Tra un'ora, seconda tappa della Guiness Cup. Superati brillantemente i saliscendi della prima frazione del "Giro degli Stati Uniti" contro la "cantera" del Real Madrid, questa notte la strada si fa più ripida al cospetto del Manchester United di Van Gaal, annunciato pressochè al completo e che ha già fatto male alla Roma, autorevole pretendente al prossimo scudetto e vogliosa di una presenza importante in Champions League. In questo momento e in queste amichevoli, per Mazzarri, come per tutti gli altri allenatori, la prestazione conta più del risultato, ma abbiamo già scritto che se un club come l'Inter decide di far decollare la preparazione affrontando subito i grandi del Pianeta giocando in stadi gremiti, allora deve anche cercare di vincere. E quanto successo con il Real Madrid, pur privo delle sue stelle, fa bene al cuore dei tifosi nerazzurri che hanno ammirato una squadra che ha tentato, giocando e lottando, di vincere la partita nei 90 minuti. E per poco non ci riusciva.

Buona impressione hanno offerto i nuovi, il talentuoso e grintoso Dodò in testa, ma ha fatto capire di valere anche M'Vila, che deve solo trovare il peso forma per conquistare il centrocampo nerazzurro, in attesa di affiancargli il signor Gary Medel per un reparto dove verrebbe innalzato il cartello con su scritto: "Stare alla larga". In difesa solo conferme per Nemanja Vidic, che infonde sicurezza solo a guardarlo in faccia e che si appresta ad affrontare il vecchio amore. Riguardo gli altri, spenderei qualche parola per Mauro Icardi, al di là dei due gol su rigore, che comunque sono stati realizzati e con una certa dose di classe. Signori miei (come direbbe qualcuno), questo è un grande attaccante. Ha i movimenti del grande attaccante, lo spunto di forza e in velocità, il tiro in porta e il colpo di testa del grande attaccante. E, ultimamente, lo vediamo sempre con il sorriso, perchè all'Inter evidentemente sta bene. Allora la società faccia tutti gli sforzi del caso per respingere gli assalti dorati che non mancheranno da qui alla fine del mercato.

Forse anche di questo avrà parlato Erick Thohir nella blindatissima sala dell'Hotel nel centro di Washington dove il Presidente nerazzurro ieri ha voluto che si svolgesse un'importante riunione operativa con tutte le componenti del club. Ma oltre a discorsi su un mercato che ci auguriamo intelligente e vincente, nell'occasione è andata in scena la rappresentazione di un'altra Inter, che profuma poco di campo e molto di azienda. Quella che forse piace meno ai tifosi, giustamente innamorati della precedente gestione, ma che in questa fase storica diventa imprescindibile per continuare a esistere a certi livelli. Ultimo arrivato nel "management", per far decollare il "brand", il signor Dan Chard. Viene dal Regno Unito, è esperto di sponsarizzazioni, nell'Inter avrà la qualifica di Director of Global Partnerships. Nuove figure, nuovi termini, nuove qualifiche. Abituarsi al più presto. Tanto poi conterà ed emozionerà di più sempre la prima Inter, quella che profuma di campo, quella che abbiamo visto scritta sui neonati calendari della stagione 2014-2015 e che si appresta a farci star svegli per non perdere la sfida con il Manchester United.

P.S. ..."Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo".
Questo fu scritto dai padri fondatori il 9 marzo del 1908.  Inter, esci anche tu dal fronte di chi appoggia la candidatura di Carlo Tavecchio alla presidenza della Federcalcio.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 30 luglio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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