa cui rendere omaggio. Doveroso sottolineare che il Milan si sta muovendo rapidamente per completare tutte le operazioni in entrata entro il 30 giugno e appesantire l'attuale bilancio. Esattamente l'opposto di ciò che l'Inter, suo malgrado, è costretta a fare. Niente spese ufficiali prima di luglio (il bilancio va chiuso in pari), solo cessioni se economicamente convenienti (e sottolineo il 'se'). E nessuna svendita, sia ben chiaro. Da luglio, personalmente, mi aspetto i fuochi d'artificio, magari già nella prima settimana, con potenziali fughe di notizie qualche giorno prima. Ma non chiedetemi chi arriverà, non ho la presunzione di conoscere tutto ciò che avviene nelle segrete stanze del quartier generale di Suning a Nanchino. Lascio queste previsioni all'insider di turno che sembra sempre ben informato. Per noi che operiamo nel mondo dell'informazione, questa carenza di notizie è una mazzata non da poco. Ci si deve muovere per vie traverse, meno istituzionali. Ma il mio lato di tifoso se ne compiace e attende fiducioso i conigli dal cilindro. Perché se è vero che Milan is buying, è assodato che Inter is coming.

Mi resta in testa comunque un dubbio, che vado subito a esplicitare. Alla ricerca di notizie su un obiettivo di mercato nerazzurro, ci siamo imbattuti in due diverse versioni provenienti dalla stessa società nerazzurra. Ascoltando due campane, una negava l'interesse in questo giocatore, l'altra (raggiunta per vie traverse) lo ha invece confermato. Quindi? Una ci perculava? Possibile, anche se ne dubito. Più scontato per me pensare che in questa delicata fase di riassetto societario non tutti coloro impegnati nel mercato stiano lavorando all'unisono e a questo si aggiunge che alcuni degli obiettivi pre-Sabatini sono evidentemente cambiati. Con inevitabili ritardi e qualche malumore interno. Normale fase di assestamento? Può darsi, ma resto comunque ottimista, paziente e fiducioso. Perché #InterIsComing, ricordate?

Chiosa finale sul polverone levatosi contro Geoffrey Kondogbia per la pubblicazione di un video su Instagram in cui si mostra con addosso la maglia dell'amico Serge Aurier (PSG). Il francese si è preso insulti per non aver privilegiato quella nerazzurra, e il fatto mi allibisce alquanto. Abbiamo problemi più urgenti di queste sciocchezze. E inoltre mi domando anche: avesse indossato la maglia di Asensio, come avrebbero reagito i nostri tifosi? Fermate i like, non riesco più a contarli.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 giugno 2017 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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