Il tour-de-force è cominciato tra alti e bassi. Prima i 7 gol al Sassuolo, poi l'affermazione di Kiev che ha già spianato la strada nel girone di Europa League, mentre domenica sera un pari amaro a Palermo. Un 1-1 frutto di una prestazione con luci e ombre, una gara schizofrenica. I nerazzurri hanno alternato ottime fasi di gioco ad altrettante decisamente allarmanti. Specie in avvio, i ragazzi di Mazzarri sono rimasti scioccati dall'erroraccio di Vidic che ha portato al go di Vazquez. Una partenza a handicap che, logicamente, ha indirizzato la partita su binari poco graditi.

Passato il temporale, ecco il gol di Kovacic (sapientemente piazzato trequartista da WM in un 3-4-1-2 dopo circa 25 minuti) e una prima parte di secondo tempo letteralmente dominata. E qui l'errore di provare a vincerla con poco criterio. Il gol è nell'aria (e in realtà arriva...), l'avversario alle corde, il gioco in pugno. A questo punto Mazzarri, nel tentativo di arrivare ai tre punti, si mette a quattro dietro, proponendo un rombo di centrocampo con Medel e Kovacic ai vertici e Guarin-Hernanes interni. Scelta che si rivela inadeguata: l'Inter perde la bussola e il Palermo rinsavisce. Non a caso, le uniche palle-gol vengono create su iniziative personali di un positivo Guarin, mentre i rosanero si fanno rivedere con pericolosità dalle parti di Handanovic (traversa di Vazquez e non solo).

Per qualcuno (tanti), la mossa di passare al 4-3-1-2 è stato un merito, un rischio calcolato. Non avremo mai la controprova, ma si può tranquillamente dire che col cambio di modulo (e interpreti) l'Inter ci ha perso, mentre in precedenza era in dominio totale. Un grosso peccato, perché i tre punti avrebbero fatto comodo, sia per la classifica che per il morale.

A rendere la serata ancora più amara ci ha pensato la solita svista arbitrale. Stavolta è stato l'assistente Posado a sbagliare, segnalando un offside di D'Ambrosio che tutte le moviole (tranne quelle a caldo, evidentemente troppo precipitose) hanno confermato essere inesistente. Si era al 6' del secondo tempo, magari poi l'Inter avrebbe perso 5-2, ma intanto si era portata in vantaggio. Nessuno scandalo, nessun complotto, soltanto la mera constatazione dei fatti. Così come è stato giusto annullare la rete di Vidic per fuorigioco attivo di Osvaldo al tramonto della prima frazione, così sarebbe stato giusto convalidare quella di Icardi all'alba della ripresa. Una bandierina andata su con troppa fretta, senza attendere di sapere dove sarebbe finita la sfera calciata da Guarin. Errore grave, che ha inevitabilmente mutato l'andamento del match del Barbera.

Insomma, una serata colma di sbagli, un po' da tutte le parti. Una partita poco lineare, spezzettata e che ha lasciato in dote un punticino poco gradito. Adesso c'è l'Atalanta, poi il Cagliari, poi il Qarabag e infine la Fiorentina: tre gare in casa e una in trasferta. Un tour-de-force, appunto, per un progetto di grande squadra che è ancora agli inizi. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 settembre 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print