Ci sono partite che meritano di essere giocate con un piglio, una robustezza e un'intelligenza che devono andare oltre i propri limiti. Certamente una di queste è Inter-Juventus. In palio per i nerazzurri c’era la possibilità di accedere ad un posto Uefa e battere una squadra con cui c’è una forte rivalità. Invece questa partita è stata il superlativo assoluto del masochismo, unito a una notevole dose di stupidità calcistica. L’Inter ha regalato con errori, papere e costanti svagatezze, una vittoria inutile alla squadra di Allegri e una dose massiccia di autostima ai tifosi bianconeri che hanno invaso i social con dei post pregni di complessi di superiorità. 

Il risultato ha delle conseguenze sanguinose e una morale sgradevole ma, prima di procedere col doveroso plotone di esecuzione, verso le colpe straordinarie di singoli e collettivo, è doveroso raccontare che il gol del 2-0 era regolare. Ora parleremmo di una vittoria meritata contro un avversario imbolsito. Sul rigore lascio il campo alle moviole e ai milioni di arbitri che hanno sentenziato un penalty senza alcun dubbio. Il fatto stesso che si possa avere una perplessità sembra che sia un attestato di rosicamento e anti sportività, ma penso che a parti invertite, in presa diretta, avrei preteso anche io il rigore, come decine di juventini hanno voluto testimoniare sulla mia bacheca di twitter in maniera piuttosto prepotente (voglio usare un eufemismo).

La questione però è che l’Inter è fuori dall’Europa per responsabilità ascrivibili a un inspiegabile senso dell’autolesionismo che ha flagellato la squadra fin dalle prime giornate di campionato. L’incredibile retropassaggio di Medel, che ha messo a nudo la “straripante” forma di Vidic, staccato da Matri versione Bolt e la paperona di Handanovic, il quale non giocherà più nell’Inter perché vuole giocare in Champions, lasciando questo ricordo sul comodino dei tifosi, è indicativo di una squadra totalmente priva di raziocinio, di intelligenza e del minimo sindacale di personalità.

Quest’anno quasi ogni giocatore dell’Inter ha vissuto un periodo prolungato di smarrimento e anche delle buone partite sono state distrutte da errori apparsi quasi volontari per la platealità. Da Vidic a Ranocchia, da Juan Jesus a Icardi, da Guarin a Palacio un numero record di giocatori che sono andati in corto circuito causando sconfitte rocambolesche o pareggi beffardi.
La gara con la Juventus è stata discreta, volitiva e, pur con i soliti limiti, non impossibile da vincere. Poi ci sono stati alcuni errori rivelatori, primo tra tutti, alla metà del primo tempo, quello di una difesa immobile sulla ribattuta di Handanovic al tiro di Sturaro.

Cinque giocatori paralizzati, indecisi, che seguivano l’azione della Juventus con grande spirito di osservazione e zero senso della partecipazione. Poi i malintesi tra Brozovic e D’Ambrosio che andavano nella direzione opposta all’intenzione del passaggio del compagno. A inizio ripresa nessuno poi comunicava a Ranocchia che la partita è ricominciata perciò seguiva un’azione di Morata come un documentarista, facendosi seminare facilmente. Sono tutti errori di difficile risoluzione che possono aiutare Mancini a rivoluzionare una squadra che ha pochissime certezze.

Non credo che chiunque arrivi sia meglio di quelli che sono in rosa, come sostiene qualche tifoso arrabbiato, ma è necessario trovare giocatori che non si smarriscano a ogni soffio di vento contrario, a cui piaccia la battaglia e amino le pressioni. 
I giocatori che compongono la rosa attuale sono inadeguati, non riescono a reggere l’urto di un'aspettativa che, di anno in anno, si sta ingigantendo. Leggo di nomi che arrivano da più Paesi per il futuro, prima si parlava di Dybala, Touré e Jovetic, negli ultimi giorni invece si fanno nomi meno altisonanti ma supervisionati da Mancini. In ultimo l’Inter viene oltraggiata dalla Juve, da se stessa e persino da Arrigo Sacchi. 

Io non ne posso più di presidenti che danno del filippino all'omologo dell’Inter, di gente che ti sbandiera scudetti in quantità desiderata e ti dà dell’onestone e prescritto pretendendo di suscitare una risata, di gente che infanga l’Inter contando sul fatto che gli stessi tifosi siano talmente demoralizzati da dar ragione a chi sbeffeggia. L’unico modo è quello di costruire una squadra composta da giocatori che conoscano la storia dell’Inter, la proseguano più degnamente e una società che non si rassegni alla volgarità che la circonda.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 maggio 2015 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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