Se l’Inter avesse vinto il titolo dell’articolo sarebbe stato ovvio: 110 e lode. E’ arrivato invece un pareggio, ricavato dal lavoro di una squadra che è tornata ad essere tale, proprio in uno scontro contro una rivale come il Napoli. 
E’ un risultato con più interpretazioni, contraddittorie come l’Inter di questi anni, illeggibile e inaffidabile, sorprendente e incoraggiante ma anche disturbante.
C’è da essere contenti della prestazione ma anche irritati, perché se l’Inter gioca con questo piglio, attenzione e movimenti da vero collettivo contro la seconda in classifica, è ingiustificabile, oltre che inspiegabile, che non faccia altrettanto con regolarità. 
Non ha senso che il gruppo si ritrovi a giocare con orgoglio, concentrato sulla gara, mostrando un tasso tecnico importante se poi quando incontra avversarie più deboli abbassa il livello e perde punti che le riconsegnano un attestato di perdurante e infinita modestia. 
Emblematica la frase di Spalletti: “Se mi dite che la prossima settimana l’Inter mette un cappello su questa partita e alza il suo livello con la Sampdoria dico che non lo so. E’ dall’inizio della stagione che non ne vengo a capo”.
L’Inter gioca con le Juventus e i Napoli ad un livello alto, con i Crotone e i Genoa ad uno infinitamente più basso ma questa squadra è tecnicamente di ottimo livello. Tecnicamente.
Il compleanno dell’Inter è stato ben gestito, unitamente al cordoglio per la morte di Astori e al saluto a Gian Marco Moratti, stretti in un abbraccio di un minuto, riportato prontamente alla realtà cafona di tifosi che hanno atteso la bellezza di un secondo per insultarsi pesantemente da una curva all’altra. 
Nel primo tempo l'Inter tenta di sorprendere il Napoli con alcune verticalizzazioni, proponendo gioco invece di subirlo come da copione immaginato. 
L'idea funziona in parte grazie alla profondità che dà il ritrovato Icardi e alle sovrapposizioni tra Cancelo e un Candreva generoso. Il Napoli naturalmente prende un’ inesorabile sopravvento nel palleggio, con un gioco più collaudato ma senza mai rendersi pericoloso. Per certi versi sembra di rivedere la gara dell'andata per l'attenzione e la concentrazione che l'Inter mette nella marcatura. Da una parte Il segreto e questo, dall'altra c'è un Brozovic fortunatamente ispirato che si prende delle responsabilità e garantisce una linea di passaggio utile per la difesa. 

Manca però un giocatore che potrebbe essere determinante come Perisic, il quale sembra aver ormai scelto la dimensione della mediocrità e dell’impalpabilità, al punto che quando gli arrivano palloni invitanti, invece di tentare l’uno contro uno sceglie sempre di darla ad un compagno vicino.  La differenza la fa naturalmente anche la modalità di gioco che nel Napoli prevede uno o al massimo due tocchi, mentre l'Inter ha una manovra spesso più imbastita e prevedibile, nonostante una maggiore velocità rispetto al solito. 

Nel secondo tempo l’Inter gioca a viso ancora più aperto, costruendo palle gol ma subendone anche da parte del Napoli. Ad andarci più vicina è l’Inter che costruisce la palla gol più clamorosa con il palo di Skriniar, il Napoli invece fallisce il gol del k.o. con Insigne a tu per tu con Handanvic.
Fa il suo ingresso in campo la stanchezza, che regala più emozioni e alza la soglia della tensione, costringendo le due squadre a mantenere un ritmo alto e dunque a sbagliare più appoggi, specie perché i portatori di palla non trovano compagni smarcati e hanno poco tempo per ragionare. L’Inter è stanca ma anche il Napoli, pur costruendo più gioco, non riesce a trovare spazi, perché l’Inter gli concede poco.
Finisce 0-0 con differenti sfumature di frustrazione ma con un elemento di soddisfazione in più per l’Inter. Rivederla in partita dal primo all’ultimo minuto, premiata per l’impegno e giocando davanti al proprio pubblico con un Brozovic in serata si, Gagliardini nel suo ruolo, Cancelo a deliziare il pubblico con giocate di livello (una clamorosa nell’area del Napoli), Rafinha a confermare di essere un giocatore importante, Icardi a dare profondità, mentre Skriniar conserva, insieme a Miranda. Tutto molto appagante ma la domanda è che Inter sarà con la Sampdoria domenica prossima a mezzogiorno? Si perderà una partita banale contro un avversario che in casa ha costruito la sua classifica o la squadra resterà la stessa ed entrerà in campo con la stessa concentrazione di questa partita?
Il pareggio di questa sera ha comunque riconsegnato l’Inter allo stesso livello del girone di andata, dimostrando che non era stata un’illusione. La zona Champions è ancora vicina, il Milan sta rimontando, la Lazio ha perso due punti col Cagliari ma il calendario è durissimo dopo aver sprecato il bonus a gennaio e febbraio con le gare che avrebbero potuto dare certezze e legna per l’inverno. Ora si vive alla giornata. 
Ancora buon compleanno vecchia Inter.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 marzo 2018 alle 00:06
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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