Buona la prima. Anzi, buonissima: confermate tutte le indicazioni positive del pre-campionato. E non era affatto scontato. Prima mezzora da grandissima squadra, con due gol fatti, altrettanti falliti e subendo pochissimo. Vittoria convincente e un segnale da non sottovalutare: chi è entrato in campo nella ripresa ha fatto bene come e anche meglio di chi è uscito. E poi a San Siro si respirava un'aria positiva, ottimistica. Un clima nuovo che sa di rinascita.

Un mercato, quello nerazzurro, forse sottovalutato (si pensi a Skriniar e Vecino), sicuramente lento per certi versi (Dalbert e Joao Cancelo) e ancora incompleto. La stretta di Suning si è avvertita e "i direttori" hanno dovuto frenare su qualche obiettivo. Il fatto di arrivare al match con la Fiorentina avendo due centrali contati (più Ranocchia ormai in uscita e il baby Vanheusden) la dice lunga.

D'Ambrosio si può adattare, vero, ma l'emergenza – per definizione – è un evento che accade e non che ti vai a cercare in modo consapevole. Si consegnino a Spalletti due difensori puri per non rischiare inutilmente. E servirebbe anche un'alternativa a Perisic, più che a Candreva: Cancelo può ricoprire il ruolo di esterno alto anche con buoni risultati, mentre se Eder è considerato il vice-Icardi non possiamo immaginarlo pure il vice del croato. Non è che con Zanetti, che era una sorta di tuttofare, avevi una rosa con 5 giocatori di più: sempre quelli erano.

Quindi, ricapitolando: due centrali e un'ala. Tre colpi per un'Inter da Champions. E poi? La plantilla a disposizione di Spalletti non sarà perfetta, ma assicura quantità e qualità. Appare adeguata per puntare quantomeno a tornare nella massima competizione europea.

Ciò che manca davvero, al netto di sorpresone dell'ultima ora, è il trequartista top, quello tanto cercato e non trovato. Manca Nainggolan, manca Vidal: manca quel giocatore in grado di correre all'indietro per dare una mano ai due centrocampisti e di proiettarsi in avanti assaltando l'area avversaria. Brozovic ha qualità, tiro, corsa, ma pochi gol nel bagaglio e un alone di noncuranza dura da estirpare. Joao Mario ha intelligenza tattica, fraseggio, tempi, ma gli manca la cattiveria sotto porta.

Senza quest'ultimo tassello, quindi, appare inverosimile poter puntare allo scudetto. A meno che non ci sia una sorta di suicidio di massa con Juventus e Napoli protagoniste, più che Roma e Milan che appaiono un gradino sotto alle altre due. Sulla falsariga di ciò che è successo in Inghilterra negli ultimi due anni, con Leicester e Chelsea brave ad approfittarne. 

Intanto l'Inter è lì, è una squadra vera. Ed è già tanto.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 22 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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