Quattro secoli dopo la sua famosa argomentazione sull'esistenza di Dio, Blaise Pascal, matematico e filosofo francese, sarebbe orgoglioso dell'operato di Walter Sabatini e Piero Ausilio in sede di calciomercato invernale 2018. Sì, perché i direttori - così come usa definirli Luciano Spalletti – si stanno industriando in una serie di trattative ai limiti del funambolico dal punto di vista finanziario con le quali sottopongono la controparte a una specie di scommessa. Anche se qui, a differenza del fine ultimo a cui mirava l'inventore dello strumento di calcolo precursore della calcolatrice moderna, i Bono Vox e i Bruce Springsteen nerazzurri non hanno l'arroganza di poter promettere la salvezza eterna, quanto più modestamente di convincere i club con i quali trattano dell'esistenza di una vita (economica) oltre il prossimo 30 giugno. La strutture di ragionamento delle quali si avvalgono - i 'se' e gli 'allora' tipici della scienza - contengono le premesse e le conclusioni a cui vogliono arrivare: "se vendete Rafinha alle nostre condizioni, è più facile per noi raggiungere la qualificazione in Champions League e accedere, allora, al tesoretto con il quale poi potremmo riscattare lo stesso giocatore".

I catalani, che magari non saranno bravi mercanti come gli olandesi, non hanno comunque l'anello al naso ed, essendo nella condizione di forza in questa specifica contrattazione, pur disposti a credere a questa eventualità, ritengono sia conveniente alzare la posta in palio dal momento che un atto di fede va sempre a braccetto con una rinuncia.

In soldoni: il Barça ha messo in conto che l'Inter potrebbe terminare il campionato italiano nella top 4, ergo vuole guadagnarci, che sia in termini di rivalutazione del giocatore o di guadagno dalla cessione dello stesso. Se a maggio la partecipazione dell'Inter alla Champions sarà realtà, il Barcellona non avendo mai dubitato dapprincipio su questa eventualità, avrà la sua ricompensa: i 35 milioni offerti da Ausilio ai blaugrana sarebbero, infatti, la cifra più alta mai incassata dal club nella sua storia per la cessione di un canterano.

Non è stata presa in alcun modo in considerazione, invece, l'ipotesi di lavoro secondo la quale la qualificazione all'Europa che conta non arrivi: è stato chiaro dall'inizio che nessuno avrebbe perso o guadagnato ad esempio accordandosi per un prestito secco, come accaduto l'anno scorso tra Milan e Everton per Gerard Deulofeu. Giocatore che, guarda caso, non è riuscito a reggere il palcoscenico del Camp Nou nella sua avventura 2.0, nonostante la rinascita sportiva a breve termine in rossonero. 

Appare chiaro, non avendo le parti in causa la sfera di cristallo per prevedere il futuro, che la formula de 'l'adesso o mai più' e degli ultimatum di queste ultime ore frenetiche cela neanche troppo velatamente un desiderio di scelta definitiva. Ma Pascal non aveva previsto il Fair Play Finanziario.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 gennaio 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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