Inizia la settimana del derby. La stagione dell'Inter è arrivata a uno snodo tanto delicato quanto fondamentale: "Non bisogna nascondersi, non ci si può nascondere", ha sempre detto Spalletti. Lo ha ripetuto soprattutto durante l'ultimo periodo negativo: "Bisogna essere forti, sennò si va a giocare da un'altra parte".
Ma quale Inter affronterà le ultime dodici giornate di campionato? Quella della prima parte, convinta di quello che stava facendo, o quella della seconda, delle ultime giornate, impaurita e preda dei fantasmi del passato più che dei suoi stessi avversari? Come spesso succede la verità sta nel mezzo: l'Inter non è da scudetto, ma nemmeno quella dell'ultimo periodo. E ora, per tanti motivi, non c'è più né la prima né la seconda e sarà necessario varare un'Inter parte terza dal derby di domenica 4 marzo fino a Lazio-Inter del 20 maggio. Spalletti stesso la settimana scorsa ha dato i voti: un bel 9 alla prima Inter e un 4 alla seconda, così come a se stesso. Aggiungendo che in caso di qualificazione alla Champions il voto salirebbe a 10, perché sarebbe il voto che più conta, quello finale, e quindi ad obiettivo raggiunto, il massimo dei voti.
E' possibile varare un'Inter parte terza e quali sono le varianti, le carte, che l'allenatore di Certaldo potrà giocarsi già a partire dal derby?
1) Il ritorno di Icardi. Già annunciato dopo Inter-Benevento, l'attaccante che ha già timbrato 18 volte il tabellino dei marcatori nelle prime 22 giornate, non ha giocato le quattro partite del mese di febbraio, ma dalla prossima ci sarà. Proprio contro il Milan all'andata firmava una tripletta e quale migliore occasione per toccare quota 100 gol in Serie A e soprattutto per rilanciare le ambizioni Champions della squadra? Eder in queste quattro partite ha segnato due gol nelle prime due, ma il timore, a volte terrore (per informazioni rivolgersi a Bonucci e Romagnoli) che il capitano dell'Inter può incutere alla difese avversarie è sicuramente un'arma in più per Spalletti, soprattutto se servito in maniera intelligente.
2) Il trequartista che l'Inter parte prima non ha avuto: Rafinha. Icardi e Rafinha dall'inizio non hanno mai potuto giocare insieme dall'inizio, ma si conoscono dai tempi di Barcellona. Anche dalle ultime parole del brasiliano, il feeling fuori dal campo è evidente. Ora bisognerà trasformarlo in gol e assist e le caratteristiche e le qualità dei due sono sicuramente complementari. Sono entrambi giocatori dal carattere forte, il numero 8 e il numero 9, e nonostante non potranno essere subito al 100%, da marzo a maggio passerà molto da loro la fase di finalizzazione della manovra nerazzurra.
3) Le ali, che hanno fatto volare l'Inter nelle prime 16 giornate, e loro alternative. Candreva e Perisic dovranno tornare a ribaltare l'azione difensiva in offensiva, soprattutto contro squadre che non si chiuderanno nella loro metà campo, come Milan, Napoli e Sampdoria. E se Spalletti non percepirà in settimana un ritorno alla normalità per i due esterni, sarà necessario dare più spazio alle scariche di adrenalina del giovane Karamoh e allo stesso Eder, che a Genova spesso è partito da sinistra per poi accentrarsi e tirare in porta. L'Inter parte terza non si potrà permettere di guardare in faccia a nessuno: quelle corse feroci in soccorso del compagno e una certa libertà di pensiero nell'inventare la giocata saranno indispensabili per riempire la scatola delle prestazioni, cara a Spalletti.
4) Il centrocampo fisico con Vecino e Gagliardini potrà e dovrà lasciare più spesso spazio alla qualità nella gestione della palla, possibile se Borja Valero e Rafinha riusciranno a coesistere senza creare squilibri. Nelle ultime dodici giornate ci saranno anche il Verona, il Cagliari, il Chievo, il Sassuolo. Sarà importantissimo avere una variante all'Inter fisica, che ha mostrato chiari limiti in fase di impostazione e gestione del pallone. Vanno bene i camion che si mettono di traverso quando c'è da battagliare, ma nella maggior parte delle partite l'Inter deve far valere il suo miglior tasso tecnico. Gli avversari non si chiamano Real Madrid o Manchester City e in Serie A i nerazzurri non sono gli ultimi della classe, dipende anche dalla voglia di riprendere quel discorso di possesso palla e qualità tanto caro a Spalletti e diventato un ricordo o, peggio, quasi utopia negli ultimi tempi.
