Il face to face tra Roberto Mancini e Piero Ausilio sembra aver portato una sorta di calma apparente in casa Inter, e allo stato attuale il tecnico jesino resta l'allenatore nerazzurro. Questa la speranza che, indipendentemente da ciò che succederà (vedremo gli sviluppi nelle prossime ore), lui stesso ha sempre avuto e continua ad avere (i tifosi interisti devono tenerlo bene a mente). E il progetto iniziato nel novembre 2014 dovrebbe quindi avere un prosieguo (il condizionale è d'obbligo, non si possono ancora escludere clamorosi ribaltoni last minute).

Continuare con l'ex Manchester City e Galatasaray rappresenterebbe sicuramente la soluzione migliore per il club di Corso Vittorio Emanuele, perché credo che in questo momento in pochi come lui abbiano a cuore il futuro di questa Inter. Per varie ragioni. In primis, il Mancio non può permettersi di sbagliare questa stagione (l'obiettivo Champions League è troppo importante), e in secondo luogo si può dire che sia più interista lui rispetto a tutti gli altri giocatori della rosa, nonostante ovviamente rimanga un grande professionista e di conseguenza riservi parecchia importanza per i propri interessi (anche economici, evidentemente).

La speranza è che quindi possa tornare definitivamente la tranquillità (ma servirà tempo), anche se personalmente credo possa esserci nella mente del mister anche un altro, potenziale problema, oltre a quelli noti relativi al mercato e al progetto. Un problema di cui si parla molto poco, forse sottovalutato, ma che ritengo forse addirittura più importante rispetto a quelli già citati. Ma andiamo per ordine, anteponendo l'analisi di due eventuali successori al cavillo di cui sopra che analizzeremo successivamente. Senza RM, cosa potrebbe accadere?

Un'annata con Leonardo in panchina, prima di puntare con decisione su Diego Pablo Simeone al termine della stessa, con la speranza che l'ex dirigente rossonero possa diventare una figura importante e di riferimento per il nuovo corso di Zhang Jindong. Questo lo scenario migliore se il coach di Jesi andasse via. Una situazione ottimale, ma se la società avesse già oggi la certezza di poter realizzare tutto questo senza il minimo rischio sarebbe da applaudire. Ma sfido chiunque ad averla. Per varie ragioni.

In primis, il Cholo. Non è assolutamente da escludere che questa sia la sua ultima stagione sulla panchina dell'Atletico Madrid (si diceva lo stesso anche dopo la finale di Champions League persa contro il Real Madrid, se cambiasse ancora idea?), ma chi può dire che l'Inter sarebbe l'unica destinazione da lui valutata in caso di addio alla Capitale spagnola. Vero, verissimo: le big d'Europa difficilmente cambieranno guida tecnica dopo appena un anno (scelti in estate i migliori allenatori in circolazione) e giocoforza la concorrenza sarebbe ridotta, però nel calcio impossibile dare qualcosa per scontato.

Nonostante ciò, ritengo comunque verosimile l'ipotesi dell'ex centrocampista nerazzurro, in quanto solo la Nazionale argentina (che dovrà al più presto scegliere il successore del dimissionario Gerardo Martino) e lo stesso Atletico potrebbero ostacolare i piani in Corso Vittorio Emanuele. Occorrerebbe però trovare l'intesa economica, il punto di incontro a livello di progetto, mercato e obiettivi di campo. Quindi durissima pensare attualmente che il Cholo sarà il nuovo allenatore dell'Inter dalla prossima estate, indipendentemente da tutto e da tutti.

Per quanto riguarda Leo, vale lo stesso discorso, con una tesi a rafforzare tale concetto. Uomo di mondo e abile in varie vesti, ci ha abituato a cambiare idea da un momento all'altro (vedi quando abbandonò Milano nel 2011 proprio nel momento in cui la società stava impostando il nuovo campionato, salvo poi andare su Gian Piero Gasperini). Potrebbe accettare l'incarico di allenatore ad interim, ma siamo sicuri che direbbe  nell'immediato circa un nuovo ruolo dirigenziale a partire dall'estate 2017? Sarebbe un'ottima opzione per l'Inter (in questo campo doti da tempo evidenti), ma da un anno all'altro le cose potrebbero cambiare, con il rischio di trovarsi a rivedere progetti considerati sicuri, chiari e stilati esattamente dodici mesi prima.

Chiusura, ovviamente, dedicata a RM: servirà chiarezza con il nuovo gruppo. Il tecnico dovrà valutare a fondo (oltre le intenzioni dello stesso in merito al progetto, che presenta visioni differenti), anche un altro aspetto, a parer mio fondamentale, il più importante da considerare prima di prendere la decisione finale. E qui mi collego al discorso solo accennato in apertura: e se SCG avesse già deciso di liquidarlo tra un anno per puntare tutto su Simeone?

Così parleremmo di un 'traghettatore' di lusso. Uno status a lui lontanissimo e un ruolo che mai potrebbe ricoprire. In questo caso giusto salutare subito e senza alcun dubbio. Mancini è allenatore di primo livello, a dir poco ingeneroso, oltre che scorretto, riservargli un trattamento del genere. I problemi attuali permangono (vedremo se, dopo Antonio Candreva, ormai molto vicino, il club gli metterà a disposizione altri uomini a lui congeniali), ma siamo sicuri che non ce ne sia uno nettamente più evidente? A Mancini e Jindong le analisi del caso. E se il secondo avesse già in mente il Cholo, beh... al posto del Mancio toglierei il disturbo. 'Ringraziando' per il trattamento.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 luglio 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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