Una serie incredibile di occasioni perse, punti buttati, pareggi scialbi. Tutto alle spalle, almeno dopo la vittoria rotonda di ieri per 4-0 a Marassi. L’Inter versione trasferta rimane la migliore, anche se la prestazione è arrivata solo a metà, nella ripresa, dopo un primo tempo di sofferenze, anche in inferiorità numerica. I nerazzurri ringraziano il miglior Handanovic da quando è a Milano e il nuovo bomber: Maurito Icardi

Che si voglia o meno è lui l’uomo del momento. Una doppietta la settimana scorsa e una ieri, un feeling con la porta da attaccante di primo livello (se poi si aggiunge l’età si può tranquillamente parlare di uno dei migliori prospetti a livello internazionale). Finalmente i tifosi conoscono Icardi per quello che è in campo, e non fuori. Perché quando è stato impiegato Maurito non ha mai fallito, ha sempre dato tutto, nell’unico palcoscenico dove è giusto si esibisca. Il resto è gossip, parole, contorno inutile (almeno entro certi limiti). Il periodo di inattività lo ha reso troppo famoso, e per cose troppo sbagliate. Twitter, love story, foto, magari qualcosa si poteva evitare, magari no. C’entra l’età, ma anche una buona dose di strumentalizzazione di ogni gesto per creare polemica. 

Il ritorno a Marassi ha fatto capire ancor di più quanto l’obiettivo si debba spostare sull’Icardi giocatore. Quello che risulta inspiegabile è invece l’atteggiamento tenuto dalla tifoseria, ex di turno, nei confronti dell’argentino. Maxi Lopez è tutto fuorché un idolo in maglia blucerchiata, ma ogni scusa è buona per insultare, gratuitamente, il nerazzurro. Il clima è di quelli pesanti, davvero, e senza senso. Un fatto privato, una mancata stretta di mano, questo ci si poteva lecitamente aspettare. Finita lì? No, anzi. Dal primo all’ultimo minuto fischi dello stadio intero.

Allo stesso modo Miha compie l’errore fatale di caricare i suoi all’inverosimile, tanto da farli esplodere, come Eder in occasione della simulazione-rissa (rosso gratuito) o sopratutto dello scatto dalla panchina di Costa. Icardi esulta provocando a sua volta, vero, ma resta un giovane, nulla di eclatante di fronte a un clima così. C’è il giallo, la tirata d’orecchie di Mazzarri, lezione imparata. Il secondo gol, che chiude la gara, infatti è tutto per i suoi tifosi, quelli di oggi. La lezione dovrebbe invece essere insegnata a chi non va più allo stadio per tifare, ma per accanirsi contro qualcuno, senza motivo, quasi per sport (e succede sempre più spesso).

"Tornare qui a Genova è stato bello. Non c'entrano i fischi, ho iniziato qui. Mi ha fatto piacere” il messaggio di Icardi a fine gara. Così il nerazzurro esce da vincitore e da protagonista dell’Inter che si rilancia nella corsa al quinto posto (anche se la strada è sempre in salita). Ma non è Maxi lo sconfitto nel fantomatico “derby”, piuttosto qualche compagno e soprattutto lo stadio Marassi. Uno il bomber del futuro, l’altro un vecchio vizio, che forse sarebbe l’ora di perdere...
 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 14 aprile 2014 alle 00:02
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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