5) Cancelo è quasi come un acquisto di gennaio. Se l'Inter parte seconda ha regalato un raggio di luce, più che dalle stentate vittorie con Bologna e Benevento, quello è arrivato dall'inserimento ormai definitivo del terzino portoghese. Un giocatore di qualità e personalità, dal cui piede possono arrivare cross, dribbling e giocate non banali. E se da quella parte c'è più spinta, diventa importante a sinistra la capacità di D'Ambrosio di non scoprire la difesa. Il problema che Spalletti dovrà risolvere sarà soprattutto l'intesa con gli esterni offensivi, perché nell'Inter parte prima quando D'Ambrosio stringeva sul centrodestra, Candreva ripiegava, mentre ora questo lavoro lo dovrà fare Perisic. A destra invece diventa l'opposto, perché l'esterno alto dovrà accentrarsi per lasciare spazio proprio alle discese di Cancelo. In quest'ottica sia Candreva più vicino a Rafinha sia, in alternativa, Karamoh più vicino a Icardi, dovranno creare nuove intese.
6) Skriniar è stato il miglior giocatore dell'Inter finora, perché è stato quello che ha subito meno il passaggio dall'Inter parte prima a quella parte seconda. Al suo fianco bisogna recuperare il miglior Miranda, così come Handanovic deve tenere ben presente quanto ha inseguito la Champions in questi anni e dare un contributo non solo tecnico, di parate, ma anche di personalità. A quasi 34 anni entrambi devono andare oltre il loro carattere e aiutare gli altri, aiutarsi, anche parlando di più in campo. Giocano insieme da tre anni, non da sei mesi.
L'Inter parte terza inizia da quarta in classifica dopo ventisei giornate, un punto in meno della Lazio, che continua la sua corsa anche in Europa League, e un punto in più della Roma, che sabato va a Napoli. E riparte dal derby, contro quel Milan che dopo aver perso 18 punti dall'Inter parte prima, ne ha guadagnati 11 all'Inter parte seconda. Un derby a cui i rossoneri arriveranno sulle ali dell'entusiasmo, ma anche da una semifinale infrasettimanale di Coppa Italia. E se Spalletti le sta provando tutte per riprendere il percorso positivo, finora non riuscendoci, ecco quella che lui stesso ha definito 'la peggior situazione possibile': un elettroshock da derby! Vincendo sarebbe difficile non recuperare sicurezze, in caso contrario la classifica lascerebbe intatte le possibilità di quarto posto.
Una prima parte da 9, una seconda da 4, media 6,5 e quarto posto ancora realtà. L'Inter parte terza è padrona del suo destino: ha diversi fattori da sfruttare, ma anche tante paure da cancellare. Uomini forti destini forti. Domenica una prova in più per reagire e lottare per quel 10 in pagella finale. Tanti tifosi sono sconfortati perché vedono i fantasmi del passato, ma c'è un fattore che, comunque vada, stavolta è diverso: l'Inter ha una proprietà solida e un direttore tecnico che lavorano di comune accordo con il proprio allenatore, definito proprio in settimana 'il nostro condottiero' dall'amministratore delegato Antonello e 'il migliore in ogni caso' dal direttore tecnico di Suning Sabatini. Non ci sono analogie con le ultime sette stagioni, quando questo non era mai successo. Il futuro è in buone mani, il presente se lo gioca l'Inter parte terza con un allenatore legittimato, che non a caso ha commentato così le parole dei suoi due dirigenti: "Mi ha fatto estremamente piacere il modo di affrontare il discorso su una base di stabilità, nonché di volontà di creare un percorso. Questo è fondamentale, prendere una strada e mantenerla, senza farsi turbare dal risultato di una partita". La promozione si ottiene a maggio, non a marzo. E promozione o no, avere una certezza nella guida tecnica è il settimo fattore su cui contare, quel Luciano Spalletti che la Roma non ha più e che ora dovrà varare l'Inter parte terza di questa stagione ancora tutta da vivere.
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