Trovato il vero 9 sarebbe un peccato capitale farselo fuggire. Soggetto: Mauro Icardi. Oggetto: rinnovo del contratto. Già 15 gol dovrebbero bastare per fare un piccolo sforzo per trattenere il bomber di Rosario. Ok la possibile plusvalenza per risanare le casse che potrebbe arrivare a giugno in caso di maxi asta, ma bisogna considerare anche quanto poi potrebbe costare per l’Inter andare a comprare un altro centravanti da 20 gol. Sicuramente la stessa cifra, se non di più, che andrebbe momentaneamente messa a bilancio prima dell’estate. Senza dimenticare che Maurito tra neanche un mese compirà solamente 22 anni e, come dice Roberto Mancini, ha ancora tantissimi margini di miglioramento per diventare veramente un Top Player di prima grandezza, quello che ci vuole, insieme al già rinnovato Kovacic, per riportare l’Inter in testa al mondo. È ancora acerbo, spesso gioca da solo, troppo poco coinvolto nella manovra della squadra, dicono i critici, ma in Italia solo un certo Carlos Tevez, con 18 gol stagionali, ha per il momento segnato più di lui.

L’ultimo incontro tra Piero Ausilio e il suo procuratore Abian Morano è stato abbastanza interlocutorio, dicono i ben informati. La distanza tra domanda e offerta sarebbe ancora importante, ma stiamo parlando di uno sforzo solamente di un paio di milioni, o poco più, in totale, 600 mila euro in più per 4 anni circa, per scacciare le sirene di tutti i top club europei che stanno seguendo più che interessati Icardi, senza dimenticare la Juventus che sogna il grande ratto dell’attaccante che segna sempre ai bianconeri. Sarebbe un piccolo sforzo per fare grande l’Inter, un paio di milioni per continuare nel processo di ricostruzione che Mancini sta seguendo in prima persona, senza sbagliare un colpo, almeno per adesso, vedendo quello che Shaq e Poldi sembrano promettere.

La qualificazione in coppa Italia è un buon picco alto dell’ottovolante nerazzurro, che ora deve cercare di limitare al minimo i suoi down come quello di Empoli, dove comunque i Mancio’s sono riusciti a evitare di cadere come successo per esempio a Parma, segno che in ogni caso qualcosa sta cambiando in positivo anche nelle serate da precipizio. La dimostrazione però deve arrivare domenica a San Siro contro il Torino, la solita gara da non sbagliare, di fronte agli occhi di Thohir. Una partita che spesso diventa un salto all’indietro, ma che la nuova BundesInter non può fallire per dire al mondo che la strada indicata dal Mago Mancio è quella giusta.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 gennaio 2015 alle 00:01
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
vedi letture
Print