Erick Thohir è una persona che dice la verità. Nell'intervista rilasciata a Roberto Scarpini, direttore di Inter Channel prima di ripartire per l'Indonesia, il presidente dell'Inter aveva detto che nella prossima stagione vorrebbe una squadra entusiasmante, ma nello stesso tempo i tifosi non dovranno essere presi in giro con roboanti promesse di mercato perché l'Inter deve rispettare gli accordi con Uefa riguardo le regole del Financial Fair Play. Leggendo attentamente queste dichiarazioni, non è una sorpresa la notizia che nel pomeriggio di ieri ha rubato la prima pagina, come spesso avviene quando si parla della Beneamata.

Suning Commerce Group, il colosso cinese dell'elettronica presieduto dal signor Zhang Jindong, sta per entrare nell'Inter come socio di maggioranza, acquistando quasi il 70% delle quote societarie. Thohir rimarrebbe presidente del club con il 30% e quindi socio di minoranza dopo due anni e mezzo dal suo insediamento in Corso Vittorio. Secondo le ultime indiscrezioni Massimo Moratti uscirebbe definitivamente di scena dopo venti anni e grandi successi ottenuti, vendendo il suo 29,5%. Ma l'altra notizia che fa rumore è il valore dato dal gruppo cinese all'Inter, debiti compresi. Si parla di circa 750 milioni di euro, il doppio della cifra sborsata nel 2013 da Erick Thohir. Se tutto ciò venisse confermato, bisognerebbe solo applaudire il tycoon indonesiano, chiamato da Moratti non per vendere fumo, ma per lavorare con l'Uefa sui parametri del Financial Fair Play, per iniziare a risanare un bilancio in rosso fuoco e per ritrutturare una società che iniziasse ad avere un grande respiro internazionale come impone il business che nel calcio cosiddetto moderno, va di pari passo con i risultati sportivi.

Se gli acquirenti cinesi, sbarcati di recente a Milano, varcando i cancelli della Pinetina a bordo di numerosi van neri dai vetri oscurati, hanno dato questa svolta ad una trattativa che li doveva vedere inzialmente solo partner commerciali con non più del 20% in mano, hanno evidentemte fiutato l'affare. E quindi Thohir ha presentato a lor signori un club che può solo espandersi, altro che moribondi vicino al fallimento. È altresì chiaro che se il Presidente nerazzurro accetterà, forse a malincuore, di cedere la maggioranza, avrà incontrato più difficoltà del previsto nell'inseguire i famigerati ricavi. Ma, ribadisco, se Suning accetta, vuol dire che il brand chiamato Inter interessa ancora e Thohir è stato bravo a renderlo più appetibile del previsto. E un plauso lo merita Massimo Moratti. Lui, col fardello di un nome così pesante e importante per la storia dell'Inter, si è svenato per il club, ha sbattuto la testa contro chi condizionava i campionati, ha sbagliato, ha fatto sognare con acquisti suntuosi, ha vinto. Tanto. Tutto.

Se non avessero introdotto il Financial Fair Play, probabilmente Moratti avrebbe potuto continuare a mantenere la sua creatura, staccando il solito assegno. Ma quando ha capito che così non poteva più essere, ha cercato e ha trovato Erick Thohir affiancandolo per fargli capire determinate cose, per offrire consigli in chiave nerazzurra. Se Massimo Moratti uscirà definitivamente di scena, e sottolineo il se, da tifoso prima, da giornalista poi, gli dirò solo grazie per aver riportato quel cognome così interista al comando dell'Inter.

Tornando alla notizia bomba, è utile ribadire che i tanti soldi pronti ad essere versati da Suning Commerce Group nelle casse nerazzurre, non serviranno ad aquistare Cristiano Ronaldo e Leo Messi, bensì a rendere in breve tempo il bilancio in linea con i parametri Uefa. Solo in un secondo momento si potrà tornare a inseguire il colpo che fa sognare. E allora cosa farà Roberto Mancini? Lo convincerà il nuovo assetto? Avere Thohir ancora alla presidenza lo renderà sereno o, come scrive qualcuno, tra i due ora c'è freddezza? Cinesi o no, il nodo dell'allenatore è fondamentale per la prossima stagione. Anche se molti non sono d'accordo, ritengo Roberto Mancini indispensabile, proprio in questa fase in cui si sta rifondando. Mancini conosce l'Inter, vuole bene al club, altrimenti non sarebbe tornato con uno scenario economico e sportivo completamente diverso (in negativo) dalla sua prima avventura in nerazzurro. Mancini sa come si vince, sa come convincere i giocatori a venire all'Inter, ha ottenuto il miglior risultato delle ultime cinque stagioni, stazionando addirittura per metà campionato in testa alla classifica. Se Mancini decidesse di non rimanere a Milano, non ho notizie in proposito, è solamente un'eventualità da non poter scartare in assoluto, si dovrebbe ricominciare da capo con prospettive pericolose.

È chiaro che Diego Pablo Simeone, anche nella notte della sua seconda beffarda sconfitta nella finale di Champions nel giro di giro di tre anni, abbia dimostrato di essere l'allenatore ideale per l'Inter, per storia squadra sanguigna, passionale, che ha vinto quando allenatori e giocatori hanno fatto la guerra (sportiva) al mondo. Simeone un giorno allenerà l'Inter, non credo da quest'estate. E allora avanti con Mancini, con il Suning, con Thohir. Con l'Inter soprattutto, che rimane l'unica cosa che conta.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 01 giugno 2016 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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